Ajroldi di Robbiate

La famiglia Ajroldi o Airoldi, è una delle più antiche famiglie nobiliari milanesi, attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio dell'Italia settentrionale[1], dove ottennero feudi a Robbiate, Imbersago, Verderio, Albiate, Cinisello Balsamo, Olcio, Lecco, Bellagio e Mandello del Lario.

Ajroldi di Robbiate
Versione 1: Partito, troncato, trinciato, tagliato d'azzurro e d'argento, col capo d'oro, carico di un'aquila di nero.
Versione 2: Grembiato di argento e di azzurro (8 pezzi) - aquila di nero su oro in capo
StatoSignoria poi Ducato di Milano (1317-1535);
Stato di Milano (1535-1748);
Lombardia Austriaca (1749-1796);
Amministrazione generale di Lombardia (1796-1797);
Repubblica Cisalpina (1797-1799);
Commissariato Imperiale (1799-1800);
Repubblica Cisalpina (1800-1802);
Repubblica Italiana (1802-1805);
Regno d’Italia (1805-1814);
Reggenza provvisoria di governo (1814-1815);
Regno Lombardo-Veneto (1815-1859);
Governo provvisorio di Lombardia (1848);
Regio governo di Lombardia (1859);
Regno di Sardegna (1859);
Regno d’Italia (1861-1946);
Repubblica italiana (dal 1946)
TitoliConti di Lecco
Baroni dell'Impero Austriaco
Cavalieri dell'Impero Austriaco
Signori di Bellagio
Trattamento di Don e Donna
FondatoreDionisio de Airoldis de Robiate
Attuale capoLuca Ajroldi di Robbiate
Data di fondazione1377

Gli Ajroldi figurano compresi nella Matricula nobilium familiarum Mediolani di Ottone Visconti a partire dal 1377[2]. Nel XV secolo furono attivissimi mercanti di lana tra Como e Lecco, banchieri e notai. Alcuni di loro ottennero anche incarichi religiosi ad altri ricoprirono importanti ruoli presso le istituzioni del Ducato di Milano. Furono Conti di Lecco e Signori di Bellagio dal 1647.

Il ramo principale degli Ajroldi di Robbiate è giunto fino al XXI secolo con Don Luca Ajroldi di Robbiate. Giornalista, inviato di guerra, gia vice direttore del TG2, poi Direttore di TMC. Ha fondato nel 1980 la società di Comunicazione Integrata I-Mage che ha disegnato e realizzato la campagna del Ministero della Sanità per la lotta all' AIDS e ideato e costruito le prime campagne di comunicazione dell’8% mille per la C.E.I. ( Conferenza Episcopale Italiana)[senza fonte].

Rami cadetti di questa famiglia si sono uniti a quelli di altre famiglie nobili, tra cui la famiglia Brichetto Arnaboldi a cui appartiene, tra gli altri, Letizia Moratti ex sindaco di Milano; e la famiglia Paternò di Spedalotto la cui ultima erede è l'attuale consorte del principe Amedeo di Savoia.

Origini modifica

Il capostipite della famiglia sembrerebbe essere Dionisio de Airoldis de Robiate, nel XII secolo[3], ma è probabile che la famiglia abbia origini precedenti[2]. Infatti gli Ajroldi iniziano a stanziarsi nei dintorni di Lecco già alla morte del Conte Attone, grazie all'arcivescovo di Milano, Ariberto da Intimiano, tra il X e l'XI secolo. Tuttavia lo storico italiano Giovanni Dozio, nel suo indica come possibile capostipite Arioaldus de Robiate, citato in un documento del 956.[4]

Ducato di Milano modifica

Gli Ajroldi di Robbiate son ufficialmente inscritti nel novero della nobiltà milanese tramite la pubblicazione della Matricula nobilium familiarum Mediolani di Ottone Visconti, datata 1377. In questo periodo si ritrovano documenti riguardanti un nipote di Dionisio, Antonio, che fu un noto mercante di lana[3].

Per tutto il XV secolo gli Ajroldi furono attivissimi mercanti che operarono tra le città di Como e Lecco, ma anche ricchi banchieri e notai. Alcuni di loro ottennero anche incarichi religiosi ed altri ricoprirono importanti ruoli presso le istituzioni del Ducato di Milano.

Desiderio Ajroldi di Robbiate (1541 - 1606) fu il primo membro della famiglia ad essere sepolto nel sepolcro gentilizio della chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro martire in Robbiate, edificata nel 1571. Alla fine XVI secolo, un membro della famiglia, Domenico Ajroldi, venne nominato Abate Generale dell'Ordine Benedettino di Milano[5].

Dalla metà del XVII secolo quattro membri della famiglia occuparono la carica di Tesoriere Generale del Ducato di Milano e altri undici occuparono alte cariche istituzionali.

Nel 1647, Marcellino Ajroldi, già tesoriere generale dello Stato di Milano nel 1631, acquistò i feudi di Lecco e Bellagio e ottenne il titolo di Conte dal Re Filippo IV di Spagna nel 1649.[6] Attivo mecenate, Marcellino affidò al pittore Giacomo Antonio Santagostino la realizzazione del ciclo mariano del santuario della Beata Vergine del Fiume a Mandello del Lario.

Impero Austriaco modifica

Tra le figure di spicco della famiglia durante l'occupazione austriaca del Lombardo-Veneto, si ricorda Paolo Ajroldi (1793 - 1882), tenente maresciallo dell'esercito austriaco, consigliere e gran maggiordomo dell'imperatore Ferdinando I d'Austria, che insignì sia Paolo, sia i suoi fratelli Carlo e Michelangelo, dei titoli di cavaliere e barone dell'Impero austriaco, con diritto al prefisso di don e con trasmissione di tale titoli ai discendenti maschi e femmine[2].

Il 28 aprile 1799, al termine della Battaglia di Verderio, combattuta fra gli austro-russi e le truppe napoleoniche, successe un fatto singolare per la nobile famiglia: i soldati russi saccheggiarono la casa dei conti Ajroldi nel vicino territorio di Robbiate, disperdendo i documenti comprovanti l'origine della famiglia[7] e i titoli nobiliari che le spettavano. Se non fosse stato per la successiva testimonianza scritta di due cittadini robbiatesi la famiglia Ajroldi sarebbe stata certamente privata dei suoi diritti nobiliari.

Dalle guerre d'indipendenza al XXI secolo modifica

Paolo Ajroldi (1793 - 1882) ebbe un figlio, Luigi Ajroldi (1829-1905), di cui poco si sa e che ebbe due figli: Paolo (1863-1932) e Luigi (1868-1937).

Il figlio omonimo del nonno, Paolo Ajroldi (1863-1932) sposò la figlia di Giuseppe Bernardo Arnaboldi Gazzaniga, la contessa del Pirrocco Bice Arnaboldi Gazzaniga, da cui ebbe quattro figlie, Emilia Ajroldi Arnaboldi (08/05/1893) contessa del Pirrocco, Giovanna (22/02/1895), Maria Paola (10/06/1898) ed Elena(17/01/1900) . Emilia Ajroldi Arnaboldi andò in sposa l'8 gennaio 1920 a Virgilio Brichetto di Genova dando origine alla famiglia Brichetto Arnaboldi di cui si segnalano, tra gli altri, Paolo Brichetto Arnaboldi (1920-2013), figlio di Emilia e Virgilio, che fu partigiano durante la seconda guerra mondiale; e Letizia Moratti, figlia di Paolo ed ex sindaco di Milano. Giovanna andò in sposa il 6 ottobre 1925 al nobile Federico Federici. Maria Paola sposò il 18 aprile 1929 il Marchese Brunoro De Buzzaccarini de Vetulis. Elena sposò Il 23 novembre 1925 il nobile Carlo dei Conti Gritti Morlacchi.

L'altro figlio di Luigi, Luigi Ajroldi (1868-1937) fu generale di cavalleria dell'esercito italiano. Fondò la FISE (Federazione Italian Sport Equestri). Fu Presidente dell UNIRE ( Unione Nazionale Incremento Razze Equine). Fu Senatore del Regno per nomina reale. Sposò Olga Giacomelli da cui ebbe tre figli Luigi, Eugenio e Maria.

Luigi (1899-1959) generale in congedo di cavalleria. Eugenio Ajroldi (1903-1958), generale di cavalleria che sposò Letizia Caracciolo Ginnetti dei Principi di Avellino (1907-1960), dalla cui unione nacquero tre fratelli Paolo (1932-1990), Luigi(1937-1940) e Luca ( 1942-vivente) che donarono l'archivio di famiglia a quello di Stato di Milano[8] nel 1982. Paolo (1932-1990), fondatore della multinazionale della pubblicità TBWA morì senza eredi, mentre Luca, sposò Antonella Riva (1942-vivente) da cui ebbe Eugenio (1967-vivente) e PierFrancesco (1969-vivente). Eugenio dal 2001 ricopre il ruolo di Direttore delle Comunicazioni del Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta e dal 2009 è Cavaliere di Onore e Devozione del Sovrano Ordine di Maltae dal 2022 Grande Ufficiale al Merito Melitense[9]. Eugenio ha due figli, Bianca (2000) e un figlio Francesco (2002), nati dal matrimonio con Silvia de Franceschi[10].

Albero genealogico modifica

Francesco Antonio Ajroldi di Robbiate (?-?)
Pietro Paolo Ajroldi di Robbiate (1758-1838)
Michelangelo Ajroldi di Robbiate
Carlo Ajroldi di Robbiate
Barone Paolo Ajroldi di Robbiate (1793-1882)
Giuseppe Bernardo Arnaboldi Gazzaniga
Eugenio
Gerolamo
Barone Luigi Ajroldi di Robbiate (1829-1905)
Bice Arnaboldi Cazzaniga
Paolo Ajroldi (1863-1932)
Eugenio Ajroldi (1864-1911)
Barone Luigi Ajroldi(1868-1937)
Giovanna
Emilia Ajroldi Arnaboldi
Virgilio Brichetto di Genova
sconosciuto
Paolo Brichetto Arnaboldi (1920-2013)
Donna Letizia Caracciolo (1907-1960)
Barone Eugenio Ajroldi (1909-1958)
Letizia Brichetto Arnaboldi (1949-)
Barone Luca Ajroldi di Robbiate (1942-)
Luigi Ajroldi di Robbiate (1937-1940)
Paolo Ajroldi di Robbiate (1932-1990)
Eugenio Ajroldi di Robbiate (1967-)
Silvia de Franceschi (1964-)
Bianca Ajroldi di Robbiate (2000-)
Francesco Ajroldi di Robbiate (2002-)

Note modifica

  1. ^ Giovanni Dozio, Notizie di Vimercate e sua pieve raccolte su vecchi documenti, Giacomo Agnelli, 1858. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  2. ^ a b c Codex, Pavia (IT) - http://www.codexcoop.it, Ajroldi di Robbiate, famiglia (sec. XIV? -) – Archivi storici – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 marzo 2016.
  3. ^ a b G. Sitoni di Scozia, Theatrum genealogicum familiarum illustrium, nobilium et civium inclytae urbis Mediolani (...)
  4. ^ Giovanni Dozio, Notizie di Brivio e sua pieve, Agnelli, 1858, p. 186. URL consultato il 1º dicembre 2020.
  5. ^ Matteo Turconi Sormani, Le grandi famiglie di Milano, Newton Compton Editori, 3 dicembre 2015, ISBN 9788854187146. URL consultato il 29 marzo 2016.
  6. ^ Giovanni Dozio, Notizie di Brivio e sua pieve, Agnelli, 1858, p. 187. URL consultato il 1º dicembre 2020.
  7. ^ bartesaghi-verderio-storia: SACCHEGGIO ALLA CASA AIROLDI DI ROBBIATE DOPO LA BATTAGLIA DEL 28 APRILE 1799 a cura di Maria Fresoli, su bartesaghiverderiostoria.blogspot.it. URL consultato il 29 marzo 2016.
  8. ^ Archivio di Stato di Milano, Archivio Ajroldi. URL consultato il 18 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2017).
  9. ^ Eugenio Ajroldi di Robbiate | Istituto di Studi Politici S. Pio V, su istitutospiov.it. URL consultato il 29 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  10. ^ Habsburg 10, su william1.co.uk. URL consultato l'8 aprile 2016.

Voci correlate modifica