Alfred Dehodencq

pittore francese

Alfred Dehodencq (Parigi, 23 aprile 1822Parigi, 2 gennaio 1882) è stato un pittore francese orientalista, noto per le sue opere che ritraggono scene dell'Andalusia e del Nord Africa.

Alfred Dehodencq

Biografia modifica

Edme Alexis Alfred Dehodencq era figlio di Pierre-Alexis Dehodencq e di Aimée-Félicité Dutocq. Nel 1857 sposò Maria-Amalda Calderon y Sarmiento[1], una ragazza spagnola di Cadice. Suo figlio Edmond, nato a Cadice nel 1860 e morto a Parigi nel 1887[2], fu soprannominato il Mozart della pittura: allievo di suo padre, espose infatti per la prima volta a soli 11 anni.[3]

Alfred Dehodencq entrò nell'École des beaux-arts di Parigi nell'atelier di Léon Cogniet. Terminata la sua preparazione partì per il Marocco, dove visse per nove anni, dopo un breve soggiorno in Spagna. Dipinse scene della tradizione ebrea e vedute delle città.

Da opere come La Justice du Pacha (che oggi si trova al Museo Salies a Bagnères-de-Bigorre) si comprende quanto Dehodencq sia stato affascinato dal Marocco, dai suoi colori, dalla sua luminosità e dagli usi e costumi dei suoi abitanti. Disse di aver "creduto di perdere la testa" nello scoprire un Paese del quale si stava innamorando con passione. Nei mesi estivi del 1853 Dehodencq visitò Tangeri, Tétouan, Larache, Mogador, Rabat e Salé. Nel 1854, visse a casa del Console di Francia a Tangeri, quindi, dal 1855 fino al 1863, anno del suo rientro definitivo in patria, si trasferì in Spagna a Cadice, pur facendo diversi viaggi e soggiorni a Tangeri.

Fra i quadri più noti di questo periodo c'è l'Exécution d'une juive au Maroc del 1860, il cui soggetto fu suggerito a Dehodencq dalla vita e la morte di Sol Hachuel. Purtroppo quest'opera, assieme all'atelier del suo autore, fu distrutta dalla furia di una folla inferocita.[4]

Tornato a Parigi con sua moglie Maria Amalda, prese a dipingere soggetti più popolari e scene di genere ed ebbe come allievo Georges-Antoine Rochegrosse. Nel 1870 Dehodencq fu decorato con la Légion d'honneur. Negli ultimi anni si dedicò in prevalenza ai ritratti.

Dehodencq morì a Parigi a 60 anni, nel 1882[5] e fu sepolto nel cimitero di Montmartre con sua moglie e il figlio Edmond. La stele della tomba porta in cima un suo busto eseguito dal figlio. Théodore de Banville, amico di famiglia, fece un commovente discorso durante i funerali, e recitò una poesia che oggi è incisa sulla stele e funge da epitaffio del pittore.
Una strada del 16º arrondissement di Parigi porta il suo nome.

Dehodencq ebbe una grande influenza su Auguste Renoir, in particolare per i ritratti di bambini e per le scene domestiche. Disegnatore di notevole abilità, i suoi disegni sono conservati tra gli altri nel Museo Dahesh di New York, nel Museo di belle arti di San Francisco, nel Museo nazionale di belle arti di Algeri e nel Museo del Louvre.

Opere modifica

(in collezioni pubbliche)

In Algeria
  • Algeri, Museo nazionale di belle arti di Algeri:
    • Noces Juives
In Spagna
  • Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza:
    • Una cofradía pasando por la calle Génova, Sevilla
    • Un baile de gitanos en los jardines del Alcázar, delante del pabellón de Carlos V, 1851
Negli Stati Uniti d'America
In Francia

Galleria d'immagini modifica

Allievi modifica

Note modifica

  1. ^ Acte de décès de Marie-Amalda Calderon y Sarmiento sur le site des Archives de Paris, 28 février 1901, acte n°512 Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.
  2. ^ Musées Midi-Pyrénées Edmond Dehodencq, su musees-midi-pyrenees.fr. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2013).
  3. ^ Grand dictionnaire universel du XIXe siècle, Larousse, page 1008
  4. ^ Gabriel Séailles, Alfred Dehodencq : L'homme et l'artiste, pag.114-115.
  5. ^ Acte de décès Dehodencq sur le site des Archives de Paris acte n°18 Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.
  6. ^ Esposto al Salon del 1876.
  7. ^ Françoise Cachin, Charles S.Moffett, Juliet Wilson Bareau, Manet 1832-1883, Réunion des Musées nationaux, Paris, 1983, pag.237, ISBN 2-7118-0230-2 - BNF 34718421b
  8. ^ Esposto al "Salon de Paris" del 1870.

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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