Con il titolo Ādityahṛdaya (devanāgarī: आदित्यहृदयम्; lett. "Il cuore del figlio di Aditi" ovvero "Il segreto del dio Sole") si indica, nella cultura religiosa hindūista, quel celebre stotra[1] presente nel capitolo VI del Rāmāyaṇa, lo Yuddhakāṇḍa, insegnato dal "veggente" (Ṛṣi) Agastya a Rāma, in onore del dio Sole (Sūrya; qui appellato come Āditya, ovvero figlio di Aditī), la recitazione del quale consente a chiunque si trovi in pericolo la salvezza e la vittoria.

Sūrya, il dio Sole, assiso sul suo carro (XIX secolo). Qui Sūrya è accompagnato dai suoi due guardiani: Daṇḍī e Piṅgala. I sette cavalli che trainano il carro rappresentano i sette giorni della settimana.
(SA)

«raśmimantaṃ samudyantaṃ devāsuranamaskṛtam
pūjayasva vivasvantaṃ bhāskaraṃ bhuvaneśvaram
sarvadevātmako hyeṣa tejasvī raśmibhāvanaḥ
eṣa devāsuragaṇān lokān pāti gabhastibhiḥ
eṣa brahmā ca viṣṇuśca śḥ skandaḥ prajāpatiḥ
mahendro dhanadaḥ kālo yamaḥ somo hyapāṃpatiḥ
pitaro vasavaḥ sādhyā aśvinau maruto manuḥ
vāyurvahniḥ prajāḥ prāṇa ṛtukartā prabhākaraḥ
ādityaḥ savitā sūryaḥ khagaḥ pūṣā gabhastimān
suvarṇasadṛśo bhānurhiraṇyaretā divākaraḥ
haridaśvaḥ sahasrārciḥ saptasaptirmarīcimān
timironmadhanaḥ śambhustvaṣṭā mārtaṇḍako.aṃśumān
hiraṇyagarbhaḥ śiśirastapano'ahaskaro raviḥ
agnigarbho.aditeḥ putraḥ śaṅkhaḥ śiśiranāśanaḥ
vyomanāthastamobhedī ṛgyajussāmapāragaḥ
ghanavṛṣṭirapāṃ mitro vindhyavīthīplavaṃgamaḥ
ātapī maṇḍalī mṛtyuḥ piṅgalaḥ sarvatāpanaḥ
kavirviśvo mahātejā raktaḥ sarvabhavodbhavaḥ
nakṣatragrahatārāṇāmadhipo viśvabhāvanaḥ
tejasāmapi tejasvī dvādaśātmannamo'stu te
namaḥ pūrvāya giraye paścimāyādraye namaḥ
jyotirgaṇānāṃ pataye dinādhipataye namaḥ
jayāya jayabhadrāya haryāśvāya namo namaḥ
namo namaḥ sahasrāṃśo ādityāya namo namaḥ
nama ugrāya vīrāya sāraṅgāya namo namaḥ
namaḥ padmaprabodhāya pracaṇḍāya namo'astu te
brahmeśānācyuteśāya sūryāyādityavarcase
bhāsvate sarvabhakṣāya raudrāya vapuṣe namaḥ
tamoghnāya himagnāya śatrughnāyāmitātmane
kṛtaghnaghnāya devāya jyotiṣāṃ pataye namaḥ
taptacāmīkarābhāya vahnaye viśvakarmaṇe
namastamobhinighnāya rucaye lokasākṣiṇe
nāśayatyeṣa vai bhūtaṃ tadeva sṛjati prabhuḥ
pāyatyeṣa tapatyeṣa varṣatyeṣa gabhastibhiḥ
eṣa supteṣu jāgarti bhūteṣu pariniṣṭhitaḥ
eṣa caivāgnihotraṃ ca phalaṃ caivāgnihotriṇām
vedāśca kratavaścaiva kratūnāṃ phalameva ca
yāni kṛtyāni lokeṣu sarveṣu raviḥprabhuḥ»

(IT)

«Adora (pūjayasva) [il Sole], Sovrano dei mondi (bhuvaneśvaram), coronato dai raggi (raśmimantaṃ), che appare all'orizzonte (samudyantaṃ) salutato allo stesso modo dagli dèi e dai dèmoni (devāsuranamaskṛtam). Egli risplende (vivasvantaṁ), portando la luce (bhāskaraṃ). Egli è (eṣa) la manifestazione di tutti gli Dei (sarvadevātmako), ricolmo di gloria (tejasvī) emana i raggi (raśmibhāvanaḥ) proteggendo la moltitudine di dei e demoni (devāsuragaṇān), e i loro mondi (lokān). Egli è Brahmā, Viṣṇu, Śiva, Skanda, Prajāpati, Mahendra[2], Dhanada[3], Kāla, Yama, Soma, Apāṃpati[4], gli Antenati (Pitṛ), i Vasu, i Sādhya, gli Aśvin, i Marut, Manu, Vāyu, Vahni[5], le creature (prajā), il soffio della vita (prāṇa), il fondamento delle stagioni (ṛtukartā ) e l'origine della luce (prabhākaraḥ). La progenie di Aditi (āditya), il Vivificatore (Savitar, Savitṛ), il dio Sole (Sūrya), colui che si muove nel Cielo (khaga), il Pūṣan[6], colui che brilla (gabhastimān), colui che è splendente d'oro (suvarṇasadṛśo bhānu), che possiede il seme d'oro (hiraṇyaretā), il creatore del giorno (divākaraḥ). Egli possiede sette cavalli vigorosi (haridaśvaḥ saptasapti), ricolmo di luce (marīcimān), sconfigge l'oscurità (timironmadhanaḥ), Fonte di ogni felicità (śambhu)[7], Tvaṣṭā, Mārtaṇḍa[8], radiante (aṃśumān). Egli è l'originario uovo d'oro cosmico (hiraṇyagarbhaḥ ), generatore della freschezza e del calore (śiśirastapano), portatore della luce del giorno (ahaskaro), Ravi, pregno di fuoco (agnigarbho), figlio di Aditi (aditeḥ putraḥ), Śaṅkha, Distruttore (śiśiranāśanaḥ). Signore del comso (vyomanātha), distruttore dell'oscurità (tamobhedī), maestro del "ṛg-yajus-sāma" Veda (ṛgyajussāmapāragaḥ), distributore delle piogge (ghanavṛṣṭi), amico della acque ( apāṁ mitraḥ), colui che salta attraverso i monti Vindhya[9] (vindhyavīthīplavaṃgamaḥ), irraggiatore del calore (ātapī), dall'aureola [raggiante] (maṇḍala), Morte (mṛtyu), dal colore d'oro (piṅgalaḥ), luce-calore di ogni cosa (sarvatāpanaḥ), cantore ispirato (kavi), universale (viśvaḥ), estremamente splendente (mahātejaḥ), del colore della porpora (raktaḥ), creatore di tutto (sarvabhavodbhavaḥ), Re delle costellazioni (nakṣatra-graha-tārāṇām-adhipaḥ), Mente/Volontà del Creato (viśvabhāvanaḥ), Signore della luce tra le luci (tejasāmapi tejasvi), i Dodici Forme/Āditya (dvādaśatman), Salute a Te! (namostute). Salute a Te! (namaḥ), Oriente! (pūrvāya), Occidente (paścima), Montagne [di nubi] (ādraye). Salute a Te! (namaḥ), Re dei corpi celesti (jyotirgaṇānāṁ pataye), Signore del giorno (dinādhi pataye), Salute a Te! (namaḥ). Colui che concede la vittoria (jayāya), colui che offre la gioia derivata dalla vittoria (jayabhadrāya), cavalli bai (haryāśvāya nome dei cavalli di Indra, da qui anche l'epiteto di Indra), Salute a Te! (namaḥ). Salute salute ancora! (namo namaḥ ), raggi infiniti (sahasrāṃśo ), figlio di Aditi (ādityāya ), salute salute ancora! (namo namaḥ ). Salute (nama) all'impetuoso (ugrāya ), al forte (vīrāya), all'invincibile (sāraṅgāya), salute salute ancora! (namo namaḥ ). Salute (namaḥ), fioritura del loto (padmaprabodhāya), bruciante (pracaṇḍāya), salute salute ancora! (namo namaḥ). Brahmā, Śiva, Viṣṇu (brahmeśānācyuteśāya: Brahmā, īśāna/Śiva, acyutā/Viṣṇu), splendore del Sole e degli Āditya (sūryāyādityavarcase), luce solare (bhāsvate), divoratore (sarvabhakṣāya), come Rudra (raudrāya), meraviglia da mirare (vapuṣe), Salute e Te! (namaḥ). Distruttore dell'oscurità (tamoghnāya ), scioglitore della neve (himagnāya), annientatore dei nemici (śatrughnāyā), privo di limiti (amitātmane), distruttore del passato e dei nemici (kṛtaghnaghnāya ), dio (devāya), Signore della luce (jyotiṣāṃ pataye), Salute a Te! (namaḥ). Che emergi come una montagna d'oro (taptacāmīkarābhāya), dio del fuoco (vahnaye), divino architetto (viśvakarmaṇe ), Salute a Te! Distruttore delle tenebre e dell'oscurità (namastamobhinighnāya), splendente testimone dei mondi (rucaye lokasākṣiṇe ). Colui che distrugge gli esseri (nāśatyeṣa vai bhūtaṁ ), colui che li crea (tadeva sṛjati ), il Signore (prabhuḥ), beve l'acqua (pāyatyeṣa), con i raggi solari (gabhastibhiḥ), producendo calore (tapatyeṣa ), procura la pioggia (varṣatyeṣa ). Lui (eṣa) durante il sonno (supteṣu), durante la veglia (jāgarti ) è l'interno (pariniṣṭhitaḥ), degli esseri viventi (bhūteṣu); lui (eṣa) è il fuoco sacrificale e il frutto raggiunto da coloro che sacrificano (caivāgnihotraṃ ca phalaṃ caivāgnihotriṇām ). Anche il Veda (vedāśca ), anche gli altri sacrifici (kratavaścaiva), anche il frutto di questi altri sacrifici (kratūnāṃ phalameva), essendo la causa della azioni (yāni kṛtyāni), il Sole è signore (raviḥprabhuḥ ), di tutti (sarveṣu ) in tutti i mondi (lokeṣu ).»

Note modifica

  1. ^ "Inno di lode" che viene cantato"
  2. ^ Intende Indra.
  3. ^ Intende Kubera.
  4. ^ Intende Varuna, in qualità di Signore delle acque.
  5. ^ Intende Agni.
  6. ^ Divinità vedica collegata alla fertilità.
  7. ^ Anche epiteto di Śiva.
  8. ^ Lett. "venuto fuori da un uovo [apparentemente] senza vita, cfr. Sani, p. 1237.
  9. ^ Sono i monti che segnano il confine meridionale dell'Āryāvarta.

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