10.000 AC

film del 2008 diretto da Roland Emmerich
Disambiguazione – Se stai cercando il decimo millennio a.C., vedi X millennio a.C..

10.000 AC (10,000 BC) è un film epico del 2008, co-scritto, diretto e co-prodotto da Roland Emmerich.

10.000 AC
Una scena del film
Titolo originale10,000 BC
Lingua originaleInglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Nuova Zelanda
Anno2008
Durata109 min
Rapporto2,40:1
Genereavventura, drammatico, epico, fantastico
RegiaRoland Emmerich
SceneggiaturaRoland Emmerich, Harald Kloser
ProduttoreRoland Emmerich, Mark Gordon, Michael Wimer
Produttore esecutivoSarah Bradshaw, William Fay, Tom Karnowski, Harald Kloser, Scott Mednick, Thomas Tull
Casa di produzioneWarner Bros. Pictures, Legendary Pictures, Centropolis Entertainment, The Mark Gordon Company
Distribuzione in italianoWarner Bros.
FotografiaUeli Steiger
MontaggioAlexander Berner
Effetti specialiDominic Tuohy, Joachim Grüninger, Karen E. Goulekas, Jim Mitchell
MusicheHarald Kloser, Thomas Wander
ScenografiaJean-Vincent Puzos
CostumiRenée April, Odile Dicks-Mireaux
TruccoThomas Nellen
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

Intorno al 10.000 a.C. una tribù di cacciatori-raccoglitori chiamata Yagahl vive ai piedi di una catena montuosa (monti Appalachi) e sopravvive cacciando mammut imperiale. Qui un giovane cacciatore di nome D'Leh conquisterà l'amore della sua vita, la bella Evolet, la ragazza dagli occhi blu, scampata dall'eccidio del suo villaggio, e la "Lancia bianca", grazie al fatto di aver ucciso da solo un mammut. Questo avviene grazie alla profezia della Vecchia Madre per cui D'Leh sarà capo del villaggio e sposerà Evolet. Tuttavia, D’Leh è consumato dalla colpa per non aver guadagnato la "Lancia bianca" in modo equo, in quanto l'uccisione del mammut è avvenuta in maniera fortuita. Dopo aver parlato col suo amico Tic'Tic, rinuncia alla "Lancia bianca", perdendo il suo matrimonio con Evolet.

Quando arriva l'inverno e la neve, una banda di misteriosi guerrieri a cavallo (schiavisti lontani discendenti degli atlantidei), che chiamano "demoni a quattro zampe", attacca il villaggio e rapisce Evolet insieme ad altri membri della tribù. Questi guerrieri sono gli stessi che avevano sterminato il villaggio di Evolet e vivono oltre le montagne. D'Leh, Tic'Tic, Ka'Ren e il giovane Baku partono per salvare i loro compagni e raggiungono un'area boschiva e lussureggiante popolata da Uccelli del terrore (Titanis welleri) dove cercano di liberare Evolet. Il salvataggio non riesce e anche Ka'Ren e Baku vengono catturati e Tic'Tic viene ferito.

Durante la caccia, D’Leh cade in una trappola insieme a un gigantesco Smilodonte, intrappolato sotto a un tronco che a causa dell'acqua piovana rischia di affogare. Poiché l'unico modo per risalire è di liberare il gigantesco animale che blocca il passaggio, D’Leh parlando all'animale che in qualche modo riesce a capirlo, lo libera e in cambio questi non lo attacca. Ritorna quindi da Tic'Tic che, dopo essersi ripreso, gli consente di continuare la ricerca. Si imbattono quindi in un villaggio di Naku, abitato dai primi agricoltori, che come altre tribù della zona, erano stati venduti come schiavi agli atlantidei durante le loro traversate dell'Atlantico secoli prima., dopo decenni di schiavitù alcuni di essi probabilmente erano riusciti ad affrancarsi almeno parzialmente dai loro crudeli padroni. Questi vedendoli come estranei cercano di attaccarli. In aiuto di D’Leh, ricompare l'enorme tigre dai denti a sciabola, che lo protegge dagli abitanti, fermando l'imminente scontro. D’Leh guarda negli occhi il gigantesco felino, capendo che egli gli ha ricambiato il favore per averlo salvato la notte prima.

I Naku stupiti per quello che è appena accaduto gli rivelano la profezia che chiunque parli con uno Smilodonte, che chiamano "dente a lancia", aiuterà a liberare il loro popolo. D'Leh capisce che la profezia parla di lui perché i Naku lo hanno appunto visto parlare con lo Smilodonte che aveva salvato. Apprende da loro anche che suo padre è stato ospite dei Naku fino a quando non è stato catturato dagli schiavisti, e Tic'Tic rivela finalmente a D'Leh perché suo padre era partito per salvare il suo popolo dalla fame e che non era un codardo come tutti pensavano.

Diverse tribù formano una coalizione per inseguire i predoni con D'Leh come loro leader. Trovano le navi che tengono Evolet e le loro famiglie, ma senza alcun mezzo per seguirle. Viaggiano, quindi, attraverso il deserto fino ad arrivare alla foce del fiume, nella Florida meridionale all'epoca collegata alle isole Bahamas a causa dell' inferiore livello dei mari dove sorge una civiltà avanzata simile all'antico Egitto ( i cui resti costituiscono oggi la Bimini Road), costituita da esuli sopravvissuti all'inabissarsi della loro isola (Atlantide) governata da una figura enigmatica conosciuta come "L'Onnipotente", dove i rapiti Yagahl lavorano come schiavi. I guerrieri che hanno rapito Evolet e i suoi compagni erano solo dei cacciatori di schiavi mandati dall'Onnipotente per trovare manodopera per costruire piramidi insieme ai Mammut columbiano.

