Ancelle di Maria Immacolata

istituto religioso femminile della Chiesa Cattolica

Le ancelle di Maria Immacolata (in spagnolo Religiosas Esclavas de María Inmaculada) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione, dette anche protettrici delle operaie, pospongono al loro nome la sigla E.M.I.[1]

Juana María Condesa Lluch, fondatrice della congregazione

Storia modifica

La congregazione venne fondata a Valencia nel 1884 da Juana María Condesa Lluch (1862-1916) per l'assistenza morale e materiale alle giovani operaie: in seguito le religiose estesero il loro apostolato all'insegnamento, al servizio nei seminari e nei collegi ecclesiastici e ad altre opere di carità.[2]

Antolín Monescillo y Viso, arcivescovo di Valencia, eresse le ancelle di Maria Immacolata in istituto di diritto diocesano con decreto del 1º luglio 1892: la congregazione ricevette il pontificio decreto di lode il 24 aprile 1937 e le sue costituzioni vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 27 gennaio 1947.[2]

L'istituto rischiò l'estinzione durante la guerra civile spagnola ma ebbe notevole diffusione sotto il regime franchista.[2]

La fondatrice è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 2003.[3]

Attività e diffusione modifica

Le ancelle di Maria Immacolata si dedicano a opere per la protezione della giovane e ad attività educative.[4]

Sono presenti in Spagna, Italia e America Latina (Cile, Colombia, Panama, Perù):[5] la sede generalizia è a Valencia.[1]

Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 91 religiose in 21 case.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2007, p. 1623.
  2. ^ a b c DIP, vol. I (1974), coll. 583-584, voce a cura di G. Rocca.
  3. ^ Tabella riassuntiva delle beatificazioni avvenute nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II, su vatican.va. URL consultato il 7-7-2009.
  4. ^ Religiosas Esclavas de María Inmaculada. Apostolado, su esclavasdemaria.org. URL consultato il 7 luglio 2009.
  5. ^ Religiosas Esclavas de María Inmaculada. Presencias, su esclavasdemaria.org. URL consultato il 7 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2009).

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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