14. Panzer-Division

La 14. Panzer-Division[2] era una divisione corazzata della Wehrmacht impiegata in combattimento durante la seconda guerra mondiale. La divisione, reclutata in Sassonia, si distinse per coraggio e valore in tutte le campagne a cui prese parte. Completamente distrutta durante la battaglia di Stalingrado, venne ricostituita nell'aprile 1943, partecipando fino alla fine alle durissime battaglie del fronte orientale.

14. Panzer-Division
Il simbolo tattico riportato sui veicoli della 14. Panzer-Division durante tutta la sua storia (vecchia insegna della 4. Infanterie-Division)
Descrizione generale
AttivaPrima formazione: 15 agosto 1940 - 2 febbraio 1943
Seconda formazione: aprile 1943 - 8 maggio 1945
NazioneBandiera della Germania Germania nazista
Servizio Heer (Wehrmacht)
TipoDivisione corazzata
EquipaggiamentoPanzer II, Panzer III, Panzer IV, Panzer V Panther[1]
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale:
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Ufficiali famosi della 14. Panzer-Division furono Wilhelm Langkeit, Werner Mummert, Martin Unrein, Friedrich Kühn, Ferdinand Heim e Bernhard Sauvant.

Storia modifica

TEATRI OPERATIVI DELLA 14. PANZER-DIVISION
Luogo Periodo
Germania ago 1940 - mar 1941
Ungheria mar 1941 - apr 1941
Jugoslavia apr 1941 - mag 1941
Germania mag 1941 - giu 1941
Fronte orientale, settore sud giu 1941 - gen 1943
Francia apr 1943 - ott 1943
Fronte orientale, settore sud ott 1943 - lug 1944
Retrovie in Romania lug 1944 - set 1944
Fronte orientale, settore nord set 1944 - apr 1945

Le origini con la 4. Infanterie-Division modifica

Le origini della 14. Panzer-Division risiedono nella 4. Infanterie-Division (4ª Divisione di fanteria), creata a Dresda il 1º ottobre 1934 sotto il nome di Artillerieführer IV, tenuto fino al 15 ottobre 1935, e guidata da Erich Raschick.[3]

Il 10 novembre 1938 comandante dell'unità divenne il generalleutnant Erik Hansen, con il quale aveva già compiuto l'occupazione della Cecoslovacchia. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale la divisione si trovava in Alta Slesia, e da qui prese parte alla campagna di Polonia inquadrata nella 10ª Armata. La sua avanzata coprì le città di Lubliniec, Kielce e Annopol, fermandosi solo alla fine delle ostilità mentre stava dirigendo per Wieprz. Nel dicembre del 1939 fu trasferita in Germania e, dopo qualche cambio di organico, entrò nella campagna di Francia inizialmente posta nella riserva militare del Gruppo d'armate A, ma già nel giugno 1940 iniziò una nuova avanzata (con la 6ª Armata) che le fece raggiungere Sedan passando per Sankt Vith, Bastogne, Bapaume e Péronne. I combattimenti proseguirono a Barleux, Étalon e Canly fino oltre la Senna e la Loira, arrestandosi nel Cher il 16 giugno.[4]

Alla fine di luglio l'unità venne rimpatriata a Königsbrück, e poco dopo fu convertita nella 14. Panzer-Division.

Prime campagne della divisione corazzata modifica

La 14. Panzer-Division venne costituita il 15 agosto 1940 a Dresda, in Sassonia, attraverso la meccanizzazione della 4. Infanterie-Division con l'inserimento del 36. Panzer-Regiment, proveniente dalla 4. Panzer-Division. Dopo la fase organizzativa la formazione venne assegnata, nel marzo 1941, alla 11ª Armata, per essere subito dopo trasferita in Ungheria per partecipare all'operazione Marita, la prevista invasione della Jugoslavia e della Grecia. Durante la campagna, la divisione, assegnata ora al XXXXVI.[5] Panzerkorps della 2ª Armata e forte di 45 Panzer II, 51 Panzer III, 20 Panzer IV e 8 Panzerbefehlswagen (carri comando disarmati),[6] diede notevole prova di slancio e valore, marciando fulmineamente su Zagabria e quindi su Sarajevo e Ragusa di Dalmazia, travolgendo facilmente le sporadiche resistenze nemiche.

