Alan Jones (allenatore di rugby)

conduttore radiofonico e allenatore di rugby australiano

Alan Belford Jones (Oakey, 13 aprile 1943), è una personalità radiofonica, nonché ex allenatore di rugby a 13 e 15 australiano, già tecnico degli Wallabies nel loro primo Grande Slam nell'Emisfero Nord e alla Coppa del Mondo di rugby 1987; ex insegnante e impegnato localmente in politica, esercita l'attività di conduttore radiofonico fin dagli anni ottanta.

Alan Jones
Alan Jones nel novembre 2011
Dati biografici
Paese Bandiera dell'Australia Australia
Rugby a 15
Carriera
Attività da allenatore
1983Manly
1984-87Bandiera dell'Australia Australia
1991-93Balmain Tigers
Statistiche aggiornate al 18 marzo 2011

Biografia modifica

Nato ad Oakley, cittadina dell'entroterra del Queensland a circa 100km da Brisbane, il 13 aprile 1941 (anche se alcune fonti riportano il 1942, 1943[1][2] e anche 1944[2]), compì gli studi inferiori ad Acland[3] e superiori a Toowomba, prima di trasferirsi a Brisbane per gli studi universitari ultimati nel 1967 con la laurea[1]; già dal 1963 era insegnante di scuola superiore a Brisbane[1].

Nel 1970 si trasferì a Sydney[1] e qualche anno più tardi assunse la conduzione della squadra di rugby della scuola dove insegnava; nel 1975 si dimise per assumere la direzione di una piccola compagnia aerea di proprietà di uno dei genitori dei suoi alunni[1] e, nel 1976, fece la sua prima comparsa in politica presentandosi alle preselezioni del distretto elettorale di Eden-Monaro per il Partito Nazionale, formazione di indirizzo conservatrice[1].

Nel biennio 1976-77 fu all'università di Oxford poi, tornato in Australia, si candidò nel 1978 al parlamento del Nuovo Galles del Sud nel distretto di Earlwood per il Partito Liberale[1]: in una cena organizzata nel corso della campagna elettorale si presentò vestito con un tipico costume nazionale greco accennando alcuni passi di danza tipici: Jones perse le elezioni in favore del candidato laburista e in seno al partito liberale nacquero critiche in seguito all'atteggiamento tenuto da Jones nella cena pre-elettorale[1]. Nonostante le critiche Jones si presentò anche per le elezioni del parlamento statale e perse con un margine di 23 punti, di nuovo contro il candidato laburista[4].

L'anno seguente fu a Canberra come speech writer dell'allora primo ministro australiano Malcolm Fraser[1], incarico che tenne fino al 1981.

Carriera tecnica modifica

Nel 1982 si candidò per la posizione di tecnico presso la federazione rugbistica del Nuovo Galles del Sud e gli fu affidato l'incarico di assistente allenatore della selezione di Stato; l'anno successivo fu al Manly come allenatore-capo della prima squadra, che sotto la sua guida conquistò il suo primo campionato provinciale dopo 32 anni dal più recente[5].

Nel febbraio 1984 successe a Bob Dwyer nel ruolo di allenatore della Nazionale australiana; il suo primo grande risultato fu il Grande Slam nel tour di quell'anno, in cui gli Wallabies per la prima volta nella loro storia sconfissero le quattro Home Nation in una singola spedizione in Europa; al Grande Slam fece seguito la vittoria nella Bledisloe Cup nel 1986, la prima dopo sei anni e la terza assoluta in 37 anni.

Fu anche il selezionatore australiano alla Coppa del Mondo di rugby 1987, la prima assoluta, che gli Wallabies conclusero al quarto posto. Nel 1988, per i suoi meriti sportivi, gli fu conferita la medaglia dell'Ordine dell'Australia[6].

Nonostante la sua breve esperienza, il suo apporto al rugby a 15 australiano è tuttora visto come fondamentale per il salto di qualità della disciplina nel suo Paese[7].

Nel 1990 passò ad allenare nel rugby a 13, anche se i suoi risultati non furono paragonabili a quanto ottenuto nel 15[7]: in tre stagioni solo 23 incontri vinti, e mai più in alto del decimo posto finale in classifica.

Carriera radiofonica modifica

Attivo già dal 1985 nella radio commerciale di Sydney 2UE[7], non ha mai fatto mistero delle sue posizioni conservatrici e filomonarchiche; si è guadagnato negli anni il soprannome di pappagallo (The Parrot[7]) per la sua loquacità. Questo soprannome, affidatogli dal comico Greig Pickhaver (che interpreta il cronista sportivo H.G. Nelson), non venne mai approvato dallo stesso Jones. Nel 1988 iniziò a gestire un suo spazio mattutino in cui diede voce al ceto medio-basso dei sobborghi cittadini[7] ed egemonizzando per circa un ventennio la fascia oraria nell'etere radiofonico[7].

La carriera radiofonica di Jones ha visto numerose controversie, anche legali, dovute al suo stile spesso aggressivo: nei primi anni novanta Jones e la radio dalla quale trasmetteva furono condannati a un risarcimento per diffamazione nei confronti di un ex consigliere dell'Automobile Club del Nuovo Galles del Sud[7] e furono denunciati perché una rivelazione effettuata durante una puntata del suo talk show aveva causato l'annullamento di un processo[7].

Controversie modifica

Benché visto come uno dei più influenti personaggi radiofonici d'Australia[8], la figura di Alan Jones è stata spesso oggetto di pesanti critiche, sia per il suo presunto opportunismo politico[8], sia per i suoi comportamenti privati.

Posizioni e commenti modifica

Jones è sempre stato un partecipante in dibattiti nazionali per qualche decennio, essendo stato un ex-candidato per il Partito Liberale e ex-consulente del primo ministro Fraser, Jones è un noto sostenitore del conservatorismo politico in Australia. Tuttavia, egli criticò o unì le forze con politici australiani di tutto lo spettro dei partiti politici per influenzare delle cause politiche a più riprese.

Jones afferma di non credere nel notevole cambiamento climatico indotto dall'uomo e criticò le politiche delle politiche del governo di usare il sistema australiano delle tasse come mezzo per ridurre le emissioni di anidride carbonica[9]. Il suo programma radiofonico spesso promuove la negazione del cambiamento climatico, includendo che gli aumenti di anidride carbonica siano naturali e che ci sia un disaccordo scientifico sulle ricerche dell'IPCC[10]. Jones sostiene il Galileo Movement, un gruppo negazionista del cambiamento climatico che afferma che il cambio climatico sia un falso perpetrato per formare un governo mondiale[11][12]. Dopo le elezioni federali australiane del 2010, Jones criticò la decisione dell'allora primo ministro Julia Gillard di introdurre un prezzo sull'anidride carbonica, affermando che questa decisione infrangesse una promessa pre-elettorale [13]. Nel 2012, l'Autorità australiana delle comunicazioni e media censurò Jones per aver messo in onda delle falsità sul diossido di carbonio antropologico, ordinandolo a sottoporsi ad un'istruzione sull'accuratezza fattuale ed impiegare un verificatore di fatti[14].

Jones, un presentatore radiofonico di Sydney, criticò gli sforzi del lord sindaco di Sydney Clover Moore di chiudere i vicoli e le aree di parcheggio nella città di Sydney alle auto. Jones afferma che questo causi indovutamente degli inconvenienti per i pendolari da lunghe distanze e afetti avversamente i business della città. Il 29 giugno del 2011, Jones disse a riguardo del lord sindaco di Sydney di "...meterla nello sacco della spazzatura insieme di Julia Gillard e buttarle via nel mare" e riguardo al leader dei Verdi Bob brown "Quella donna [Gillard] è fuori dal suo albero e abbastanza francamente essi dovrebbere mettere lei e Bob Brown in una sacco dell'immondizia e buttarli via nel mare il più lontano possibile di quanto possano e dire a loro di nuotare verso casa." Nel febbraio del 2011, Jones domandò alla Gillard in onda come ella si sentì ad essere chiamata "Ju-liar" (un gioco di parole con il suo nome di battesimo e la parola liar, "bugiarda") e che "...[la gente]... dice che abbiamo una bugiarda a capo del paese" in seguito dell'inversione della sua promessa pre-eletorale di non introdurre una nuova carbon tax[15]. Egli persino la criticò per essere arrivata dieci minuti tardi al suo programma [16]. Questi commenti attirarono delle condanne da parte dei critici, incluso da Jonathan Holmes, conduttore della trasmissione Media Watch su ABC Television.

