Argyropelecus hemigymnus

specie di pesce

L'ascia d'argento o pesce ascia o pesce accetta (Argyropelecus hemigymnus) è un pesce abissale della famiglia Sternoptychidae.

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Pesce accetta
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Stomiiformes
Famiglia Sternoptychidae
Sottofamiglia Sternoptychinae
Genere Argyropelecus
Specie A. hemigymnus
Nomenclatura binomiale
Argyropelecus hemigymnus
Cocco, 1829
Sinonimi

Argyripnus hemigymnus, Argyropelecus durvillei, Argyropelecus d'Urvillei, Argyropelecus heathi, Argyropelecus hemigymmus, Argyropelecus hemigymnos, Argyropelecus intermedius

Distribuzione e habitat modifica

Questo pesce è diffuso nell'Oceano Atlantico e nel mar Mediterraneo, mar Adriatico compreso.
Vive a grandi profondità, fino a 3000 m ed ha abitudini pelagiche. Compie migrazioni a profondità inferiori durante la notte.

Descrizione modifica

Ha una sagoma assolutamente inconfondibile, alta e pressoché trapezoidale la parte anteriore, con una spina acuta su entrambi gli "spigoli" nella parte inferiore e molto più sottile nel segmento caudale. Gli occhi sono molto grandi, telescopici e rivolti verso l'alto. La bocca è molto grande, dorsale. La pinna dorsale, breve, è preceduta da alcune spine e seguita da una pinna adiposa lunga e stretta. Le pinne pettorali sono lunghe e inserite in basso. La pinna caudale è grande e forcuta. I fotofori sono grandi, in numero di 35, disposti lungo il profilo ventrale del corpo e suddivisi in sei gruppi.
Il colore dell'animale è argenteo, molto lucente. La luce emessa dai fotofori è rosea.
Misura fino a 6 cm di lunghezza.

Alimentazione modifica

Si ciba soprattutto di crostacei planctonici.

Riproduzione modifica

Si riproduce tutto l'anno, con un massimo in primavera, le uova sono galleggianti e se ne schiude una larva che assume l'aspetto tipico dell'adulto a circa 7 mm di lunghezza.

Biologia modifica

Come molti altri pesci abissali questa specie si può trovare spiaggiata sulle coste dello Stretto di Messina. Questi spiaggiamenti permisero nel XIX secolo di studiare la fauna abissale quando ancora non erano possibili le spedizioni oceanografiche.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • TORTONESE E. (1975), Osteichthyes - Fauna d'Italia vol. XI, Calderini, Bologna
  • COSTA F., (1991), Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, Milano

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Collegamenti esterni modifica

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