Dopo la breve e vittoriosa campagna, la 14. Panzer-Division (equipaggiata con 45 Panzer II, 71 Panzer III e 20 Panzer IV)[7] venne rapidamente rischierata nel settore meridionale del fronte orientale per l'imminente operazione Barbarossa. Inquadrata ora nel III Panzerkorps (Panzergruppe 1 del generale von Kleist) insieme alla 13. Panzer-Division, si distinse nuovamente nella fase iniziale della gigantesca campagna, marciando audacemente su Žytomyr (in questa fase respinse numerosi contrattacchi delle riserve corazzate sovietiche nella regione di Luc'k, rivendicando la distruzione di un ingente numero di mezzi nemici),[8] poi su Kremenčuk sul Dnepr e proseguendo fino a Rostov sul Don (la "porta" del Caucaso). In questa regione la divisione subì un primo scacco: contrattaccata dalle forze sovietiche, venne messa in difficoltà e dovette ripiegare, insieme agli altri reparti tedeschi, sul fiume Mius, abbandonando Rostov nel novembre 1941.
La divisione avrebbe trascorso il resto della terribile campagna invernale 1941-42 con continui interventi di tamponamento tattico di fronte agli incessanti attacchi del nemico.

Stalingrado modifica

Durante la primavera 1942, la 14. Panzer-Division venne completamente riequipaggiata con panzer ultimo modello in vista dell'operazione Blu, la nuova offensiva tedesca nel settore meridionale del fronte sovietico. Nel maggio dello stesso anno la divisione dovette intervenire (sempre inquadrata nel III Panzerkorps, 1ª Armata corazzata del generale von Kleist) per affrontare l'imprevista offensiva dell'Armata Rossa che porterà alla seconda battaglia di Char'kov: la divisione avrebbe condotto una nuova avanzata lampo, tagliando fuori numerose armate sovietiche e contribuendo in modo decisivo (insieme alla 16. Panzer-Division) alla schiacciante vittoria tedesca.[9]

Dopo il brillante successo, la 14. Panzer-Division prese parte alla marcia verso il Caucaso, tornando di nuovo nella regione di Rostov prima di essere assegnata alla 4ª Armata corazzata del generale Hoth e sorprendentemente dirottata a nord verso la città di Stalingrado, già attaccata da ovest dalla 6ª Armata del generale Friedrich Paulus.
In questa città si sarebbe segnato il destino degli uomini e dei mezzi corazzati della divisione: l'esperta formazione venne coinvolta nei combattimenti urbani e progressivamente dissanguata. In particolare, partecipò come elemento di sfondamento al furioso attacco del 14 ottobre 1942 nel settore della fabbrica di trattori "Ottobre Rosso": avrebbe ottenuto un successo locale pagato però a caro prezzo.[10]
Ormai a corto di uomini e mezzi, dopo i duri scontri nelle rovine della città, la 14. Panzer-Division venne in parte ritirata dal fronte e riportata (tranne alcuni battaglioni di panzergrenadier) a ovest del Don per ricostituirsi e formare, insieme alla 22. Panzer-Division e alla 1ª divisione corazzata rumena, inquadrate nel XXXXVIII Panzerkorps, la riserva strategica mobile in vista di un possibile attacco invernale sovietico dalle teste di ponte di Serafimovič e Kletskaja.

 
Un panzer della 14. Panzer-Division durante la marcia su Stalingrado, nell'estate 1942. Si noti il numero di riconoscimento "264" parzialmente coperto per migliorare la mimetizzazione

L'operazione Urano scattata il 19 novembre 1942 avrebbe colto di sorpresa la divisione (fornita di 29 Panzer III, 7 Panzer IV e 5 carri comando disarmati)[11][12] che venne subito assegnata di rinforzo al l'XI Corpo d'armata tedesco. Raggruppata a Vercne Buzinovka, cercò di contrattaccare con le sue forze limitate verso ovest ma, nonostante una coraggiosa resistenza dal 19 al 21 novembre di fronte alle superiori forze sovietiche, subì pesanti perdite contro il 3º Corpo di cavalleria della Guardia e il 22 novembre dovette ripiegare abbandonando Vercne Buzinovka.[13] La 14. Panzer-Division venne infine respinta a est del Don e quindi rimase accerchiata insieme a tutta la 6ª Armata del generale Paulus.

