Adalberto di Savoia-Genova

principe e generale italiano

Adalberto Luitpoldo Elena Giuseppe Maria di Savoia-Genova (Torino, 19 marzo 1898Torino, 15 dicembre 1982) è stato un generale italiano, principe di Casa Savoia, appartenente al ramo Savoia-Genova.

Adalberto di Savoia-Genova
Adalberto di Savoia-Genova nel 1929
Duca di Bergamo
Stemma
Stemma
In carica22 settembre 1904 –
15 dicembre 1982
PredecessoreTitolo creato
SuccessoreTitolo estinto
Nome completoAdalberto Luitpoldo Elena Giuseppe Maria di Savoia-Genova
TrattamentoAltezza reale
Altri titoliPrincipe di Savoia (dal 1898 al 1982)
Senatore del Regno d'Italia (dal 1919 al 1946)[1]
NascitaTorino, 19 marzo 1898
MorteTorino, 15 dicembre 1982 (84 anni)
Luogo di sepolturaCripta reale di Superga
DinastiaSavoia-Genova
PadreTommaso di Savoia-Genova
MadreIsabella di Baviera
ReligioneCattolicesimo
Adalberto di Savoia-Genova
Adalberto di Savoia-Genova in una fotografia d'epoca
NascitaTorino, 19 marzo 1898
MorteTorino, 15 dicembre 1982
Luogo di sepolturaCripta reale di Superga
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
Anni di servizio1917 - 1943
GradoGenerale d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante diReggimento "Savoia Cavalleria" (3º)
8ª Armata
DecorazioniCavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata
Fonti nel corpo del testo
voci di militari presenti su Wikipedia

Nel periodo interbellico era spesso citato con il titolo di duca di Bergamo.

Biografia modifica

Infanzia modifica

Adalberto di Savoia-Genova nacque nel 1898 a Torino, quarto figlio di Tommaso di Savoia-Genova e di Isabella di Baviera. Suo padre era nipote di Carlo Alberto di Savoia e di Giovanni di Sassonia. Sua madre era nipote di Ludovico I di Baviera e pronipote di Carlo IV di Spagna e di Francesco I delle Due Sicilie.[2]

La coppia ebbe altri cinque figli: Ferdinando (1884-1963), Filiberto (1895-1990), Maria Bona (1896-1971), Maria Adelaide (1904-1979) ed Eugenio (1906-1996). Il 22 settembre 1904 il re Vittorio Emanuele III, suo cugino, gli conferì il titolo di duca di Bergamo.[3]

Carriera militare modifica

 
Adalberto di Savoia-Genova nel 1937

Partecipò alla prima guerra mondiale e combatté con il suo reparto sul Montello nell'ottobre 1917 e in Vallagarina nel febbraio 1918. Successivamente la sua carriera militare si svolse fra l'Italia e l'Africa Orientale Italiana:[4]

Dopo l'occupazione italiana dell'Albania per Adalberto si parlò della nomina a luogotenente generale del re, in quanto aveva rappresentato Casa Savoia al matrimonio di re Zog suscitando molte simpatie fra gli albanesi, ma la cosa non ebbe alcun seguito.[5] Guidò a Sofia la delegazione ufficiale italiana ai funerali del re Boris III di Bulgaria, morto in circostanze misteriose il 28 agosto 1943. Durante il fascismo l'OVRA raccolse un dossier, più o meno fondato, riguardante la presunta omosessualità di Adalberto.[6]

Il duca di Bergamo, tuttavia, intrattenne una lunghissima relazione con Anita Scarzella, una nobile piemontese che, però, non si concluse con il matrimonio per via dell'opposizione di Umberto II.[7] Nonostante vivesse in anni così importanti per l'Italia, Adalberto si tenne sempre lontano dalla mondanità e dalla corte e condusse una vita abbastanza anonima, soprattutto se paragonata a quella dei cugini del ramo Savoia-Aosta.[8] Non si sposò mai e non ebbe figli.

