I Cataldo sono una potente 'ndrina di Locri, alleati dei Marafioti, storici rivali dei Cordì con una fortissima presenza anche a Portigliola, Gerace e Antonimina. Le attività illecite che conducono, sono traffico di droga e armi, infiltrazione nelle attività pubbliche e negli appalti.

I Cataldo hanno proiezioni anche nel resto d'Italia.

Storia modifica

Anni '60 - '70 - '80 - '90 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Faida di Locri.

Fin dal 1967 nacquero dispute tra le due 'ndrine di Locri i Cataldo e i Cordì, allora dominavano i Cataldo e i Marafioti loro alleati. Dopo la morte di Antonio Macrì nel 1975, il boss Giuseppe Cataldo si allea con Paolo De Stefano e partecipa alla costruzione del porto di Gioia Tauro e allo sfruttamento della cava di Limbadi dei Mancuso. Dal 1993 reinizia la faida con i Cordì, giacché questi tentarono di uccidere in quell'estate Giuseppe Cataldo con una bomba a mano. Alla fine degli anni '90 i Floccari si staccano dai Cataldo formando una 'ndrina a sé. Negli anni '90 viene riconosciuto come mandante dell'omicidio di Antonio Macrì, Giuseppe Cataldo. Nel 2005 vengono arrestati i capibastone Giuseppe e Antonio Cataldo[1].

  • 31 ottobre 1997: operazione Primavera contro i Cataldo e i Cordì[2].

Anni 2000 modifica

  • Il 14 febbraio del 2005 viene ucciso Giuseppe Cataldo per mano dei Cordì.
  • Il 31 maggio 2005 viene ucciso per vendetta da uomini dei Cataldo il boss Salvatore Cordì.[3]
  • Il 20 dicembre 2005 vengono arrestate dalla polizia 6 persone presunte affiliate ai Cataldo, di cui due responsabili dell'omicidio del 31 maggio 2005 di Salvatore Cordì[4][5][6][7].
  • Il 27 dicembre 2005 la polizia nell'operazione Progressivo 659 Dead arresta il capobastone Francesco Cataldo detto U professuri già sfuggito alla cattura il 20 dicembre accusato per due volte di associazione mafiosa.[7]
  • Il 20 maggio 2008 vengono eseguite 48 ordinanze di custodia cautelare ad affiliati alle 'ndrine dei Cataldo, Marando e Sergi che gestivano un traffico di droga. I Sergi e i Marando importavano cocaina, marijuana e eroina dal Marocco e dalla Colombia mentre i Cataldo la immettevano nei mercati di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna[8].
  • Il 7 dicembre 2008 viene arrestato il boss Antonio Cataldo[9].
  • Il 26 giugno 2009 nell'operazione vengono arrestate 50 persone presunte componenti di un traffico internazionale di droga, tra cui i Commisso e i Cataldo e vengono sequestrati più di una tonnellata di sostanze stupefacenti, in collaborazione vi era anche il clan camorristico dei Baratto[10]. Il presunto capo sarebbe Salvatore Femia, tra gli arresti c'è anche Giuseppe Zucco, vicino al capobastone Giuseppe Cataldo[11].

Anni 2010 modifica

  • Nel 2010 dopo ben oltre quarant'anni dall'omicidio di Domenico Cordì nel 1967 sembra si sia siglata una pace con i Cataldo[12].
  • Il 27 giugno 2018 si conclude l'operazione Arma Cunctis della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all'arresto di 38 persone presunte affiliate ai Cataldo e ai Commisso accusate a vario titolo di traffico di armi passante da Malta, dalla Sicilia e dalla Francia. Il sodalizio riforniva le altre 'ndrine[13].

Anni 2020 modifica

Esponenti di spicco modifica

  • Giuseppe Cataldo (1938 - 2011), capobastone, l'attentato alla sua persona nel 1993 riapre la faida di Locri, muore di morte naturale.
  • Antonio Cataldo (1956), capobastone in carcere. È accusato di essere il mandante dell'omicidio del boss Salvatore Cordì[3].
  • Antonio Cataldo (1964), capobastone arrestato. Fin da giovane fu responsabile di vari reati tra cui il danneggiamento, il porto illegale d'armi e l'estorsione. Fu arrestato nel 1991 nell'operazione Angelo e nel 1993 nell'operazione Zagara. Condannato al processo Greed a 30 anni di carcere per traffico di droga e associazione a delinquere. Dal 31 ottobre 2008 si diede alla latitanza. È stato ripreso il 7 dicembre dello stesso anno[9].
  • Domenico Cataldo (1935 - 1998), ucciso nella faida di Locri[14].
  • Vincenzo Cataldo (1946 - 1998), ucciso nella faida di Locri[14].
  • Giuseppe Cataldo (1970 - 2005), nipote dell'omonimo Giuseppe Cataldo, ucciso nella faida di Locri[14].
  • Francesco Cataldo.
  • Alessandro Cataldo.
  • Anthony (2006-), chiamato ‘ndonio

Note modifica

  1. ^ Fratelli di sangue di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, p. 131
  2. ^ 'Ndrangheta: operazione a Locri contro cosche Cataldo e Cordì, su Adnkronos. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 31 dicembre 2021).
  3. ^ a b Giuseppe Baldessarro, 'Ndrangheta, arrestati quattro boss accusati dell'omicidio Cordì, su la Repubblica.it, 18 dicembre 2008. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2022).
  4. ^ 'Ndrangheta: blitz polizia Reggio Calabria, sei arresti nella Locride, su Adnkronos. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 14 aprile 2022).
  5. ^ 'Ndrangheta: blitz polizia, tra arrestati killer e mandanti omicidio Cordì, su Adnkronos. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 14 aprile 2022).
  6. ^ 'Ndrangheta: blitz polizia, omicidio Cordì in 'diretta' telefonica, su Adnkronos, 20 dicembre 2005. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 14 aprile 2022).
  7. ^ a b 'Ndrangheta, preso Cataldo il capo del clan di Locri, su la Repubblica.it, 27 dicembre 2005. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 30 aprile 2022).
  8. ^ NDRANGHETA: TRAFFICO DROGA, ARRESTI IN VARIE REGIONI, Ammazzateci tutti (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
  9. ^ a b Catturato il boss Cataldo di Lucio Musolno, Calabria Ora del 7 dicembre 2008
  10. ^ Traffico internazionale di droga, in Nuova Cosenza. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 4 settembre 2012).
  11. ^ 'Ndrangheta, 50 arresti per traffico internazionale di droga, in Reuters Italia. URL consultato il 25 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).
  12. ^ Seconda relazione semestrale del 2010 della DIA, p. 161
  13. ^ Lucio Musolino, Reggio Calabria, scoperta l'armeria della 'ndrangheta: 28 agli arresti. "Struttura parallela che riforniva le cosche", in il Fatto Quotidiano.it, 26 giugno 2018. URL consultato il 20 giugno 2022 (archiviato il 25 aprile 2022).
  14. ^ a b c Badolati 2009.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica