Antonio Valgoi

militare italiano

Antonio Valgoi (Vallecrosia, 1907Argostoli, 22 settembre 1943) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Antonio Valgoi
NascitaVallecrosia, 1907
MorteArgostoli, 22 settembre 1943
Cause della morteFucilazione
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
RepartoVII Gruppo cannoni da 105/28
GradoCapitano di complemento
ComandantiAntonio Gandin
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieEccidio di Cefalonia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia modifica

Nacque a Vallecrosia, allora in provincia di Porto Maurizio e ora di Imperia, nel 1907, figlio di Remigio e Adele Oviglio.[1] Tra l'agosto 1928 e l'ottobre 1929 svolse il servizio militare di leva nel Regio Esercito presso il 2º Raggruppamento artiglieria pesante campale.[1] Nel 1934 conseguì la laurea in medicina presso l'università di Padova, esercitando successivamente la professione a Venezia.[1] Promosso tenente nel 1935, all'atto della mobilitazione generale in vista dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, chiese, e ottenne, di rientrare in servizio attivo.[1]

Assegnato al 3º Raggruppamento artiglieria di Corpo d'armata a Cremona, fu promosso capitano il 1º marzo 1941 e in quello stesso mese partì per l'Albania per combattere nella campagna italiana di Grecia. Fu comandante del reparto munizioni e viveri del VII Gruppo cannoni da 105/28; al momento della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si trovava sull'isola di Cefalonia, inquadrato nella 33ª Divisione fanteria "Acqui",[1] decidendo di non aderire alla Repubblica di Salò ma restare fedele al re. Prese attivamente parte alla difesa della sua posizione dagli attacchi tedeschi sino a che, costretto alla resa, fu ucciso con una raffica di mitragliatrice.[1]

Con Decreto Presidenziale del 16 ottobre 1956 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Nella caserma "Manfredini" di Cremona, sede del 3º Reggimento artiglieria di Corpo d'Armata, in occasione delle celebrazioni dell'80º anniversario di fondazione del reparto e nel 60° dell'eccidio di Cefalonia è stata apposta una lapide a ricordo del capitano Antonio Valgoi e del maggiore Armando Pica[3].

Onorificenze modifica

«Comandante di reparto munizioni e viveri di un gruppo artiglieria, nei giorni immediatamente successivi all'armistizio partecipava attivamente e valorosamente ad aspra lotta. Al profilarsi dell'insuccesso delle nostre armi, informato dai suoi artiglieri che gli ufficiali venivano passati per le armi e sollecitato a rifugiarsi all'ospedale militare, dove avrebbe potuto facilmente confondersi col personale sanitario perché laureato in medicina e chirurgia, rifiutava con orgogliosa fierezza il suggerimento per rimanere, fino all'ultimo, accanto ai soldati che la Patria gli aveva affidato. Subito dopo la cattura accortosi che il comandante dell'unità avversaria faceva schierare armi automatiche intorno al reparto, con l'intento di sterminare indiscriminatamente i suoi dipendenti, si portava decisamente avanti a tutti e dichiarava: "Sono io il comandante di questi uomini. Sparate su di me". Aveva appena finito di pronunciare queste parole che una raffica lo abbatteva esanime al suolo unitamente ai suoi valorosi artiglieri. Argostoli-Cefalonia, 22 settembre 1943.[4]
— Decreto Presidenziale del 16 ottobre 1956.[5]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Gruppo medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 321.
  3. ^ Armando Pica, su ANPI.it. URL consultato il 14 novembre 2018.
  4. ^ Antonio Valgoi, su Quirinale.it. URL consultato il 14 novembre 2018.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 12 novembre 1956, Esercito registro 42, foglio 323.

Bibliografia modifica

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 321.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica