Atropo (sommergibile 1939)

L’Atropo è stato un sommergibile posamine della Regia Marina.

Atropo
Descrizione generale
Tiposommergibile posamine
ClasseFoca
Proprietà Regia Marina
CantiereTosi, Taranto
Impostazione10 luglio 1937
Varo20 novembre 1938
Entrata in servizio14 febbraio 1939
IntitolazioneAtropo
Radiazione1º febbraio 1948
Destino finaledemolito
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione1659,44 t[1]
Dislocamento in emersione1333,04 t
Lunghezza82,25 m
Larghezza7,166 m
Pescaggio5,93 m
Profondità operativa100 (collaudo)[1] m
Propulsione2 motori diesel Tosi da 2900 HP + 2 motori elettrici Ansaldo da 1300 hp

1 batteria di accumulatori al piombo composta da 248 elementi.

Velocità in immersione 7,8 nodi
Velocità in emersione 15 nodi
Autonomia9880 miglia a 8 nodi; 3560 miglia a 15 nodi;
7,8 miglia a 7,8 nodi, 84,5 miglia a 4 nodi in immersione
Equipaggio7 ufficiali, 53 tra sottufficiali e marinai
Armamento
Armamentoalla costruzione[2]:

dal 1941:

Dati estratti da xmasgrupsom.com. URL consultato il 21 settembre 2010. dove non specificato diversamente.
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Storia modifica

Nel giugno 1939 effettuò un viaggio sino a El Ferrol per verificare le condizioni dell'attraversamento dello stretto di Gibilterra[3].

Per via delle sue sistemazioni per le mine, si rivelò particolarmente adatto a missioni di trasporto. Il 22 giugno 1940 partì infatti per una prima missione di questo tipo con destinazione Lero; il 26 giugno, mentre tornava alla base, attaccò infruttuosamente con due siluri un sommergibile nemico, al largo dell'isola di Amorgos[4].

Il 29 ottobre posò un campo di 16 mine nei pressi di Zante; interruppe l'opera perché si era verificato lo scoppio accidentale di alcuni ordigni[4].

Fu in assoluto il sommergibile italiano che effettuò il maggior numero di missioni di trasporto: ben 23[5]; ad esempio nel maggio 1941 compì due missioni di questo tipo con destinazione Derna, mentre il 17 ottobre effettuò una missione di trasporto di combustibili a Bastia[4].

Il 16 novembre 1941 ebbe quattro morti a bordo (due sottufficiali, un sottocapo ed un marinaio)[6].

Il 19 ottobre 1940 fu attaccato con bombe e mitragliato da un aereo Bristol Blenheim, ma riuscì a respingerlo danneggiandolo[4].

All'armistizio si diresse a Taranto e da lì ripartì (unitamente ai sommergibili Fratelli Bandiera e Jalea il mattino del 12 settembre 1943 per consegnarsi agli Alleati a Malta, dove giunse il 13 settembre, di pomeriggio, e da dove ripartì il 13 ottobre (in gruppo con altri 14 sommergibili fra cui il gemello Zoea) per rientrare in Italia[7][4]; durante la cobelligeranza fu impiegato per esercitazioni alle Bermuda[8].

Fu demolito nel dopoguerra. Aveva svolto in tutto 30 missioni di guerra, percorrendo complessivamente 27.884 miglia in superficie e 2703 in immersione[9].

Note modifica

  1. ^ a b xmasgrupsom.com. URL consultato il 21-09-2010.
  2. ^ Da Navypedia.
  3. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 429
  4. ^ a b c d e xmasgrupsom.com. URL consultato il 21-09-2010.
  5. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 367
  6. ^ Caduti
  7. ^ J. Caruana su Storia Militare n. 204 - settembre 2010, p. 53-63
  8. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 380.
  9. ^ Attività Operativa
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