Aramides wolfi

specie di uccello

Il rallo di Wolf (Aramides wolfi Berlepsch e Taczanowski, 1884) è un uccello della famiglia dei Rallidi originario delle regioni comprese tra la Colombia e il Perù[2]. Deve il nome al naturalista tedesco Theodor Wolf.

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Rallo di Wolf
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Gruiformes
Famiglia Rallidae
Genere Aramides
Specie A. wolfi
Nomenclatura binomiale
Aramides wolfi
Berlepsch e Taczanowski, 1884
Areale

Descrizione modifica

Il rallo di Wolf è un rallo di media grandezza (33–36 cm), dalla colorazione prevalentemente bruno-rossiccia. La testa è color grigio cenere, mentre la gola è biancastra. Il collo, la parte superiore del dorso e le regioni inferiori sono color rossiccio-cannella. Il resto delle regioni superiori e inferiori è color marrone-oliva chiaro. La groppa, la coda e la parte bassa dell'addome sono neri. Il becco è verde e alla sua base è presente uno scudo frontale giallo.

Distribuzione e habitat modifica

Occupa un areale limitato, ristretto a poche zone della Colombia occidentale (Cauca e Chocó), dell'Ecuador occidentale (Esmeraldas, Imbabura, Pichincha, Los Ríos, Guayas ed El Oro) e, forse, del Perù nord-occidentale (Tumbes)[1]. Oltre a queste aree, è divenuto estremamente raro incontrarlo, come in Perù[3].

Vive prevalentemente nelle paludi di mangrovie della costa, ma si spinge anche nelle foreste paludose dell'entroterra, fino a 1300 m di quota.

Biologia modifica

Le sue abitudini sono quasi del tutto sconosciute, ma non si discostano granché da quelle del rallo della Cajenna. Rispetto a quest'ultimo, tuttavia, è più rumoroso, ed emette spesso il suo grido ripetuto kui-co-muí.

Conservazione modifica

Benché non sia oggetto di caccia, è minacciato dalla deforestazione e dalla bonifica delle zone paludose nelle quali vive. Ne rimangono circa 1500-2500 esemplari[1].

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) BirdLife International 2017, Aramides wolfi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Rallidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 12 maggio 2014.
  3. ^ Athanas, Nick e Paul J. Greenfield, Birds of Western Ecuador: a Photographic Guide, Princeton University Press, 2016.

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