Aratinga nenday

specie di uccello

Il parrocchetto nanday (Aratinga nenday (Vieillot, 1823)) è un uccello della famiglia degli Psittacidi.[2]

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Parrocchetto nanday
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Psittaciformes
Famiglia Psittacidae
Sottofamiglia Arinae
Genere Aratinga
Specie A. nenday
Nomenclatura binomiale
Aratinga nenday
(Vieillot, 1823)
Sinonimi

Nandayus nenday

Descrizione modifica

Colore generale verde, maschera facciale nera, a volte con sfumature rosse a delimitarla, che arriva a coprire l'occhio, bordato da un anello di pelle nuda chiara e con iride marrone; ha taglia attorno ai 30 cm con coda che copre circa la metà della taglia. Presenta petto azzurro, groppone giallastro, calze rosse, remiganti e timoniere blu. La coda e le ali, viste dal basso, con l'uccello in volo, sono nere splendenti; il becco è nero e le zampe rosate. Gli immaturi sono simili agli adulti ma hanno meno azzurro sul petto e coda più corta.

Biologia modifica

Si raduna in genere in piccoli stormi di una ventina di individui che si muovono alla ricerca di cibo. Nidifica in novembre; la femmina depone nella cavità di un albero 4-5 uova che vengono incubate per 26 giorni; i piccoli lasciano il nido a circa 8 settimane di vita. Sembra che nidifichi sia in coppia sia in piccole colonie familiari e che la preparazione del nido sia organizzata dall'intera famiglia che ispeziona diverse cavità prima di decidere dove fermarsi.

Distribuzione e habitat modifica

Vive in Bolivia sud-orientale, nella regione del Mato Grosso in Brasile, in Paraguay e nel nord-est dell'Argentina. Comune sia in natura sia in cattività.

Vive nelle savane e nelle foreste aperte, soprattutto quelle ricche di palme, fino a 800 metri di quota.

Note modifica

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Nandayus nenday, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Psittacidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 19 maggio 2014.

Bibliografia modifica

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