Durante i due mesi dell'assedio del kessel, i resti della 14. Panzer-Division, in cui erano stati raggruppati i pochi carri armati rimasti, vennero costantemente impiegati come riserva mobile centrale per cercare di contenere gli attacchi più pericolosi del nemico. La situazione divenne disperata e la divisione sarebbe stata totalmente distrutta, come tutte le forze accerchiate, al termine dell'ultima battaglia (2 febbraio 1943).

Uno degli ufficiali della divisione corazzata (Heinrich Gerlach, che partecipò direttamente alla battaglia e trascorse lunghi anni di prigionia in Russia) avrebbe descritto con grande efficacia nel suo romanzo L'armata tradita il tragico destino della 14. Panzer-Division e delle altre truppe tedesche accerchiate senza scampo nella sacca di Stalingrado.

La ricostituzione modifica

Nel quadro del programma hitleriano di immediata ricostituzione della 6ª Armata e delle divisioni distrutte a Stalingrado (motivato anche da ragioni di propaganda bellica), la nuova 14. Panzer-Division venne organizzata già nell'aprile 1943 in Bretagna, nella regione di Nantes-Angers. Dopo alcuni mesi di addestramento e formazione, la divisione corazzata venne di nuovo inviata sul fronte orientale nel novembre 1943 per partecipare ai tentativi della Wehrmacht di frenare la grande offensiva sovietica sul Dnepr, avendo in dotazione 49 Panzer IV, 44 Sturmgeschütz III, 9 carri comando e 7 carri lanciafiamme;[14] assegnata al XXXX Panzerkorps (insieme alla 24. Panzer-Division, altra formazione "risorta" dopo Stalingrado) raggiunse subito buoni risultati a Krivoy Rog respingendo la 5ª Armata corazzata della Guardia sovietica.
Durante la durissima campagna invernale 1943-44 la 14. Panzer-Division venne nuovamente portata ai limiti della sua efficienza; prese parte infatti ai terribili combattimenti di Kropyvnyc'kyj e Čerkasy (tentativi di sbloccare le truppe tedesche accerchiate nella sacca di Korsun') e quindi all'estenuante ritirata combattendo verso la Romania, attraversando il Prut e il Dniestr, in mezzo al fango del disgelo primaverile e esposta ai pesanti attacchi delle armate corazzate sovietiche in avanzata. Durante queste battaglie la divisione corazzata si batté valorosamente ma subì gravi perdite e venne praticamente decimata.

 
Panzer IV (probabilmente tutti della 4ª compagnia del 36. Panzer-Regiment) della 14. Panzer-Division fotografati nell'estate 1942

I vertici militari tedeschi optarono per il ritiro del reparto dal fronte di Iași, dove era schierata nella primavera 1944 e riportata nelle retrovie per essere riorganizzata e riequipaggiata (prima di questa decisione alla divisione restavano solo tre cannoni d'assalto e un Panzer IV operativo).[11]
L'esito catastrofico per i tedeschi dell'operazione Bagration costrinse l'Alto comando a gettare in combattimento di nuovo la divisione ancora incompleta. Impegnata ora nel settore nord del fronte orientale, contribuì valorosamente a frenare l'avanzata sovietica verso il Baltico e partecipò a vari contrattacchi di alleggerimento, grazie anche ai 79 Panzer V Panther arrivati in estate.[14] Ma la spinta sovietica riprese nell'ottobre 1944 e questa volta riuscì a isolare il Gruppo d'armate Nord (con ben 26 divisioni, tra cui la 14. Panzer-division)[15] in Curlandia, dove le forze tedesche si sarebbero battute accanitamente fino alla capitolazione finale del maggio 1945.

