Archeologia marittima

L'archeologia marittima o archeologia marina, è una disciplina all'interno delle scienze archeologiche che si occupa dello studio del rapporto tra l'uomo e il mare,[1] i laghi e i fiumi, attraverso l'analisi dei resti di navi, attrezzature costiere, strutture portuali, carichi sommersi, resti umani o paesaggi sommersi.[2]

Il galeone svedese Vasa, esposto nel museo che gli è stato dedicato in Svezia.

Fa parte dell'archeologia marittima l'archeologia navale, che si occupa dello studio dei processi storici nella costruzione delle imbarcazioni,[3] e l'archeologia subacquea, che è la tecnica al servizio dell'archeologia marittima quando questa è rivolta all'indagine di siti subacquei, quali i relitti di navi o i porti sommersi.

Come l'archeologia nel suo complesso, anche l'archeologia marina può indirizzarsi alle epoche preistoriche, storiche o industriali.[4]

Note modifica

  1. ^ Maritime History, Archaeology and Travel Research Project, su edumaritime.org. URL consultato il 6 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2017).
  2. ^ MARITIME ARCHAEOLOGY, su Encyclopedia of Archaeology, Oxford: Elsevier Science & Technology, 2008. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  3. ^ Muckelroy, K., Maritime archaeology., Cambridge University Press, 1978.
  4. ^ Renfrew, C., & Bahn, P., 1991, Archaeology, theories, methods and practice. Thames and Hudson, NY.

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