Jones ebbe persino richiesto che fosse considerata l'espansione dei sistemi di irrigazione e delle dighe in Australia[17]. Egli fu contrario al piano del governo laburista del primo ministro del Nuovo Galles del Sud Morris Iemma di privatizzare la centrale idroelettrica delle Snowy Mountains nel 2006, e nel 2011, egli trasmise da Mildura, da dove egli criticò il piano del governo Gillard riguardante il Bacino Murray-Darling, affermando che "stiamo vedendo delle politiche fatte senza alcuna consultazione con coloro che sono gli azionisti, i contadini"[18].

Controversia sull'affermazione "morì di vergogna" modifica

Il settembre 2012, durante un discorso in una funzione sociale al Sydney University Liberal Club, Jones affermò che il primo ministro Julia Gillard era una bugiarda, e che di conseguenza, suo padre recentemente "morì di vergogna"[19][20][21]. Le affermazioni legate al padre della Gillard vennero condannate da tutti i lati dello spettro politico da politici, media e social media. Jones tenne una conferenza stampa e disse che "aveva sbagliato", e volle scusarsi con il primo ministro sia di persona che pubblicamente[22][23][24][25][26]. Julia Gillard si rifiutò di ricevere delle scuse da Jones. Sia i colleghi laburisti del primo ministro che le figure liberali, incluso il leader dell'opposizione, criticarono Jones per le sue affermazioni[27].

Le figure del partito laburista riuscirono ad associare Tony Abbott e il partito liberale australiano con le affermazioni di Jones, portando a controaccuse secondo le quali i laburisti cercherebbero di "guadagnare capitale politico" dal caso[28][29]. Molti sponsor ritirarono il loro finanziamento dal programma radiofonico di Jones, in seguito alle pressioni esercitate da camapagne sui social media per far sì che gli sponsor rimasi boicottino la trasmissione[30]. Il 7 ottobre, l'impiegatore di Jones, Macquarie Radio Network, annunciò che sospenderebbe tutte le pubblicità dal programma di Alan Jones su 2GB per proteggere i suoi pubblicitari dalla pressione applicata attraverso l'attivismo sui social media[31]. Jones definì la campagna "cyberbullismo"[32]. Più di 80 sponsor boicottarono la trasmissione di Jones, tra cui Telstra, Woolworths, Toyota, Mercedes-Benz e Coles[33]. Macquarie Radio estimò che il boicottaggio costerebbe alla stazione tra 1 milione e 1,5 milioni di dollari australiani, ed alcuni pubblicitari affermarono che non ritornerebbero mai[34].

COVID-19 modifica

Nel marzo del 2020, mentre l'Australia reagì alle infezioni esponenzialmente in crescita dalla Pandemia di COVID-19, Jones minimizzò il rischio, affermando "Ora sembra che stiamo affrontando la versione sanitaria del riscaldamento globale. L'esagerazione in quasi tutto. Certamente in descrizione, e certamente in comportamento"[35]. Nelle affermazioni che minimizzano il rischio della pandemia di COVID-19 globale, Jones si concentrò sui numeri statici di morti ed infetti, ommettendo le menzioni universalmente accettate della crescita esponenziale in questi numeri dietro le preoccupazioni dei professionisti medici sulla malattia[36][37]. All'epoca, Jones era in isolamento nella sua tenuta rurale per evitare rischi di infezione[38]. Il pubblico radiofonico di Jones consiste maggiormente di gente anziana che era il gruppo di rischio più grave per la malattia. Il commentatore Mike Carlton etichettò il commenti di Jones sul COVID-19 come "pericolosi" e "spericolati"[39].

Jones in seguito si fece dietro, essendo d'accordo che per "...coloro che hanno altissimo rischio, australiani più anziani e coloro che sono i più vulnerabili, in particolare quelli con condizioni preesistenti... è un virus molto più serio"[40], ma ancora non riuscì a menzionare la crescita esponenziale delle infezioni e morti. Jones disse che "la Cina portò questo disastro...[41]" e citò delle voci senza prove secondo cui la Cina comprava delle proprietà australiane svalutate.