La fine modifica

La 14. Panzer-Division costituì, insieme alla 12. Panzer-Division, l'elemento corazzato delle forze tedesche isolate in Curlandia e contribuì validamente ai vari successi difensivi che permisero di prolungare per mesi la resistenza nella sacca.
Di fronte alla catastrofe sull'Oder e all'invasione della Germania Orientale da parte dell'Armata Rossa, il comando tedesco decise di evacuare via mare la 14. Panzer-Division per impiegarla in difesa della Prussia e della Pomerania. La situazione ormai compromessa permise di attuare tale piano solo in parte, mentre il grosso degli uomini avrebbe tristemente terminato la sua tormentata vicenda bellica arrendendosi l'8 maggio 1945 a Liepāja,[4] finendo in gran parte prigioniero dei russi.

Ordine di battaglia modifica

Formazione originaria (1940-1943)

  • Stabs (Quartier generale)
  • 14. Schützen-Brigade (14ª brigata di fanteria meccanizzata)
    • 103. Schützen-Regiment (103º reggimento di fanteria meccanizzata)
    • 108. Schützen-Regiment
    • 64. Kradschützen-Bataillon (64º battaglione motociclisti)
  • 36. Panzer-Regiment (36º reggimento corazzato)
  • 4. Panzer-Artillerie-Regiment (4º reggimento di artiglieria corazzato)
  • 4. Panzerjäger-Abteilung (4º battaglione cacciacarri)
  • 40. Panzer-Aufklärung-Abteilung (40º battaglione da ricognizione corazzato)
  • 13. Pionier-Bataillon (13º battaglione del genio militare)
  • 4. Nachrichten-Abteilung (4º battaglione trasmissioni)
  • 4. Feldersatz-Bataillon (4º battaglione rimpiazzi)
  • Unità di servizi e supporto

Seconda formazione (1943)

  • Stabs
  • 103. Panzergrenadier-Regiment (103º reggimento panzergrenadier)
  • 108. Panzergrenadier-Regiment
  • 36. Panzer-Regiment
  • 64. Kradschützen-Bataillon
  • 4. Panzer-Artillerie-Regiment
  • 276. Heeres-Flak-Abteilung (276º distaccamento FlaK dell'esercito) - dal maggio 1942.[4]
  • 4. Panzerjäger-Abteilung
  • 13. Pionier-Bataillon
  • 4. Panzer-Nachrichten-Abteilung (4º battaglione trasmissioni corazzato)
  • 4. Feldersatz-Bataillon
  • Unità di servizi e supporto

Dati tratti da:[16]

Decorazioni modifica

Cinque uomini della 14. Panzer-Division si fregiarono della spilla d'oro per il combattimento corpo a corpo,[17] altri 149 ricevettero la Croce Tedesca d'oro e 8 quella d'argento, 44 la spilla d'onore dell'esercito e 56 la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro, di cui 5 con Fronde di Quercia e una con Fronde di Quercia e Spade.[18]
Il maggiore Bernhard Sauvant fu l'unico ad essere insignito dell'Ordine di Michele il Coraggioso il 15 giugno 1943.[19]

Comandanti modifica

Prima formazione

Nome Grado Inizio Fine
Erick-Oskar Hansen Generalleutnant 15 agosto 1940 30 settembre 1940
Heinrich von Prittwitz und Gaffron Generalmajor 1º ottobre 1940 21 marzo 1941
Friedrich Kühn Generalmajor 22 marzo 1941 30 giugno 1941
Ferdinand Heim Generalmajor 1º luglio 1942 1º novembre 1942
Hans Freiherr von Falkenstein Oberst 1º ottobre 1942[20] 1º novembre 1942
Johannes Baeßler Generalmajor 1º novembre 1942 26 novembre 1942
Martin Lattmann Oberst 26 novembre 1942 31 dicembre 1942
Martin Lattmann Generalmajor 1º gennaio 1943 ignota
Günther Ludwig Oberst ignoto 30 gennaio 1943

Seconda formazione

Nome Grado Inizio Fine Note
Friedrich Sieberg Oberst 1º aprile 1943 31 maggio 1943
Friedrich Sieberg Generalmajor 1º giugno 1943 29 ottobre 1943 ferito a Kryvyj Rih
morto il 3 novembre 1943
Karl-Max Grässel Oberst 29 ottobre 1943 31 ottobre 1943
Martin Unrein Oberst 1º novembre 1943 31 dicembre 1943
Martin Unrein Generalmajor 1º gennaio 1944 1º luglio 1944
Martin Unrein Generalleutnant 1º luglio 1944 31 agosto 1944 lasciò il comando per malattia
Werner Mummert Oberst 1º settembre 1944 4 settembre 1944
Oskar Munzel Oberst 5 settembre 1944 24 novembre 1944
Martin Unrein Generalleutnant 25 novembre 1944 31 gennaio 1945
Friedrich-Wilhelm Jürgen Oberst 1º febbraio 1945 23 febbraio 1945
Karl Gräßel Oberst 24 febbraio 1945 19 marzo 1945
Walter Palm Oberst 20 marzo 1945 8 maggio 1945

