Assedio di Osaka

serie di battaglie in Giappone

L'assedio di Osaka (大坂の役?, Ōsaka no eki), o più comunemente 大坂の陣?, Ōsaka no jin) fu una serie di battaglie dello shogunato Tokugawa contro il clan Toyotomi, che finì con la distruzione di questo clan.

Assedio di Osaka
Dipinto del XVII secolo sull'assedio di Osaka, esposto nel castello della città.
Data8 novembre 1614 - 22 gennaio 1615 e maggio - giugno 1615
LuogoCastello di Osaka e le aree circostanti, Giappone
Causarivolta di Toyotomi Hideyori contro lo shogunato Tokugawa
EsitoVittoria di Tokugawa
Schieramenti
Shogunato Tokugawa e clan alleatiClan Toyotomi e clan alleati
Comandanti
Effettivi
Inverno
194.400[1]
Estate:
Tra 150.000 e 160.000[2]

90.080[1]

Tra 60.000 e 120.000[3]
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L'assedio è diviso in due fasi (campagna invernale e campagna estiva), durò dal 1614 al 1615 e pose fine alla maggiore opposizione armata contro lo shogunato. Viene a volte ricordato come armistizio Genna (元和偃武?, Genna enbu) perché dopo l'assedio ebbe fine l'era Keichō ed iniziò l'era Genna.

L'inizio modifica

Quando Toyotomi Hideyoshi morì nel 1598, il Giappone fu governato dal Consiglio dei Cinque Anziani (o Consiglio dei cinque reggenti), tra i quali Tokugawa Ieyasu possedeva il maggior potere. Dopo aver sconfitto Ishida Mitsunari nella battaglia di Sekigahara, Ieyasu assunse il controllo dell'intero Giappone ed abolì il Consiglio. Nel 1603 ebbe inizio lo shogunato Tokugawa e la città di Edo fu scelta come capitale. Ieyasu intendeva dare stabilità al Paese dopo il lungo periodo di guerre e l'unico ostacolo erano i Toyotomi, insediati a Osaka e guidati dal figlio di Hideyoshi, Toyotomi Hideyori.

La campagna d'inverno modifica

 
Iscrizioni sulla campana di Hōkō-ji a Kyoto

Nel 1614 il clan Toyotomi ricostruì il castello di Osaka ed il tempio Hōkō-ji di Kyoto. Tra i rinnovamenti di questo tempio vi furono una nuova campana in bronzo su cui fu incisa l'iscrizione: "Possa lo stato essere pacifico e prospero; ad est saluta la pallida luna, e ad ovest dice addio al sole che tramonta".

I kanji usati per l'incisione si prestavano a diverse interpretazioni e lo shogun, il cui potere si basava sulle province orientali, interpretò questa frase come un tradimento e una minaccia e la tensione cominciò a crescere tra i Tokugawa e il clan Toyotomi. La crisi si acuì quando Toyotomi Hideyori cominciò a radunare ad Osaka un'armata di rōnin e di nemici dello shogunato. Nonostante Ieyasu avesse passato il titolo di shōgun al figlio nel 1615, aveva tuttavia mantenuto un'influenza significativa. Per neutralizzare i Toyotomi, nel novembre del 1614 inviò ad Osaka le sue truppe composte da 164 000 effettivi.

Le operazioni militari ebbero inizio il 19 novembre, quando 3 000 soldati di Ieyasu attraversarono il fiume Kizu distruggendo il forte che si trovava sulla sua riva. La settimana dopo attaccò con 1 500 uomini il villaggio di Imafuku, che era difeso da 600 soldati. Con l'utilizzo di archibugi, le forze dello shogunato ottennero un'altra vittoria. Molti altri villaggi e forti caddero in mano dello shogun prima dell'assedio al castello di Osaka, che cominciò il 4 dicembre.

Le forze dello shogunato cinsero d'assedio il Sanada-maru, un barbacane che era stato costruito a fianco del castello e che era difeso da Sanada Yukimura e 7 000 uomini, alleati con i Toyotomi. Gli assedianti furono respinti ripetutamente e gli uomini di Sanada si lanciarono in diversi contrattacchi contro le linee nemiche, rompendole per ben tre volte. Quindi Ieyasu ricorse all'artiglieria, portando 300 cannoni e altre truppe il cui compito era scavare sotto le mura. Il 22 gennaio l'assedio d'inverno finì quando Toyotomi Hideyori si impegnò a non ribellarsi. Fu rasa al suolo la cerchia esterna delle mura del castello e fu iniziato l'interramento del fossato esterno.

La campagna d'estate modifica

Nell'aprile 1615, Ieyasu venne a sapere che Toyotomi Hideyori stava raccogliendo truppe ancora più numerose della volta precedente, e che stava cercando di fermare il riempimento del fossato. Le forze di Toyotomi (spesso chiamate Armata occidentale) incominciarono ad attaccare dei contingenti delle forze dello shogun (l'Armata orientale) vicino ad Osaka. Il primo scontro fu il 29 aprile nella battaglia di Kashii, quando truppe leali a Toyotomi Hideyori guidate da Ban Naoyuki furono respinte mentre si stavano dirigendo al castello di Wakayama, controllato da Asano Nagaakira, alleato dello shogun.

L'Armata dello shogun arrivò con 23 000 soldati che sconfissero il 2 giugno nella battaglia di Dōmyōji i 2 600 dell'Armata orientale. Il comandante Gotō Mototsugu, che guidò le truppe di Hideyori, fu ucciso in battaglia. Le forze di Tokugawa guidate da Date Masamune intercettarono quindi quelle del generale di Toyotomi Sanada Yukimura presso Honta-Ryo. Questi fu costretto alla ritirata dopo aver perso il supporto del samurai Katakura Shigenaga, le cui truppe erano esauste e si erano a loro volta ritirate.

La stessa notte si affrontarono le truppe di Chōsokabe Morichika e di Tōdō Takatora nella battaglia di Yao. Nello stesso momento vi fu la battaglia di Wakae tra Kimura Shigenari e Ii Naotaka. Le forze di Chosokabe ottennero la vittoria, mentre Kimura Shigenari fu sconfitto dall'ala sinistra dell'esercito di Ii Naotaka. Le principali forze Tokugawa si mossero per assistere Todo Takatora dopo la morte di Shigenari, e Chosokabe fu costretto a ritirarsi a Osaka.

Dopo un'altra serie di vittorie dello shogunato nei dintorni di Osaka, la Campagna d'estate arrivò ad un punto cruciale con la battaglia di Tennoji. Hideyori pianificò un'operazione "martello-e-incudine", in cui 55 000 uomini avrebbero attaccato il centro dell'Armata orientale, mentre una seconda forza di 16 500 uomini li avrebbe attaccati dal retro. Un ulteriore contingente di rinforzo avrebbe intanto atteso nelle retrovie. L'armata di Ieyasu era comandata dal figlio, lo shogun Tokugawa Hidetada, ed era composta da circa 155 000 uomini che furono disposti in quattro file parallele, pronte ad attaccare sul fianco ognuna per conto proprio. Vi furono errori da parte di entrambi gli schieramenti, come ad esempio l'allontanamento dei ronin di Hideyori dal gruppo principale, e lo spostamento delle riserve di Hidetada senza che avessero ricevuto ordini dal comando.

L'uccisione di Sanada Yukimura, comandante delle truppe di Hideyori, provocò uno sbandamento dell'Armata occidentale. Le forze residue, comandate direttamente da Hideyori, si radunarono davanti al castello di Osaka troppo tardi e furono costrette a rifugiarsi all'interno del castello dall'attacco nemico; non ebbero il tempo di organizzare un'appropriata difesa, il castello fu bombardato dai cannoni e prese fuoco. La battaglia ebbe fine e Hideyori fece seppuku. Fu l'ultima grande rivolta contro il dominio di Tokugawa per i seguenti 250 anni.

Il seguito modifica

 
Il castello di Osaka oggi

Il figlio di Hideyori, Toyotomi Kunimatsu (di 8 anni di età) fu catturato dallo shogunato e decapitato a Kyoto. La figlia della concubina di Hideyori, Naahime, non fu invece condannata a morte e divenne una monaca presso il tempio buddista Tōkei-ji di Kamakura. La tomba di Hideyoshi fu distrutta dallo shogunato, insieme al reliquiario Tomokuri di Kyoto. Chōsokabe Morichika fu decapitato l'11 maggio mentre un suo compagno, Ono Harutane, che era ricercato da oltre 10 anni, fu ucciso il 27 giugno.

Il Bakufu ricevette 650 000 koku presso Osaka e incominciò la ricostruzione del castello. Il territorio provinciale divenne un han (dominio feudale) e fu dato a Matsudaira Tadaaki. Nel 1619, lo shogunato cambiò nuovamente la forma amministrativa di Osaka da dominio feudale a governatorato (jodai (城代?)), che fu posto sotto il controllo di un bugyō al servizio dello shogunato; come molte altre maggiori città giapponesi, per il resto del periodo Edo Osaka non fece parte di un han sotto il controllo di un daimyō. Alcuni daimyō, tra cui Naitō Nobumasa del castello Takatsuki (高槻城?), in provincia di Settsu, dotato di 20 000 koku, e Mizuno Katsushige di Yamato Koriyama, in provincia di Yamato, con 60 000 koku, si spostarono ad Osaka.

Il clan Toyotomi fu sciolto e lo shogunato annunciò nuove leggi, tra cui l'Ikkuni Ichijōrei (一国一城令?), con cui fu stabilito che ogni provincia potesse contenere un solo castello, e il Bukeshohatto (武家諸法度?), chiamato anche "Legge di Buke", che obbligava ogni daimyō a possedere solo un castello e ad obbedire alle restrizioni correlate. Da quel momento, per costruire o riparare un castello divenne necessario il permesso dello shogunato. Molti castelli dovettero quindi essere distrutti per obbedire a queste leggi.

Nonostante avesse infine unificato il territorio e portata la pace, la buona salute andava via via abbandonando Ieyasu. Durante la concitata guerra durata un anno contro i suoi ultimi avversari, ricevette ferite che accorciarono notevolmente la sua vita. Il 1º giugno 1616, Tokugawa Ieyasu, terzo ed ultimo dei grandi unificatori del Giappone, morì all'età di settantacinque anni, lasciando lo shogunato e la terra ai suoi discendenti.

Note modifica

  1. ^ a b Turnbull, 2006, p. 29.
  2. ^ Turnbull, 2006, p. 64.
  3. ^ Turnbull, 2006:65.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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