Amy Rule

rugbista a 15 neozelandese

Amy M. Rule (Lumsden, 15 luglio 2000) è una rugbista a 15 neozelandese, pilone della provincia di Canterbury e della franchise di Matatū e campionessa mondiale nel 2022.

Amy Rule
Amy Rule nel dicembre 2022 a Wellington durante i festeggiamenti per la vittoria in Coppa del Mondo
Dati biografici
Paese Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda
Altezza 166 cm
Peso 97 kg
Rugby a 15
Ruolo Pilone
Squadra Canterbury
Carriera
Attività provinciale
2017-18Otago
2019-Canterbury
Attività di club[1]
2022-Matatū
Attività da giocatrice internazionale
2021-Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda13 (10)
Palmarès internazionale
Vincitore  Coppa del Mondo 2021

1. A partire dalla stagione 1995-96 le statistiche di club si riferiscono ai soli campionati maggiori professionistici di Lega
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito

Statistiche aggiornate al 20 dicembre 2022

Biografia modifica

Nativa di Lumsden, cittadina al centro della regione di Southland a 80 km da Invercargill, Amy Rule crebbe a Riverton[1], cittadina rivierasca dove i genitori gestiscono un chiosco alimentare[2] e in cui lei si distingueva nel canottaggio[2]. Il rugby fu una scoperta dell'ultimo anno delle superiori, benché la scuola che frequentava non avesse una squadra[1]: a 17 anni una sua amica la portò con sé all'allenamento presso il proprio club e lei si offrì di provare a giocare. Il suo primo match fu in una squadra a inviti del Southland che si esibì a Dunedin, capoluogo dell'Otago: all'epoca ignara delle regole del gioco, placcò in maniera illegale la tre quarti ala avversaria e fu espulsa[2]. Tuttavia tale primo incontro infruttuoso non la scoraggiò e nel primo anno di sport cambiò dieci club per riempire carenze d'organico ed essere sicura di trovare una squadra che la facesse giocare[1]. Le sue prestazioni la misero in luce, mentre ancora frequentava la scuola superiore, per la provincia di Otago che la fece esordire in Farah Palmer Cup[1].

Nel 2019 Amy Rule si trasferì a Christchurch dopo aver vinto una borsa di studio all'università di Lincoln[2] e passò quindi alla squadra provinciale di Canterbury[1] con la quale al primo anno vinse la Farah Palmer Cup[2]. Ancora nel 2019 ebbe le sue prime esperienze internazionali con la squadra sperimentale neozelandese impegnata nel campionato oceaniano femminile[2]. A novembre 2021 fu selezionata per la prima volta nella squadra della Nuova Zelanda che a Northampton affrontò l'Inghilterra[3]; a seguire, fu messa sotto contratto professionistico per la neoistituita formazione del Matatū, franchise dell'Isola del Sud nel neonato Super Rugby Aupiki[4].

Convocata alla Coppa del Mondo 2021, tenutasi un anno più tardi per via della pandemia di COVID-19, Rule marcò due mete in tale torneo, una nei quarti di finale in occasione del 55-3 con cui le Black Ferns batterono il Galles e un'altra, più pesante ai fini del risultato, in finale contro l'Inghilterra, che consegnò alle neozelandesi la vittoria e il titolo di campionesse del mondo[5][6].

Palmarès modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e (EN) Logan Savory, Amy Rule's remarkable four-year journey from rugby novice to Black Fern, in Stuff, 8 settembre 2021. URL consultato il 20 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2022).
  2. ^ a b c d e f (EN) Adam Julian, Profilo di Amy Rule, su stats.allblacks.com, New Zealand Rugby. URL consultato il 20 dicembre 2022.
  3. ^ (EN) Black Ferns up the intensity ahead of second Test, New Zealand Rugby, 6 novembre 2021. URL consultato il 20 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2022).
  4. ^ (EN) Logan Savory, Sporting passion transforms into employment for female rugby players, in Stuff, 15 febbraio 2022. URL consultato il 20 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2022).
  5. ^ (EN) Becky Grey, New Zealand 34-31 England: Black Ferns win World Cup with dramatic victory, in BBC, 12 novembre 2022. URL consultato il 12 novembre 2022.
  6. ^ (EN) Robert Kitson, New Zealand win Women’s Rugby World Cup as England suffer final heartbreak, in The Observer, 12 novembre 2022. URL consultato il 12 novembre 2022.

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