Durante un raid notturno, D'Leh viene a sapere dell'Onnipotente e di come ucciderlo e del destino di suo padre, che è morto schiavo. Il gruppo viene avvistato dalle guardie, che vengono uccise da Tic'Tic prima di soccombere alle sue ferite ricevute. I sacerdoti dell'Onnipotente credono che Evolet sia destinata a uccidere l'Onnipotente, ciò è basato sulle cicatrici della frusta sulle sue mani che corrispondono alle stelle che chiamano il "Marchio del Cacciatore" e un'antica profezia che prevede la caduta della loro civiltà. L'Onnipotente si rende conto che Evolet è semplicemente l'araldo del vero cacciatore.

D'Leh riuscirà a scatenare una battaglia contro i guerrieri nobili devoti al Dio della Piramide, che sarà in seguito trafitto con una lancia del giovane cacciatore, dopo una trattativa finita male, dimostrando a tutti che colui che credevano un Dio in realtà era solo un vecchio sciocco e privo di forze. Questo scatena la rivolta degli schiavi, che finalmente tornano a essere gente libera.

Alla fine della battaglia, mentre D'Leh cerca di ricongiungersi con Evolet, questa verrà ferita mortalmente con una freccia dal capo dei guerrieri, innamoratosi di lei, che fa capire a D'Leh che, se non la potrà avere lui, non l'avrà nessuno. D'Leh si vendica uccidendolo, ma la Vecchia Madre, da sempre in contatto telepatico con i cacciatori, donerà il suo ultimo respiro a Evolet ridonandole, così, la vita. Sulla via del ritorno, al momento dei saluti, il capo della tribù, Nakudu, dona a D'Leh dei sacchetti contenenti semi di grano, che permetterà alla sua tribù di conoscere l'agricoltura, ancora sconosciuta alla gente del giovane capo. Evolet e D'Leh tornano al loro villaggio, dove finalmente adesso trionfa la pace e l'armonia della natura.

Esiste un finale alternativo: Baku, dopo anni, narra la storia e un bambino gli chiede che fine aveva fatto la Montagna degli Dei. Baku gli risponde che era stata dimenticata, insieme a questa civiltà.

Animali comparsi modifica

Produzione modifica

Emmerich e il compositore Harald Kloser scrissero una sceneggiatura ispirandosi, in parte, a quanto ipotizzato nel libro Impronte degli dei del giornalista britannico Graham Hancock, intervistato nel documentario di 13 minuti All'alba della civiltà presente nei contenuti extra dell'edizione casalinga del film[1], presentandola poi alla Columbia Pictures, la quale, dopo aver dato semaforo verde alla proposta dei due, incaricò John Orloff della realizzazione di una nuova versione basata sul lavoro originale. A causa di un conflitto su tempi e modalità di realizzazione in un calendario per la Columbia già colmo di progetti, sotto la guida della Sony Pictures Entertainment il film fu ceduto alla Warner Brothers.[2] Sotto la nuova supervisione, Matthew Sand fu incaricato di una seconda riscrittura e, al termine del lavoro, Robert Rodat del rimaneggiamento finale.[3]

Il processo di selezione del cast artistico è stato aperto nell'ottobre 2005, puntando alla scelta di attori sconosciuti o esordienti sia per meglio adempiere allo sfondo dell'opera che per contenere il bilancio relativo alle spese degli artisti[4][5]:

«Se io avessi inserito nel film Jake Gyllenhaal, la gente avrebbe detto: "cos'è?" Un cast sconosciuto contribuirà anche a tenere bassi i costi di produzione del film.»

Nel febbraio 2006 vengono scelti Steven Strait e Camilla Belle come protagonisti.[3]

Con un budget di 105 milioni di dollari, il 25 aprile 2006 sono cominciate le riprese in Namibia, per poi spostarsi a ruota in: Sudafrica, Thailandia, e nelle regioni meridionali della Nuova Zelanda.[3][6]

I produttori hanno impiegato diciotto mesi per migliorare le scene in grafica computerizzata in cui erano presenti gli animali preistorici, realizzati interamente in digitale.

Si era pensato di girare il film utilizzando lingue antiche per rendere più scenica l'atmosfera arcaica rappresentata, ma Emmerich respinse l'idea perché a suo dire avrebbe tolto emozione all'opera.

Distribuzione modifica

Il film è uscito nelle sale negli Stati Uniti il 7 marzo 2008, mentre in quelle italiane il 14 marzo 2008.

Accoglienza modifica

Incassi modifica

Negli Stati Uniti ha incassato un totale di 94770548 $, per un totale, a fine corsa, di quasi 300 milioni di dollari, a fronte di un costo stimato di 95 milioni di dollari.

Critica modifica

Il film ha ricevuto in generale giudizi negativi da parte della critica[7][8], ricevendo però buoni giudizi riguardo agli effetti speciali.[5]

Note modifica

  1. ^ Blu-ray: 10.000 AC - Extra
  2. ^ (EN) Pamela McClintock. Warners goes on time trek. Variety, 30-01-2006.
  3. ^ a b c (EN) Borys Kit. Strait, Belle fight for mankind. The Hollywood Reporter, 27-02-2006.
  4. ^ (EN) Michael Fleming, Novità di 10.000 B.C., su variety.com, Variety, 05-10-2005. URL consultato il 17 gennaio 2008.
  5. ^ a b Adam Smith, New Etc., Variety, Gennaio 2008, p. 16.
  6. ^ (EN) Principal Photography Commences on the Epic Adventure 10,000 B.C, Directed by Roland Emmerich for Warner Bros. Pictures. Forbes, 09-05-2006.
  7. ^ Rassegna stampa 10.000 AC, su MYmovies. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  8. ^ Mereghetti.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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