L'aquaplaning ("slittamento sull'acqua") è un fenomeno di galleggiamento di un veicolo in movimento su uno strato d'acqua esteso su una strada.

Il segnale italiano di pericolo che avverte della possibilità di perdita d'aderenza sul successivo tratto di strada

Definizione e conseguenze modifica

 
Rappresentazione grafica dell'aquaplaning

Più precisamente si verifica quando l'acqua, tipicamente di origine piovana, è in quantità tale da non permettere una sufficiente area di contatto tra le ruote e il manto stradale, a causa di un'insufficiente profondità dei canaletti laterali del battistrada o di una loro particolare conformazione.[1]

In questo modo si viene a creare un vero e proprio cuscino di acqua che, interponendosi tra lo pneumatico e il piano stradale, annulla l'attrito tra le due superfici con una pressione tale da sostenere il peso del mezzo di trasporto. Se ciò avviene, non si è più in grado di far rallentare o cambiare direzione al veicolo, che resta comunque soggetto alle regole della fisica, conservando la quantità di moto e la direzione che aveva al momento dell'innesco del fenomeno.[2]

L'aquaplaning può essere parziale, quando coinvolge solo alcune delle ruote di un veicolo, generando specialmente in curva problemi di sottosterzo o sovrasterzo.

Cause e soluzioni modifica

 
Strada con abbondante strato d'acqua

Il fenomeno dell'aquaplaning è provocato da diversi fattori:

  • dalla eccessiva velocità del veicolo;
  • dalla proporzione tra la massa e la superficie di aderenza dello stesso (non a caso a parità di pneumatici, il fenomeno si verifica più facilmente nei veicoli più leggeri);
  • dallo strato d'acqua presente sul manto stradale;
  • dalle condizioni d'usura, pressione e tipo degli pneumatici usati (se questi sono molto consumati o sgonfi, l'aquaplaning si verificherà a velocità inferiori a quelle previste);[3][2]

I rimedi principali sono:

  • moderazione della velocità in condizioni di pioggia o di bagnato;
  • pneumatici adeguati, dotati di particolari scolpiture sui battistrada appositamente studiati per far defluire, comprimendola, la maggiore quantità d'acqua che si viene a trovare tra la ruota e l'asfalto;
  • asfalti "drenanti", rivestono il manto stradale per impedire che si formino zone in cui l'acqua ristagna.

Il rischio dell'aquaplaning sussiste anche nel mondo aeronautico, sia in fase di decollo che di atterraggio del velivolo. In condizione di pista molto bagnata vengono applicate le procedure cosiddette SSW (snow slush water; in gergo dette "procedure per piste contaminate"); seguendo queste formalità, il pilota - previa comunicazione delle condizioni della pista - deve confrontare i dati ricevuti con le prestazioni del velivolo e le norme dettate dalla compagnia. Se l'analisi di queste condizioni restituirà uno spazio di frenata che rispetta i limiti di pista disponibili, allora il pilota potrà decidere di tentare un atterraggio: in caso contrario, si procederà verso un altro aeroporto. Anche in fase di decollo i piloti sono tenuti ad applicare tutti gli accorgimenti previsti per scongiurare l'aquaplaning , quali massimo flap, velocità minima, e toccata sul punto di ottimo contatto.[4]

Motociclette modifica

Le motociclette beneficiano di pneumatici stretti con toppe di contatto rotonde a forma di canoa. Gli pneumatici stretti sono meno vulnerabili all'aquaplaning perché il peso del veicolo è distribuito su un'area più piccola e gli pneumatici arrotondati spingono più facilmente l'acqua da parte. Questi vantaggi diminuiscono su moto più leggere con pneumatici naturalmente larghi, come quelli della classe supersportiva. Inoltre, le condizioni di bagnato riducono la forza laterale che qualsiasi pneumatico può sopportare prima di scivolare. Mentre una scivolata in un veicolo a quattro ruote può essere corretta, la stessa scivolata su una motocicletta generalmente causerà la caduta del pilota. Pertanto, nonostante la relativa assenza di pericolo di aquaplaning in condizioni di bagnato, i motociclisti devono essere ancora più cauti perché la trazione complessiva è ridotta dalle strade bagnate.

Note modifica

  1. ^ aquaplaning, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  2. ^ a b Che cos'è l'aquaplaning?, su focus.it, Focus. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  3. ^ Don't lose your grip in wet weather, in Consumer Reports, vol. 76, n. 2, febbraio 2011, p. 49.
  4. ^ Franco di Antonio, Aquaplaning, su manualedivolo.it, Manuale di Volo, 30 luglio 2012.

Voci correlate modifica

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