Anscario I

nobile franco

Anscario I (IX secoloIvrea, 901) è stato un nobile franco, che divenne reggente della marca di Ivrea nell'891. È considerato il primo marchese d'Ivrea. Gli succedette il figlio Adalberto I.

Anscario I
Anscario I. Emanuele Tesauro, Del regno d'Italia sotto i Barbari, Torino, per Bartolomeo Zavatta, 1664
Marchese d'Ivrea
In carica891 –
901
Predecessorenessuno
SuccessoreAdalberto I d'Ivrea
NascitaIX secolo
MorteIvrea, 901
DinastiaAnscarici
FigliAdalberto I d'Ivrea
Marca d'Ivrea-
Dinastia degli Anscarici
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Biografia modifica

Non sono conosciute del tutto le origini di Anscario. Anscario era conte di Ocheret (regno di Borgogna), figlio probabilmente di Amedeo conte di Langres il quale avrebbe sposato una sorella di Lamberto I di Nantes, a sua volta padre di Guido I di Spoleto[1]. In base a un'interpretazione errata di un passo di Liutprando[2], alcuni studiosi avevano ritenuto che Anscario fosse in realtà fratello di re Guido, anziché cugino. Già il De Simoni considerava Anscario uno dei nobili più fidati di Guido II, ma ne escludeva il legame fraterno[3].

Si presume che, dopo la deposizione dell'imperatore Carlo il Grosso (novembre dell'887), Anscario abbia appoggiata la candidatura di Guido II di Spoleto sia a re dei Franchi occidentali, in contrapposizione a Eude di Parigi, sia a re d'Italia, in contrapposizione a Berengario del Friuli che ne era stato investito il 6 gennaio 888 a Pavia. Anscario partecipò probabilmente sia al primo scontro nei pressi Brescia, quando Berengario riuscì a contenere le truppe di Guido[4] sia nella Battaglia della Trebbia (889) che diede la vittoria a Guido. In quest'ultima battaglia morì Guido, il fratello di Anscario. Quando Guido II di Spoleto nell'889 salì al trono d'Italia, volle al suo fianco il fidato consigliere Anscario e lo investì nell'891 della marca d'Ivrea[3] con il compito di difendere gli sbocchi alpini del nord-ovest[5]. Infatti, nell'894, aiutato da un contingente di truppe inviato dal re di Borgogna, Rodolfo I, nei pressi d'Ivrea, Anscario, cercò di sbarrare la strada ad Arnolfo di Carinzia, che si ritirava dall'Italia dopo aver portato la guerra[6] al re d'Italia e imperatore, Guido II di Spoleto. Arnolfo superò lo sbarramento e attaccò Rodolfo che evitò di combattere ritirandosi sui monti.

Nel 1657 il conte Filippo San Martino di Agliè ottenne le presunte ceneri di Anscario e le seppellì nella chiesa di San Lorenzo in Castello a Settimo Vittone[7]

Note modifica

  1. ^ M. G. Bertolini, voce sul Dizionario Biografico degli Italiani, citato in "Bibliografia"
  2. ^ Joseph Becker (a cura di): Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum separatim editi 41: Die Werke Liudprands von Cremona (Liudprandi Opera), Hannover, Leipzig, Hahnsche Buchhandlung, 1915 (Monumenta Germaniae Historica I, 35; ripr. ISBN 3-7752-5290-8
  3. ^ a b Niccola Gabiani, Asti etc. Op. cit., p. 351.
  4. ^ Liutprando, Antapodosis, lib. I, 18-19
  5. ^ Cesare Balbo, Dei titoli e della potenza dei conti duchi e marchesi dell'Italia settentrionale e in particolare dei conti di Torino, Torino, dalla stamperia reale, 1833?, p. 273
  6. ^ Arnolfo di Carinzia conquistò Bergamo, Milano e Pavia, dove sembra che fu incoronato re d'Italia in contrapposizione a Guido II di Spoleto
  7. ^ Umberto Levra, Il mito risorgimentale e «italiano» di re Arduino, in Giuseppe Sergi (a cura di), Arduino fra storia e mito, Bologna, il Mulino, pp. 123-127, ISBN 978-88-15-27837-1.

Bibliografia modifica

  • M. G. Bertolini, «ANSCARIO». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. III, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1961
  • Niccola Gabiani, Asti nei suoi principali ricordi storici, Asti, Tip. M. Varesio, 1927
  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 583–635

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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