Jonestown modifica

Una biografia non autorizzata, Jonestown (2006), di Chris Masters, descrive Alan Jones come una persona affetta da un'insopprimibile mania di controllo, di potere e incapace di tollerare l'indifferenza e la contrarietà nei suoi confronti[8]; Masters ha anche ipotizzato che Alan Jones sia un omosessuale non dichiarato, e tale rifiuto secondo lui starebbe alla base di suoi molti comportamenti pubblici.

Prendendo le mosse da un fatto avvenuto a Londra a fine anni ottanta (l'arresto in un bagno pubblico per condotta indecente, anche se il processo si risolse con il ritiro delle accuse ma le spese a carico di Jones[1]) e da episodi che caratterizzarono la sua attività di insegnante (la sua tendenza a creare favoritismi a seconda delle preferenze per i ragazzi della classe di una delle scuole dove insegnò[8], condotta che, seppure non sfociò in atti sessuali, fu comunque ritenuta sconveniente, e fu alla base del suo allontanamento da tale scuola[8]), Masters sostenne che, pur essendo l'omosessualità un fatto privato, ciononostante l'atteggiamento di Jones era così evidente da non poter essere ignorato in una biografia, in quanto elemento chiave per capire molte delle circostanze descritte nel libro, anche se l'opera si incentrava in massima parte sulla concentrazione di potere e di influenza che Jones aveva acquisito con il tempo, tanto da ricevere compensi per elogiare o stroncare persone a mezzo stampa[42] e venire ossequiato dai politici timorosi di venire criticati nel suo spazio radiofonico[42].

Il libro avrebbe dovuto essere inizialmente edito dall'Australian Broadcasting Corporation, l'editore di Masters; ma una lettera di minaccia di ritorsioni giudiziarie da parte dell'avvocato di Alan Jones, seppur definita dai legali dell'emittente come «puerile»[43], convinse ABC a non pubblicare il libro, che così fu acquistato da Allen & Unwin, che provvide alla sua pubblicazione senza che ulteriori minacce legali venissero formulate; tuttavia le analisi di Masters furono contestate dalle colonne dell'Australian sulla base del fatto che fuori dal Nuovo Galles del Sud Jones non ha audience e fuori da Sydney ha praticamente nessuna influenza, aggiungendo che nel resto d'Australia probabilmente il nome "Alan Jones" avrebbe richiamato al massimo l'omonimo pilota automobilistico, già campione del mondo di formula 1[44].

Palmarès modifica

Onorificenze modifica

«Per i servizi resi al rugby»
— Canberra, 26 gennaio 1988[6][45]
«Per il servizio al settore radiotelevisivo e allo sport.»
— 1º gennaio 2001[46]
«Per il servizio al rugby e all'amministrazione sportiva.»
— 16 gennaio 2001[47]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j (EN) Alan Jones Chronology, in ABC, 6 maggio 2002. URL consultato il 18 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2012).
  2. ^ a b (EN) Chris Masters, The Jones boy, in The Age, 21 ottobre 2006. URL consultato il 18 marzo 2011.
  3. ^ (EN) Closing of school shows neglect of bush: Jones, in The Chronicle, 3 dicembre 2004. URL consultato il 18 marzo 2011.
  4. ^ (EN) NSW Elections : Earlwood - 1978 (Roll: 33,499), su parliament.nsw.gov.au. URL consultato il 18 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  5. ^ (EN) How Manly won the GF in '83,'97, su manlyrugby.com.au. URL consultato il 21 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2011).
  6. ^ a b (EN) Alan Belford Jones, AO, su itsanhonour.gov.au. URL consultato il 18 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ a b c d e f g h 1001 Australians, pagg. 395-6.
  8. ^ a b c d e (EN) Kerry O'Brien, Chris Masters on "Jonestown", in ABC, 23 ottobre 2006. URL consultato il 21 marzo 2011.
  9. ^ Maria Taylor, Global Warming and Climate Change: What Australia knew and buried...then framed a new reality for the public, ANU Press, 2014, p. 107, ISBN 978-1925021912.
    «"The prominence of conservative commentators in print... has been matched by a troupe of radio talkback hosts, following John Laws and Alan Jones, who are hostile to climate science. By and large they are...a confusing and misinforming agent in the public discussion whose power has contributed to a disoriented public." ("La prominenza dei commentatori conservatori nei mezzi stampati... venne eguagliata da una troupe di presentatori di talkshow radiofonici, segunedo John Laws ed Alan Jones, che sono ostili verso la scienza climatica. Nell'insieme, essi sono... un agente poco chiaro e disinformativo nel pubblico dibattito il cui potere contribuì ad un pubblico disorientato."»
  10. ^ Caleb Goods, Greening Auto Jobs: A Critical Analysis of the Green Job Solution., Lexington Books, 2014, p. 107, ISBN 978-0739189818.
    «" "Radio 'shock jocks' such as Alan Jones have made false claims about the scientific evidence that informs climate change policy action on their...radio programs. Jones also picks interviewees who will make similar claims, such as Prof. Bob Carter who, during Jones's show, argued that "nature produces nearly all of the carbon dioxide in the air. Human beings produce 0.001 percent..." Carter's statistics are completely wrong as humans are actually responsible for close to 30 percent..." ("I presentatori radio politicamente scorretti come Alan Jones fecero delle false affermazioni sulle prove scientifiche che informano l'azione delle politiche sul cambiamento climatico... nei loro programmi radiofonici. Jones persino sceglie degli intervistati che faranno simili affermazioni, come il Prof. Bob Carter che, durante il programma di Jones, argomentò che "la natura produce quasi tutto il CO2 nell'aria. Gli esseri umani ne producono il 0,001%..." Le statistiche del professor Carter sono completamente sbagliate in quanto gli umani sono realmente responsabili per circa il 30%...")»
  11. ^ Michael E. Mann, The Hockey Stick and the Climate Wars: Dispatches from the Front Lines, Columbia University press, 2013, p. 95, ISBN 978-0231152556.
    «"Ball (along with a number of other climate change contrarians we've encountered) serves as an adviser to a group that actually bills itself the "Galileo Movement." The group's web site offers this raison d'etre... "At first they simply accepted politicians' claims of global warming blamed on human production of carbon dioxide (CO2). When things didn't add up... they discovered... climate claims by some scientists and politicians contradicted observed facts." ("Ball (insieme ad un numero di altri negazionisti del cambio climatico che abbiamo incontrato) serve come un consulente per un gruppo che si fa chiamare "Galileo Movement". La pagina web di questo gruppo offre questa come la sua ragione di essere... "All'inizio essi semplicemente accettarono le affermazioni dei politici secondo cui la colpa del riscaldamento globale sia della produzione umana dell'anidride carbonica (CO2). Quando le cose non quadrarono... essi scoprirono... delle affermazioni climatiche di alcuni scienziati e politici che contraddissero i fatti osservati.")»
  12. ^ David Marr, Rudd v. Abbott, Black Inc, 2013, ISBN 978-1922231307.
    «"Abbott's election would prove a big win for the forces of climate change denial...Many of the groups clamouring for Abbott's attention...believe climate change is a hoax designed to create a world government run by a cabal of fabulously wealthy bankers. Alan Jones is patron of the Galileo Movement that argues just that." ("L'elezione di Abbott proverebbe una grande vittoria per le forze della negazione del cambio climatico... Molti gruppi che fecero clamore per l'attenzione di Abbott... credono che il cambiamento climatico sia una farsa disegnata per creare un governo mondiale gestito da una cabala di banchieri favolosamente ricchi. Alan Jones è un sostenitore del Galileo Movement che ne afferma ciò")»
    .
  13. ^ (EN) Alan Jones lets rip at 'Ju-liar' Gillard, su smh.com.au, 25 febbraio 2011. URL consultato il 12 luglio 2023.
  14. ^ (EN) Bianca Hall, Shock jock Jones told to get 'factual accuracy' training, su The Sydney Morning Herald, 19 ottobre 2012. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  15. ^ (EN) Glenda Kwek, Alan Jones lets rip at 'Ju-liar' Gillard, su The Sydney Morning Herald, 24 febbraio 2011. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  16. ^ (EN) The fee, me and Alan Jones: how question of money turned crowd nasty, su The Sydney Morning Herald, 22 agosto 2011. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  17. ^ (EN) 2GB - Sydney's premier news and talk radio station, su 2GB. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  18. ^ http://www.sunraysiadaily.com.au/news/local/news/news-features/national-audience-jones-to-broadcast-two-shows-from-mildura/2356249.aspx
  19. ^ dailytelegraph.com.au, http://www.dailytelegraph.com.au/news/alan-jones-speech/story-e6freuy9-1226489927031.
  20. ^ (EN) Journalist says no Jones privacy breach, su The Sydney Morning Herald, 1º ottobre 2012. URL consultato il 9 aprile 2024.
  21. ^ abc.net.au, http://www.abc.net.au/mediawatch/transcripts/s3606393.htm.
  22. ^ PM won't talk to Jones after father slur, su web.archive.org, 2 ottobre 2012. URL consultato il 2 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
  23. ^ Alan Jones’ slur reminiscent of Romney gaff | Media-Matters, su web.archive.org, 9 aprile 2013. URL consultato il 2 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2013).
  24. ^ (EN) Stephanie Gardiner, How sincere is that apology?, su The Age, 2 ottobre 2012. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  25. ^ No PM talkback to Jones after father slur - The West Australian, su web.archive.org, 21 ottobre 2012. URL consultato il 2 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2012).
  26. ^ Advertisers flee as public slams Jones' remark | Gippsland Times, su gippslandtimes.com.au, 10 gennaio 2016. URL consultato il 2 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2016).
  27. ^ [1]
  28. ^ (EN) The World Today with Sally Sara, su ABC listen, 2 ottobre 2023. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  29. ^ (EN) Q+A, su abc.net.au, 9 ottobre 2023. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  30. ^ theaustralian.com.au, http://www.theaustralian.com.au/news/bullying-crusade-turns-off-ads-on-jones-show/story-e6frg6n6-1226490204349.
  31. ^ (EN) Staff Writer, 2GB drop all advertising on Jones show, su Radio Today, 7 ottobre 2012. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  32. ^ (EN) 2GB drop all advertising on Jones show, su radiotoday.com.au, 7 ottobre 2012. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  33. ^ theaustralian.com.au, http://www.theaustralian.com.au/national-affairs/sponsors-abandon-jones-after-consumer-backlash/story-fn59niix-1226486164655.
  34. ^ radioinfo.com.au, http://www.radioinfo.com.au/news/over-1-million-lost-alan-jones-advertiser-boycott.
  35. ^ news.com.au, https://www.news.com.au/lifestyle/health/health-problems/coronavirus-alan-jones-dangerous-virus-theory/news-story/b7e43fa26ca43ce4b3c858a91fe818ff.
  36. ^ who.int, https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/situation-reports/20200314-sitrep-54-covid-19.pdf?sfvrsn=dcd46351_2.
  37. ^ (EN) WHO declares pandemic status for Covid-19, su Business News Australia. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  38. ^ (EN) Andrew Hornery, Alan Jones' butler shown the door, su The Sydney Morning Herald, 20 marzo 2020. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  39. ^ thechronicle.com.au, https://www.thechronicle.com.au/news/alan-jones-latest-virus-rant/3976304/.
  40. ^ (EN) Alan Jones addresses coronavirus pandemic, su 2GB, 16 marzo 2020. URL consultato il 2 ottobre 2023.
  41. ^ Interview with Alan Jones | Prime Minister of Australia, su web.archive.org, 26 marzo 2020. URL consultato il 2 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2020).
  42. ^ a b (EN) Chris Masters, Chris Masters: Book critics silent about Jones's many scandals, in The Australian, 28 ottobre 2006. URL consultato il 21 marzo 2011.
  43. ^ (EN) Defamationtown, in Justinian, 17 novembre 2006. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  44. ^ (EN) Matt Price, Dismantling Jonestown: the power and the gory, in The Australian, 23 ottobre 2006.
  45. ^ (EN) Sito web del Dipartimento del Primo Ministro e del Governo: dettaglio decorato.
  46. ^ (EN) Sito web del Dipartimento del Primo Ministro e del Governo: dettaglio decorato.
  47. ^ (EN) Sito web del Dipartimento del Primo Ministro e del Governo: dettaglio decorato.

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