Arcidiocesi di Tebe

L'arcidiocesi di Tebe (in latino: Archidioecesis Thebana in Graecia) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Tebe
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Thebana in Graecia
Chiesa latina
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXV secolo
StatoGrecia
Arcidiocesi soppressa di Tebe
Diocesi suffraganeeCastoria, Platea, Tanagra, Tespia, Zaratovio
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Tebe è un'antica diocesi della Grecia, nel patriarcato di Costantinopoli. Inizialmente suffraganea dell'arcidiocesi di Corinto, è menzionata come arcidiocesi autocefala nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI e databile all'inizio X secolo.[1]

Nell'XI secolo è elevata al rango di sede metropolitana senza suffraganee, e come tale è documentata fino agli inizi del XV secolo.[2] Alcune recensioni della Notitia 13 (XII secolo) riportano una lista di diocesi suffraganee di Tebe: Trichia e Kanala, che furono diocesi effimere; Castoria e Zaratovio, sedi menzionate anche nei documenti latini di epoca crociata (Castoriensis e Zaratovensis); Platea e Tespia.[3] Gli Annuari pontifici aggiungono tra le suffraganee di Tebe anche la diocesi di Tanagra, ignota alle Notitiae episcopatuum patriarcali.

Secondo la tradizione greca, primo vescovo di Tebe sarebbe stato Rufo, menzionato nella lettera ai Romani di san Paolo (16,13[4]). Altri vescovi tebani del primo millennio cristiano sono: Giulio, che firmò gli atti del concilio di Sardica (circa 344); Anisio, che presenziò al concilio di Efeso nel 431; Architimo, che sottoscrisse la lettera dei vescovi greci all'imperatore Leone (458) in seguito all'uccisione del patriarca alessandrino Proterio. In seguito non sono più noti vescovi di Tebe, fino al IX secolo, dove appare il nome di Marciano, archiepiscopus Thebarum, tra i partecipanti al Concilio di Costantinopoli IV nell'869.

Durante la quarta crociata, fu costituito il ducato di Atene che ebbe Tebe come capitale. Qui fu istituita un'arcidiocesi di rito latino, che sopravvisse fino al 1456, quando il sultano Maometto II conquistò definitivamente il ducato. Secondo Le Quien la sede latina di Tebe aveva due suffraganee: Castoria e Zaratovio.

Dal XV secolo Tebe è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 1º febbraio 1965.

Cronotassi modifica

Vescovi greci modifica

  • San Rufo di Tebe † (I secolo)
  • Giulio † (menzionato nel 344)
  • Anisio † (menzionato nel 431)
  • Architimo † (menzionato nel 458)
  • Marciano † (menzionato nell'869)

Arcivescovi latini modifica

  • Anonimo † (menzionato nel 1208)
  • A. † (4 ottobre 1210 - ?)
  • Anonimo † (menzionato nel 1241)
  • Anonimo † (menzionato il 3 giugno 1252)
  • Anonimo † (menzionato nel 1263)
  • Nicola † (? - 31 luglio 1308 nominato patriarca di Costantinopoli)
  • Isnardo Tacconi, O.P. † (12 luglio 1308 - 4 agosto 1311 nominato patriarca di Antiochia)
  • Stefano † (13 agosto 1311 - ? deceduto)
  • Isnardo Tacconi, O.P. † (29 maggio 1326 - ? deceduto)[5]
  • Filippo, O.Carm. † (26 agosto 1342 - 17 giugno 1351 nominato vescovo di Conza)
  • Sirello Pietro di Ancona † (20 maggio 1351 - ? deceduto)
  • Paolo † (15 maggio 1357 - 17 aprile 1366 nominato patriarca di Costantinopoli)
  • Simone Atomano, O.S.B.I. † (17 aprile 1366 - ? deceduto)
    • Tommaso di Negroponte, O.F.M. † (9 luglio 1387 - ?) (obbedienza avignonese)
  • Stefano †
  • Garcia † (1º giugno 1387 - ?)
  • Benedetto † (18 maggio 1390 - ? deceduto)
  • Bernardo † (11 maggio 1405 - ?)
  • Antonio † (? deceduto)
  • Nicola di Treviso, O.F.M. † (4 aprile 1410 - 11 agosto 1410 nominato vescovo di Nona)
  • Giacomo † (16 marzo 1411 - ?)
  • Giovanni di Pontremoli, O.F.M. † (23 febbraio 1418 - ? deceduto)
  • Stefano † (23 dicembre 1429 - ? deceduto)

Arcivescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, p. 273, nº 86.
  2. ^ (ELFR) Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, indice, p. 515 (Thébai, archevêché d'Hellas).
  3. ^ (ELFR) Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, pp. 150 e 366 (nn. 751-756).
  4. ^ Rm 16,13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Mantiene il patriarcato di Antiochia.
  6. ^ Fu contestualmente vescovo di Treviso.
  7. ^ Fu contestualmente vescovo di Carlisle.
  8. ^ Le fonti non sono chiare circa l'attribuzione della sede per i vescovi Amadori Biscioni e Rota. Entrambi infatti sono nominati ad una sede archiepiscopalis (cfr. ASS 8 (1874-75), p. 627 e ASS 17 (1884), p. 223). Tuttavia, l'Annuario Pontificio 1882, p. 296, indica l'arcidiocesi di Tebe in Egitto come sede del vescovo Amadori Biscioni, e conseguentemente anche di Rota, che gli succede. Il successivo vescovo menzionato da Catholic Hierarchy, Antonio Sabatucci, appartiene invece alla sede di Tebe in Egitto come indicato dagli Acta Sanctae Sedis.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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