L'Adone, anche noto come Adone Mazzarino[1], è un'opera scultorea realizzata dall'artista fiammingo François Duquesnoy nei primi tempi del XVII secolo e attualmente conservata al Museo del Louvre di Parigi.[2] Il soggetto dell'opera è Adone, il bellissimo mortale amato dalla dea Afrodite.

Adone
AutoreFrançois Duquesnoy
Dataprimo XVII secolo
Materialemarmo
Altezza185 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Storia modifica

La statua è anche nota come Adone Mazzarino perché in passato faceva parte della collezione del cardinale Mazzarino. In seguito divenne di proprietà di Armand Charles de La Porte de La Meilleraye, il quale mutilò la scultura in un impeto di follia nel XVII secolo.[2]

Descrizione modifica

Il soggetto raffigurato è Adone, frutto dell'amore incestuoso tra Mirra e suo padre, Cinira, re di Cipro. La fanciulla, infatti, era innamorata del padre e per giacere con lui decise di ingannarlo, con l'aiuto della nutrice Ippolita; quando Cinira riconobbe la figlia, infuriato, la inseguì con una spada. Fu in quel momento che Mirra, affinché le fosse risparmiata la vita, pregò gli dei, i quali la trasformarono in un albero di mirra. Con le sembianze di albero, quindi, diede alla luce Adone.

Afrodite, trovato il bambino, rimase incantata dalla sua bellezza e, adagiato in una cassa, lo consegnò a Persefone. Adone crebbe e divenne un giovane straordinariamente bello, conteso da entrambe le dee, nessuna delle due disposta a lasciarlo andare. Zeus (o Calliope) decise di tripartire l'anno di Adone: un terzo con Afrodite, un terzo con Persefone e un terzo con chiunque egli desiderasse.[3]

Secondo il mito di Ovidio, Adone fu ferito mentre cacciava da un cinghiale e morì dissanguato tra le braccia di Afrodite.[4] In alcune versioni della storia, a mandare il cinghiale ad uccidere il ragazzo fu Ares, geloso perché Afrodite trascorreva troppo tempo con il mortale[5]; in altre, tra cui quella di Euripide,[3] fu Artemide la responsabile della sua morte, voluta per vendicare il suo prediletto Ippolito, ucciso da Afrodite (Adone, in quanto cacciatore, si avventurò nel bosco, regno di Artemide, e lì fu attaccato dal cinghiale).[3]

Stile modifica

Il perfezionamento di sculture antiche da parte di Duquesnoy fu considerato dai suoi contemporanei come "assolutamente perfetto"; un altro pregevole esempio delle sue abilità è il Fauno Rondanini. Le statue dell'antichità erano spesso riprese nello stile barocco dall'artista che portava a termine il lavoro.

Nel caso dell'Adone, scolpito, al pari del Fauno, partendo da un torso antico, la posizione chiastica della figura ricorda quella della scultura bronzea del Mercurio,[6] sempre del Duquesnoy, e ciò mostra come lo scultore fondesse il gusto greco con l'influenza barocca dei suoi giorni.[6] La statua porta la firma dell'artista e, pur se rielaborata partendo da un antico torso romano, viene accettata come "autentica creazione artistica (del Duquesnoy)".[7]

Note modifica

  1. ^ Paul Philippot, Denis Coekelberghs, Pierre Loze e Dominique Vautier, L'architecture religieuse et la sculpture baroques dans les Pays-Bas méridionaux et la principauté de Liège, Mardaga, 2010, p. 1126.
  2. ^ a b Adonis, su cartelen.louvre.fr, Louvre. URL consultato il 17 settembre 2020.
  3. ^ a b c Adonis, su britannica.com, Britannica. URL consultato il 17 settembre 2020.
  4. ^ Karl Kerényi, The Gods of the Greeks, London, England, Thames and Hudson, 1951, pp. 76, ISBN 0-500-27048-1.
  5. ^ Monica S. Cyrino, Aphrodite, Gods and Heroes of the Ancient World, New York City, New York and London, England, Routledge, 2010, p. 96, ISBN 978-0-415-77523-6.
  6. ^ a b Olga Raggio, Apollo teaching Cupid how to use a bow, in Liechtenstein, the Princely Collections, New York City, New York, Metropolitan Museum of Art, 1985, p. 83, ISBN 9780870993855.
  7. ^ Comité français d'histoire de l'art, Revue de l'art Volumes 35-38, Flammarion, 1977, p. 75.

Bibliografia modifica

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