Abu Zakariyya Yahya

Abū Zakariyyāʾ Yaḥyā ibn ʿAbd al-Wāḥid (Arabo أبو زكريا يحيى بن عبد الواحد; 12031249) è stato il primo sultano indipendente della dinastia hafside dell'Ifriqiya. Era fratello del precedente governatore della regione Abū Muḥammad ʿAbd Allāh, quindi figlio di ʿAbd al-Wāḥid b. Abī Ḥafṣ ʿUmar al-Hintātī, compagno dell'autoproclamato Mahdi Ibn Tūmart e primo governatore dell'Ifriqiya per conto degli Almohadi.

Biografia modifica

Origini modifica

Durante il periodo di governo del padre e del fratello servì come governatore di Gabès e poi di Tunisi per conto degli Almohadi di Marrakesh, la dinastia che controllava tutto il Maghreb e al-Andalus.

Salita al potere e indipendenza modifica

Nel 1228 detronizzò il fratello Abū Muḥammad ʿAbd Allāh.

Era uno strenuo osservatore della dottrina del Mahdi fondata da Ibn Tūmart, e, quando il califfo almohade Idrīs al-Maʾmūn rigettò tale dottrina a favore di quella sunnita, Abū Zakariyyāʾ dichiarò la propria indipendenza da Marrakesh e, nel 1229, smise di far dire la khuṭba in nome del califfo almohade.

Consolidamento del potere modifica

Nel 1230 conquistò Costantina e Béjaïa, e, nel 1234 espulse i discendenti dei Banū Ghāniya a sud di Costantina e nella Tripolitania.

Nel 1242 attaccò e conquistò Tlemcen, capitale del Regno di Tlemcen della dinastia zayyanide, con un esercito poderoso (secondo le fonti dell'epoca solo gli arcieri erano 30.000) costringendo il sultano zayyanide Yaghmurāsan ibn Zayyān a fuggire nei territori delle tribù dei Banu Ournid. Abū Zakariyyā, constatando però la popolarità di cui godeva Yaghmurāsan presso la popolazione di Tlemcen, oltre al fatto che i notabili locali filo-Zayyanidi si rifiutavano di collaborare con gli Hafsidi, decise di riconsegnare Tlemcen a Yaghmurāsan e di allearsi con lui contro il nuovo califfo almohade al-Ḥasan al-Saʿīd.

Nel 1238 in al-Andalus Valencia era assediata da Giacomo I, e Abū Zakariyyāʾ rispose alla richiesta di soccorso del Zayyān ibn Mardanish, il governatore della città, inviando verso Valencia una flotta che non riuscì nemmeno a sbarcare in città perché gli Aragonesi avevano bruciato il porto.

La sua astuzia e abilità gli permisero, entro la fine del suo regno, di avere uno Stato forte, dove la dinastia merinide del Maghreb al-Aqsa (attuale Marocco), gli Zayyanidi del Regno di Tlemcen e i Nasridi del Sultanato di Granada lo avevano riconosciuto formalmente come loro signore.

Politica, economia e opere architettoniche modifica

 
Minareto della moschea della Qasba, edificata per volere di Abū Zakariyyāʾ.

Abū Zakariyyāʾ stabilì la propria capitale a Tunisi, facendovi edificare moschee, madrase, suq e altri edifici. Sue opere furono la madrasa al-Shammāʿiyya[1]. e la moschea della Qasba.[2]

Avviò relazioni diplomatiche e commerciali con l'imperatore Federico II di Svevia, con l'Aragona, la Provenza, la Linguadoca, con Venezia, Pisa e Genova. Grazie all'aumento del commercio marittimo Tunisi divenne un importante centro economico e culturale. Nella città durante il suo regno si rifugiarono molti andalusi in fuga dalla Reconquista, accogliendo nella sua corte molti notabili e letterati andalusi.

Abū Zakariyyāʾ permise agli ebrei che erano stati convertiti con la forza all'islam in epoca almohade di tornare al giudaismo, tornando a vivere in condizioni relativamente normali. Le sinagoghe chiuse o distrutte in epoca almohade furono riaperte e ricostruite. Gli ebrei giocarono un ruolo molto importante nella politica economica di Abū Zakariyyāʾ, occupandosi del commercio estero sviluppato dal sultano.[3]

Morì nel 1249 e gli succedette al trono il figlio Muḥammad I al-Mustanṣir.

Note modifica

  1. ^ Cioè "madrasa dei fabbricanti di candele". Si veda (FR) Médersa Ech Chamaiya
  2. ^ (FR) Mosquée de la Kasbah de Tunis
  3. ^ Jews in Tunisia 03: Arab rule 1229-1543, su www.hist-chron.com. URL consultato il 26 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2023).

Bibliografia modifica

  • Julien, Charles-André. Histoire de l'Afrique du Nord, des origines à 1830, Payot, Parigi, 1994.
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