L'amitto è una veste liturgica costituita da un panno di lino[1] bianco e rettangolare munito di due nastri in tessuto, che viene indossato da ministri e ministranti con la funzione di coprire il collo.

L'amitto

Per essere indossato, l'amitto viene appoggiato sulle spalle e quindi legato attorno alla vita mediante i nastri di cui è munito.

Modi d'uso modifica

Nella liturgia di rito romano l'amitto viene indossato prima del camice. I Principi e norme per l'uso del Messale Romano stabiliscono che l'amitto può essere omesso purché il camice sia fatto in modo tale da coprire l'abito comune attorno al collo.

I Principi e norme per l'uso del Messale Ambrosiano (rito ambrosiano) prevedono che l'amitto venga indossato dopo il camice e il cingolo anche se oggi, per consuetudine si ricorre all'uso Romano.

 
Diaconi di un Ordine religioso indossanti l'amitto a mo' di cappuccio

Curioso il tipico modo di indossare l'amitto da parte di qualche ordine monastico: infatti esso viene applicato prima sulla testa, per poi esser lasciato cadere sulla nuca a mo' di cappuccio. In modo analogo l'amitto è indossato ed utilizzato nella Chiesa evangelica luterana finlandese e nella Chiesa luterana di Svezia: la parte posteriore, che normalmente scende liberamente sulla schiena, viene prima alzata sulla nuca del celebrante e poi fatta ricadere sopra la casula, in modo da coprirne il girocollo. In Finlandia i pastori luterani deceduti vengono tradizionalmente adagiati nella bara con l'amitto alzato sotto la nuca, in segno simbolico di preparazione per la celebrazione della liturgia celeste.

Note iconografiche modifica

In alcune iconografie medioevali, si può notare come l'amitto fosse dotato di una larga fascia di broccato, dando così l'impressione di un collare molto alto. Questo particolare tipo di amitto si chiama aurifregiato.

Rubriche preconciliari modifica

Nelle edizioni del Messale Romano antecedenti il 1970 si suggerisce di recitare, nel mettersi l'amitto, la seguente preghiera in latino, ispirata a Ef 6:17: Impone, Domine, capiti meo galeam salutis, ad expugnandos diabolicos incursus ("Imponi, Signore, sul mio capo l’elmo della salvezza, per sconfiggere gli assalti diabolici").[2]

Note modifica

  1. ^ amitto, su Vocabolario on line, treccani.it, Istituto Treccani.
  2. ^ La vestizione dei paramenti liturgici e le relative preghiere, su vatican.va. URL consultato il 1º dicembre 2020.

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