Arcidiocesi di Trebisonda

L'arcidiocesi di Trebisonda è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli (in greco Ιερά Μητρόπολις Τραπεζούντος?, Iera Mitropolis Trapezoúntos), e una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica (in latino Archidioecesis Trapezuntina).

Trebisonda
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Trapezuntina
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Trebisonda
Mappa della diocesi civile del Ponto (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXVII secolo
StatoTurchia
Arcidiocesi soppressa di Trebisonda
Diocesi suffraganeeCherianon, Chamazur, Chachaeon, Paiper, Cherameos, Lerion, Bizanon
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
La cattedrale di san Gregorio di Nissa di Trebisonda, distrutta nel 1930.
Crisante, ultimo metropolita di Trebisonda, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia dal 1938 al 1941.
Sigillo della metropolia di Trebisonda.
Mappa delle sedi metropolitane del patriarcato di Costantinopoli in Anatolia attorno al 1880.

Storia modifica

La metropolia greca modifica

Trebisonda, corrispondente alla città di Trabzon nell'odierna Turchia, è un'antica sede arcivescovile della provincia romana del Ponto Polemoniaco nella diocesi civile del Ponto e nel patriarcato di Costantinopoli.

Originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Neocesarea[1], prima del 787 fu elevata al rango di sede metropolitana con il titolo di Trebisonda di Lazica (a ricordo dell'antica provincia scomparsa).[2] Nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo) Trebizonda è annoverata al 33º posto fra le metropolie del Patriarcato e le sono assegnate sette suffraganee: Cheriana[3], Chamazur,[4] Chachaeon, Paiper,[5] Cherameos, Lerion e Bizanon.[6]

Le Quien menziona due arcivescovi greci che, in epoca moderna, entrarono in comunione con la sede di Roma, ossia Doroteo (1438-1439) e Cirillo (1628-1638).

La metropolia e le comunità cristiane scomparvero in seguito alla guerra greco-turca e agli accordi del trattato di Losanna del 1923 che impose obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia. L'ultimo metropolita residente fu Crisante Filippidis, che fu tra i protagonisti della nascita della Repubblica del Ponto, il quale, di fronte all'avanzata turca dovette fuggire; fu condannato a morte in contumacia dall'esercito turco.[7] Successivamente fu ancora nominato metropolita di Trebisonda, ma senza poter più risiedere nella città, la cui cattedrale, dedicata a Gregorio di Nissa, fu rasa al suolo nel 1930.

La diocesi latina modifica

Nel XIII e XIV secolo Trebisonda fu sede di un'importante colonia genovese. Dal 1289 esisteva in città un monastero francescano, mentre nel 1315 Andrea della Terza aveva fondato un convento domenicano. Inoltre Trebisonda era sede del Custode della vicaria Orientalis.[8][9]

Nella bolla di istituzione della sede metropolitana di Vospro (5 luglio 1333), tra le diverse diocesi suffraganee è compresa anche Trebisonda, presumibilmente eretta in quest'occasione.[8]

Non si conosce tuttavia la data di nomina del primo vescovo, Antonio. Fece parte nel 1344 di un'importante ambasciata del catholicos armeno a papa Clemente VI in vista dell'unione della Chiesa apostolica armena con la Chiesa cattolica; non potendo rientrare nella sua diocesi a causa di sommosse antilatine a Trebisonda, fu nominato vescovo di Galtellì in Sardegna.[8] Anche il suo successore, Mathieu, non lasciò mai la sua sede di Cambrai: il papa dovette concedergli dei benefici, visto che non poteva vivere delle entrate della sua diocesi. Terzo vescovo fu Cosma, episcopus Traphasonensis, il quale tuttavia risedette tre anni alla corte papale di Avignone prima di essere trasferito a Saraj.[8]

Seguono altri vescovi, come riporta la cronotassi di Eubel, che secondo Richard comprende vescovi titolari, ma anche probabili vescovi residenziali. La lista delle diocesi alle quali è inviato un collettore apostolico nel 1429 non comprende più Trebisonda.[10]

Dal XVII secolo Trebisonda è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 16 luglio 1969.

