Arco di Adriano (Capua)

arco romano di Santa Maria Capua Vetere

L'arco di Adriano (detto anche "archi di Capua" o "arco Felice") è un arco romano situato a Santa Maria Capua Vetere (antica Capua, oggi in provincia di Caserta). Era in origine a tre fornici, ma oggi se ne conservano solo tre piloni e uno dei fornici laterali. Scavalcava la via Appia e costituiva un ideale ingresso alla città, forse in corrispondenza della linea del pomerio[1].

Arco di Adriano
L'Arco di Adriano
CiviltàRomana
UtilizzoArco di trionfo
EpocaI-II secolo d.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneSanta Maria Capua Vetere
Amministrazione
EnteSoprintendenza archeologica della Campania
VisitabileSi
Mappa di localizzazione
Map

Storia modifica

L'arco fu eretto tra la seconda metà del I e la prima metà del II secolo, ma se ne ignora la dedica. All'arco era stata riferita un'iscrizione con dedica all'imperatore Adriano, poi ritenuta falsa[2].

È stato ipotizzato che l'erezione dell'arco sia avvenuta sotto i Flavi in seguito al conferimento dello stato di colonia alla città (Colonia Flavia Augusta)[3].

Venne restaurato con integrazioni e rifacimenti della struttura laterizia nel 1851. Nel 1860 fu interessato dai combattimenti della battaglia del Volturno: una targa commemorativa, con testo dettato da Luigi Settembrini venne collocata su uno dei piloni dell'arco. In seguito ai danni subiti durante la battaglia l'arco venne restaurato dopo il 1883, e ancora e tra il 1945 e il 1953-1955 per i danni subiti nella seconda guerra mondiale.

Descrizione modifica

L'arco è costruito in laterizio ed aveva originariamente un rivestimento in calcare bianco, oggi perduto. Conserva i piloni del fornice centrale (più ampio, fino all'imposta dell'arcata, e una delle arcate laterali. I resti raggiungono un'altezza di 10 m e una larghezza di 18,5 m. Sono presenti integrazioni e restauri moderni.

Le arcate sia del fornice centrale che dei fornici laterali si impostavano alla medesima altezza (6,2 m), ma quella del fornice centrale, più ampia (luce di 4,85 m controluce di 3,95 m per i fornici laterali), raggiungeva in origine un'altezza maggiore.

I piloni sono rivestiti alla base da blocchi di calcare bianco e sono alleggeriti da nicchie con copertura arcuata. I fori presenti nella struttura laterizia permettono di ipotizzare la presenza di colonne che inquadravano le nicchie e dovevano sorreggere una trabeazione che correva sopra i fornici.

Sul lato interno dei piloni del passaggio centrale sono presenti delle nicchie che sono però state realizzate modernamente.

Note modifica

  1. ^ Quilici - Quilici Gigli 2001, citato in bibliografia, p.228.
  2. ^ CIL X, 464. All'arco era stata inoltre dubitativamente riferita anche una dedica a Settimio Severo (CIL X, 3825), che tuttavia appartiene probabilmente ad un basamento di statua: v. Quilici - Quilici Gigli 2001, citato in bibliografia, p.228.
  3. ^ Quilici - Quilici Gigli 2001, citato in bibliografia, p.231.

Bibliografia modifica

  • Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli, "Sull'arco di Capua", in Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli (a cura di), Urbanizzazione delle campagne nell'Italia antica, Roma 2001, p.205-231.

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