Andrea Soldi

pittore italiano del XVIII secolo, attivo in Inghilterra

Andrea Soldi (1703 circa – 1771) è stato un pittore italiano, attivo in Inghilterra nel XVIII secolo.

Andrea Soldi, Autoritratto, 1743

Biografia modifica

George Vertue, che è l'unica fonte per i primi anni di Andrea, lo descrive nel 1738 come fiorentino, di circa trentacinque anni o forse più e trasferitosi in Inghilterra da circa due anni. In precedenza aveva lavorato nel Medio-Oriente, dove realizzò anche il ritratto di un mercante inglese della Compagnia, il quale gli suggerì di trasferirsi in Inghilterra. Anche due ritratti di un certo Thomas Sheppard, risalenti il primo al 1733 e il secondo al 1735-1736 ed ora conservati in collezioni private, sono di questo periodo.

A Londra tra il 1738 ed il 1744 il Soldi ebbe un considerevole successo; Vertue afferma che tra l'aprile e l'agosto 1738 il Soldi iniziò ben una trentina di ritratti grandi e piccoli[1]. Fu ampiamente patrocinato dal 2° e dal III Duca di Manchester (otto ritratti), dal 3º Duca di Beaufort (quattro ritratti alla Badminton House, Gloucestershire), dal 4° Visconte Fauconberg (otto ritratti alla Newburgh Priory, North Yorkshire). La tecnica pittorica dei ritratti realizzate da Soldi strideva in maniera forte con le contemporanee esistenti al tempo in Inghilterra dominato dalle maniere sobrie di Godfrey Kneller.

Il successo di Soldi fu però di breve durata: iniziò a condurre uno stile di vita dissoluto, con numerosissime spese e già nel 1744 finì in prigione per debiti. Ritornato in libertà, non riuscì a riconquistare la celebrità e i clienti importanti come al suo arrivo a Londra, dalla metà degli anni '40 fino alla metà degli anni '60, quando la sua carriera artistica ebbe termine, realizzo' ritratti quasi esclusivamente per esponenti della middle class, come il ritratto del giardiniere John Greening, ora alla Kentchurch Court. Come risultato, gli ultimi lavoro di Soldi hanno un gusto più conservatore, in pieno contrasto con l'approccio avuto appena giunto in Inghilterra.

Opere modifica

Note modifica

  1. ^ Vertue notebook, Vol. III, pag. 84

Bibliografia modifica

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