Achille Stennio
Achille Stennio (Genova, 4 marzo 1866 – Devetaki, 17 settembre 1916) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Achille Stennio | |
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Nascita | Genova, 4 marzo 1866 |
Morte | Devetaki, 17 settembre 1916 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Luogo di sepoltura | Sacrario militare di Redipuglia |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1888-1916 |
Grado | Colonnello |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Sesta battaglia dell'Isonzo |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916[1] | |
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Biografia modifica
Nacque a Genova il 4 marzo 1866[3][4] [2] A partire dall'ottobre 1883 frequentò la Scuola militare uscendone nel 1888 con il grado di sottotenente dell'arma di fanteria in forza al 29° Reggimento.[3] Divenuto capitano nel 1901 fu trasferito a 68° Reggimento.[4] Con il 68° prese parte alla guerra italo-turca a partire dall'ottobre 1911, dove si distinse particolarmente, ottenendo un encomio solenne e la promozione a maggiore.[4] Rientrò in Italia per un breve periodo e poi fu di nuovo in Libia assegnato al comando del III Battaglione eritreo.[4] Dal gennaio 1913 all'ottobre 1914 prese parte alla campagna per il consolidamento della conquista della Libia, ricevendo un altro encomio solenne e la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[4]
Promosso tenente colonnello nel novembre 1915 rientrò in Italia per combattere sul fronte giulio.[4] Nel marzo 1916 divenne comandante del III Battaglione del 9° Reggimento fanteria della Brigata Regina posto in prima linea nel settore del Monte San Michele.[4]
Comandò gli attacchi per la conquista di una munita ridotta nemica, denominata "il Fortino", sulla sella fra il Monte San Martino e il Monte San Michele, mantenendola poi saldamente per tre giorni, nonostante i continui contrattacchi e il fuoco delle artiglierie austro-ungariche.[3][4] Per questo fatto fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare.[3][4] Divenuto colonnello assunse il comando del reggimento, e il 12 agosto lo comandò nella conquista di Oppacchiasella.[5] Il 17 settembre il reggimento riprese l'attacco contro le forti posizioni nemiche di Devetaki.[3] Durante il combattimento andò nella trincea più avanzata per compiere una accurata e minuta preparazione dell'attacco, studiando nel contempo i particolari del terreno.[5] Mentre era in piedi sulla trincea conquistata dirigendo l'afflusso dei rinforzi fu colpito a morte in pieno petto da una una raffica di mitragliatrice.[2][6] Con motu proprio del 26 ottobre 1916 re Vittorio Emanuele III lo insignì della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] La sua salma e sepolta nel cimitero di guerra di Redipuglia.[6]
Onorificenze modifica
— Regio Decreto 26 ottobre 1916.
Note modifica
Annotazioni modifica
Fonti modifica
- ^ Carolei, Greganti, Modica 1968, p.268.
- ^ a b c Pietre della Memoria.
- ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
- ^ a b c d e f g h i Cadeddu, Gaspari, Seccia, Severini, Todero 2020, p.103.
- ^ a b Cadeddu, Gaspari, Seccia, Severini, Todero 2020, p.104.
- ^ a b Cadeddu, Gaspari, Seccia, Severini, Todero 2020, p.105.
- ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
- ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
Bibliografia modifica
- Lorenzo Cadeddu, Paolo Gaspari, Giorgio Seccia, Giuseppe Severini e Roberto Todero, La religione civile di un popolo. Carso, Redipuglia, Oslavia, il cimitero degli eroi di Aquileia, Udine, Gaspari Editore, 2020.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 178.
- Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1916. L'anno d'angoscia. Dalla spedizione punitiva alla presa di Gorizia. Le "spallate" sull'Isonzo, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Voci correlate modifica
Collegamenti esterni modifica
- Stennio, Achille, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 marzo 2024.
- Stennio, Achille, su MOVM. URL consultato l'11 marzo 2024.
- Piazzale Medaglia d'oro Stennio, su Pietre della Memoria. URL consultato l'11 marzo 2024.