Cronotassi modifica

Vescovi e metropoliti greci modifica

Epoca romana e bizantina modifica

Epoca ottomana e turca modifica

Vescovi latini modifica

  • Antonio † (? - 13 luglio 1345 nominato vescovo di Galtellì)
  • Mathieu, O.C. † (prima di ottobre 1345 - 1359 deceduto)
  • Cosma, O.F.M. † (prima di novembre 1359[44] - 17 giugno 1362 nominato arcivescovo di Saraj)
  • Ludovico † (? - 28 gennaio 1376 nominato vescovo di Stefaniaco)
  • Alessandro, O.F.M. † (? - 3 settembre 1387 nominato vescovo di Caffa)
  • Giovanni (Mundel), O.F.M. † (? - ? deceduto)
  • Bartolomeo, O.E.S.A. † (14 novembre 1390 - ? deceduto)
  • Michele Petri, O.S.B. † (22 maggio 1405 - ?)
  • Michele, O.F.M. † (23 ottobre 1409 - ?)
  • Nicola di Gamundia, O.F.M. † (2 dicembre 1409 - ? deceduto)
  • Paulus Marklini de Heilbronn, O.F.M. † (31 gennaio 1414 - ?)
  • Marco Viaro, O.F.M. † (11 aprile 1427 - ? deceduto)
  • Gregorio di Corsanegro, O.S.B. † (14 marzo 1429 - ? deceduto)

Arcivescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 209, nº 234.
  2. ^ Jean Darrouzès, Remarques sur des créations d'évêchés byzantins, in Revue des études byzantines, tome 47, 1989, pp. 210-215.
  3. ^ In turco: Şiran.
  4. ^ A questa sede è attribuito un solo vescovo, Giovanni, noto grazie all'esistenza di un suo sigillo datato all'XI secolo (Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 666).
  5. ^ La sigillografia ha restituito il nome di un vescovo greco di questa sede, Davide, il cui sigillo è datato all'XI secolo (Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 667).
  6. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 284, nn. 556-563.
  7. ^ Kiminas, The ecumenical patriarchate…, p. 109-110.
  8. ^ a b c d (FR) Richard, La Papauté et les missions d'Orient au Moyen Age, p. 233.
  9. ^ Si trattava di una delle tre vicarie in cui i Francescani avevano suddiviso i loro conventi in Tartaria, ossia nell'impero mongolo; le altre erano la vicaria Aquilonaris e la vicaria del Cathay. (FR) Richard, La Papauté et les missions d'Orient au Moyen Age, pp. 128-129.
  10. ^ (FR) Richard, La Papauté et les missions d'Orient au Moyen Age, pp. 233-234.
  11. ^ Denis Feissel, Notes d'épigraphie chretienne, in Bulletin de correspondance hellénique, vol. 116, 1, 1992, p. 388.
  12. ^ (DE) Theodoros, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, ed. online, nº 7341.
  13. ^ (DE) Christophoros, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, ed. online, nº 1106.
  14. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/2, Paris, 1965, nº 1612.
  15. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 659.
  16. ^ (DE) Athanasios Daimonokatalytes, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, ed. online, nº 20659.
  17. ^ Catalogue of Byzantine Seals at Dumbarton Oaks and in the Fogg Museum of Art, vol. IV, 2001, p. 106.
  18. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/3, Paris, 1972, nº 1758.
  19. ^ (EN) Konstantinos, metropolitan of Trebizond, Prosopography of the Byzantine Worl, ed. online, 2016.
  20. ^ (EN) Leon, metropolitan of Trebizond, Prosopography of the Byzantine Worl, ed. online, 2016.
  21. ^ (EN) Ioannes, metropolitan of Trebizond, Prosopography of the Byzantine Worl, ed. online, 2016.
  22. ^ (EN) Niketas, metropolitan of Trebizond, Prosopography of the Byzantine Worl, ed. online, 2016.
  23. ^ (EN) (Stephanos Skylitzes), metropolitan of Trebizond, Prosopography of the Byzantine Worl, ed. online, 2016.
  24. ^ (EN) Michael, metropolitan of Trebizond, Prosopography of the Byzantine Worl, ed. online, 2016.
  25. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/2, Paris, 1965, p. 442.
  26. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 5019.
  27. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 2301.
  28. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 4560.
  29. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 478.
  30. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 23889.
  31. ^ Jan Olof Rosenqvist, The Hagiographic Dossier Of St Eugenios Of Trebisond (ed. J. O. Rosenqvist), 1996, pp. 31. URL consultato il 22 dicembre 2023.
  32. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 14320.
  33. ^ Jan Olof Rosenqvist, The Hagiographic Dossier Of St Eugenios Of Trebisond (ed. J. O. Rosenqvist), 1996, pp. 30-31, 34. URL consultato il 22 dicembre 2023.
  34. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 7166.
  35. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 1101.
  36. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 27058.
  37. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 7270.
  38. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 5642.
  39. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 5932.
  40. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 21277.
  41. ^ Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 93488.
  42. ^ La cronotassi da Gennadio (1500-1501) a Doroteo (1764-1798) è pubblicata in: Kiminas, The ecumenical patriarchate…, p. 204.
  43. ^ La cronotassi da Partenio (1798-1830) a Crisante (1922-1938) è pubblicata in: Kiminas, The ecumenical patriarchate…, p. 110.
  44. ^ Nel mese di novembre, in quanto vescovo di Trebisonda, elargisce delle indulgenze (Richard, p. 233, nota 15).

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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