Ultimi anni e morte modifica

Dopo il mutamento istituzionale del 1946 visse per trent'anni, insieme a suo fratello maggiore Filiberto, all'Hotel Ligure di piazza Carlo Felice a Torino.[9] Nel 1977, dopo che alcuni malviventi avevano assaltato l'albergo e trafugato il contenuto di alcune cassette di sicurezza, fra le quali la sua, il solo Adalberto si trasferì in una villetta precollinare di proprietà di Gertrud Kiefer von Raffler, vedova di Massimo Olivetti, dove morì nel 1982. È sepolto nella cripta reale della basilica di Superga, sulle alture del capoluogo piemontese.[10]

Il principe Adalberto non godette di particolare stima se si tiene presente che Galeazzo Ciano, il 24 agosto 1939, scrisse nel diario un commento sprezzante di Vittorio Emanuele III, il quale lamentava il fatto che Mussolini avesse appositamente messo in forzata inattività militare suo figlio Umberto, escludendolo così non solo dalla possibilità di prendere decisioni, ma anche dal poter ricevere gloria militare: «Hanno il comando quei due imbecilli di Bergamo e di Pistoia, ben può averlo anche mio figlio»[11], commento comunque isolato e tratto da una conversazione privata, perché durante tutta la sua lunga carriera militare e per tutta la sua vita fu sempre fedele al suo giuramento al Re e alla Patria.

Ai tempi del referendum del 1946, nel diario di Falcone Lucifero si trovano alcuni riferimenti poco lusinghieri nei confronti di Adalberto e di Filiberto riguardo al loro acume, non già al loro stile di vita, che fu sempre improntato al riserbo e alla semplicità.[12]

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo Alberto di Savoia Carlo Emanuele di Savoia-Carignano  
 
Maria Cristina di Sassonia  
Ferdinando di Savoia-Genova  
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena Ferdinando III di Toscana  
 
Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli  
Tommaso di Savoia-Genova  
Giovanni di Sassonia Massimiliano di Sassonia  
 
Carolina di Borbone-Parma  
Elisabetta di Sassonia  
Amalia Augusta di Baviera Massimiliano I Giuseppe di Baviera  
 
Carolina di Baden  
Adalberto di Savoia-Genova  
Ludovico I di Baviera Massimiliano I Giuseppe di Baviera  
 
Augusta Guglielmina d'Assia-Darmstadt  
Adalberto di Baviera  
Teresa di Sassonia-Hildburghausen Federico di Sassonia-Altenburg  
 
Carlotta di Meclemburgo-Strelitz  
Isabella di Baviera  
Francesco di Paola di Borbone-Spagna Carlo IV di Spagna  
 
Maria Luisa di Borbone-Parma  
Amalia Filippina di Borbone-Spagna  
Luisa Carlotta di Borbone-Due Sicilie Francesco I delle Due Sicilie  
 
Maria Isabella di Borbone-Spagna  
 

Ascendenza patrilineare modifica

  1. Umberto I, conte di Savoia, circa 980-1047
  2. Oddone, conte di Savoia, 1023-1057
  3. Amedeo II, conte di Savoia, 1046-1080
  4. Umberto II, conte di Savoia, 1065-1103
  5. Amedeo III, conte di Savoia, 1087-1148
  6. Umberto III, conte di Savoia, 1136-1189
  7. Tommaso I, conte di Savoia, 1177-1233
  8. Tommaso II, conte di Savoia, 1199-1259
  9. Amedeo V, conte di Savoia, 1249-1323
  10. Aimone, conte di Savoia, 1291-1343
  11. Amedeo VI, conte di Savoia, 1334-1383
  12. Amedeo VII, conte di Savoia, 1360-1391
  13. Amedeo VIII, duca di Savoia, 1383-1451
  14. Ludovico, duca di Savoia, 1413-1465
  15. Filippo II, duca di Savoia, 1443-1497
  16. Carlo II, duca di Savoia, 1486-1553
  17. Emanuele Filiberto, duca di Savoia, 1528-1580
  18. Carlo Emanuele I, duca di Savoia, 1562-1630
  19. Tommaso Francesco, principe di Carignano, 1596-1656
  20. Emanuele Filiberto, principe di Carignano, 1628-1709
  21. Vittorio Amedeo I, principe di Carignano, 1690-1741
  22. Luigi Vittorio, principe di Carignano, 1721-1778
  23. Vittorio Amedeo II, principe di Carignano, 1743-1780
  24. Carlo Emanuele, principe di Carignano, 1770-1800
  25. Carlo Alberto, re di Sardegna, 1798-1849
  26. Ferdinando, primo duca di Genova, 1822-1855
  27. Tommaso, secondo duca di Genova, 1854-1931
  28. Adalberto, duca di Bergamo, 1904-1982

Onorificenze modifica

Onorificenze italiane modifica

«Comandante della Divisione «Gran Sasso», in un momento particolarmente delicato del combattimento, si portava sulla linea di fuoco del più provato dei suoi reggimenti e, noncurante delle offese nemiche contro di lui intensamente rivolte, con la presenza, la parola e la dimostrazione di eccezionale serenità di animo, eccitava il valore dei combattenti, accendeva l'entusiasmo in maniera da influire in modo decisamente favorevole sull'esiti della lotta.»
— Scirè 2 marzo 1936[14]
«Trovandosi col proprio squadrone in trincea di prima linea, durante un fuoco di artiglieria nemica che sconvolgeva con grossi calibri un tratto di trincea stessa, rimaneva sereno e impavido al proprio posto, fra i suoi soldati, dando nobilissimo esempio di calma, ardimento e di alte virtù militari.»
— 25 ottobre 1916[15]

Onorificenze straniere modifica

Note modifica

  1. ^ A norma dell'art. 34 dello Statuto Albertino: «I Principi della Famiglia Reale fanno di pien diritto parte del Senato. Essi seggono immediatamente dopo il Presidente. Entrano in Senato a vent'un anno, ed hanno voto a venticinque».
  2. ^ Adalberto di Savoia-Genova, Duca di Bergamo, su thepeerage.com. URL consultato il 24 agosto 2014.
  3. ^ a b c d e f g Breve biografia di Adalberto di Savoia-Genova, su ilcastellodiaglie.it. URL consultato il 3 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2013).
  4. ^ Biography of General Prince Adalberto Leopoldo Elena Giuseppe Duke of Bergamo, su generals.dk. URL consultato il 10 febbraio 2013.
  5. ^ Vignoli, p. 170.
  6. ^ Benadusi, p. 236.
  7. ^ Savonesi illustri (Piero Astengo, GB Gavotti, Giuseppe Tarò) testimoni di un amore segreto, su trucioli.it. URL consultato l'8 agosto 2014.
  8. ^ de Leonardis, p. 200.
  9. ^ Chiude l'hotel del duca affabile, su pagina.to.it. URL consultato il 5 febbraio 2013.
  10. ^ Lista dei Savoia sepolti a Superga, su royaltyguide.nl. URL consultato il 15 agosto 2014.
  11. ^ Speroni, p. 166.
  12. ^ Vignoli, p. 47.
  13. ^ a b c d e f Albero genealogico di Casa Savoia, su sardimpex.com. URL consultato il 6 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2012).
  14. ^ gazzettaufficiale.it, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1936/06/27/148/sg/pdf.
  15. ^ I Savoia-Genova, su vivailre.it. URL consultato il 15 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).

Bibliografia modifica

  • Giulio Vignoli, Il sovrano sconosciuto. Tomislavo II re di Croazia, Milano, Mursia, 2006, ISBN 88-425-3583-4.
  • Gigi Speroni, Umberto II. Il dramma segreto dell'ultimo re, Milano, Bompiani, 2004, ISBN 88-452-1360-9.
  • Lorenzo Benadusi, Il nemico dell'uomo nuovo: l'omosessualità nell'esperimento totalitario fascista, Milano, Feltrinelli, 2005, ISBN 88-07-10386-9.
  • Massimo de Leonardis, Monarchia, Famiglia Reale e Forze Armate nell'Italia unita, in Rassegna Storica del Risorgimento, LXXXV, fascicolo IV, ottobre-dicembre 1998, ISSN 0033-9873 (WC · ACNP).

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN304915989 · SBN CUBV142496 · BAV 495/334064 · GND (DE1257340905 · WorldCat Identities (ENviaf-304915989