Dati tratti da:Unità della Wehrmacht okh.it[4]

Note modifica

  1. ^ Questo equipaggiamento fu utilizzato nel corso del tempo, generalmente usando contemporaneamente due o più tipi di carro.
  2. ^ Nella lingua tedesca il punto "." equivale al numero ordinale nella lingua italiana; nel caso specifico è messo al posto della "ª".
  3. ^ (EN) 4. Infanterie-Division, su axishistory.com. URL consultato l'11 marzo 2010.
  4. ^ a b c d Unità della Wehrmacht su okh.it, su okh.it. URL consultato il 27 novembre 2009.
  5. ^ La Wehrmacht scriveva proprio così gli opportuni numeri per numerare i corpi corazzati, pertanto le quattro "X" non sono un errore.
  6. ^ Panzer, i blindati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, vol. 14, p. 158, DeAgostini, 2009, Novara.
  7. ^ F. DeLannoy, Panzers en Ukraine, Editions Heimdal, 2001.
  8. ^ L'intero III Panzerkorps - 13. e 14. Panzer-Division, rivendicò 267 carri nemici distrutti durante la battaglia di Luc'k-Dubno; in R. Kirchubel, Operation Barbarossa 1941, Osprey, 2003.
  9. ^ P. Carell, Operazione Barbarossa, BUR, 2000.
  10. ^ P. Carell, Operazione Barbarossa, BUR, 2000; A. Beevor, Stalingrado, Rizzoli, 1998.
  11. ^ a b Movimenti di carri armati tedeschi, su okh.it. URL consultato l'11 marzo 2010.
  12. ^ AA.VV., Germany and the second world war, volume VI: the global war, Oxford press, 1991.
  13. ^ A. M. Samsonov, Stalingrado, fronte russo, pp. 315-317.
  14. ^ a b Panzer, i blindati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, vol. 14, p. 159, DeAgostini, 2009, Novara.
  15. ^ E. Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, volume 7, DeAgostini, 1971.
  16. ^ F. DeLannoy, Panzertruppen, Editions Heimdal, 2001.
  17. ^ Kurt Bormann (05/09/1944), Ernst Grunau (09/02/1945), Walter Hofmeier (30/04/1944), Martin Schindler (22/12/1944), Robert Staffen (24/01/1945).
  18. ^ F. DeLannoy, nel libro Panzertruppen, indica 51 Croci di Cavaliere della Croce di Ferro più altre 6 con Fronde di Quercia; coincide invece il dato per la Croce di Ferro con Fronde di Quercia e Spade.
  19. ^ (EN) 14. Panzer-Division, su axishistory.com. URL consultato il 26 novembre 2009.
  20. ^ Non è chiaro il perché di un mese in comune con il precedente comandante.

Bibliografia modifica

  • P. Carell, Operazione Barbarossa, BUR, 2000, ISBN non esistente
  • P. Carell, Terra bruciata, BUR, 2000, ISBN non esistente
  • F. DeLannoy, Panzers en Ukraine, Editions Heimdal, 2001, ISBN 2-84048-148-0
  • F. DeLannoy, Panzertruppen, Editions Heimdal, 2001, ISBN 2-84048-151-0
  • H. Gerlach, L'Armata tradita, BUR, 1998, ISBN non esistente
  • A. Beevor, Stalingrado, Rizzoli, 1998, ISBN 88-17-25876-8
  • Panzer, i blindati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, vol. 14, DeAgostini, 2009, Novara, ISSN 2035-388X

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN237472628 · GND (DE4781912-1 · WorldCat Identities (ENviaf-237472628
  Portale Seconda guerra mondiale: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della seconda guerra mondiale