Attentato del caffè Moment

L'attentato al caffè Moment fu un attentato suicida palestinese in una caffetteria nel centro di Gerusalemme, in Israele, avvenuto il 9 marzo 2002, durante la seconda intifada; 11 civili israeliani furono uccisi e 54 rimasero feriti.[1]

Attentato del caffè Moment
attentato
Tipoattacco suicida
Data9 marzo 2002
LuogoGerusalemme
StatoBandiera d'Israele Israele
Coordinate31°46′28.7″N 35°13′03.08″E / 31.774639°N 35.217522°E31.774639; 35.217522
Armacintura esplosiva
Conseguenze
Morti11 civili israeliani (e un attentatore suicida)
Feriti54 civili israeliani

L'attentato modifica

Il 9 marzo 2002, poco prima delle 22:30, un attentatore suicida palestinese entrò nella caffetteria "Café Moment" nel quartiere Rehavia di Gerusalemme, all'angolo tra Gaza Street e Ben-Maimon Street, situata a circa 100 metri dalla residenza del Primo ministro. A quel tempo, questo era uno dei centri di ricreazione più popolari di Gerusalemme. Alle 22:30, subito dopo essere entrato nell'edificio, l'attentatore suicida fece esplodere il potente ordigno esplosivo nascosto sotto i suoi vestiti. La forza dell'esplosione, che distrusse completamente il negozio, uccise all'istante 11 civili israeliani e ferito 54 persone, 10 delle quali gravemente.[2][3]

I responsabili modifica

Il 17 agosto 2002 le forze di sicurezza israeliane arrestarono i membri della cellula di Hamas che avevano effettuato l'attacco. I militanti erano residenti a Gerusalemme est. Grazie al loro status di residenti permanenti in Israele, portavano con sé carte d'identità blu israeliane, che consentivano loro di lavorare in Israele e di viaggiare facilmente in Israele senza essere sospettati. Mentre le forze di sicurezza israeliane indagavano, scoprirono che i membri della cellula, indicati dai media come "la cellula di Silwan", erano responsabili di una serie di attacchi contro civili israeliani.[4]

Nell'ottobre 2011, i membri della cellula di Silwan vennero tutti rilasciati dalla prigione nell'ambito dello scambio di prigionieri di Gilad Shalit.[4]

Venne intentata una causa contro la Arab Bank in quanto avrebbe finanziato l'attacco.[5]

Note modifica

  1. ^ (EN) Pramod K. Nayar, Postcolonial Studies: An Anthology, John Wiley & Sons, 28 settembre 2015, ISBN 978-1-118-78100-5. URL consultato il 27 aprile 2021.
  2. ^ (EN) Bombing shatters illusions in an oasis of civility, su the Guardian, 11 marzo 2002. URL consultato il 27 aprile 2021.
  3. ^ mfa.gov.il, http://www.mfa.gov.il/MFA/MFAArchive/2000_2009/2002/3/Suicide%20bombing%20at%20Cafe%20Moment%20in%20Jerusalem%20-%209-Ma. URL consultato il 27 aprile 2021.
  4. ^ a b (HE) ישבו, יצאו, רצחו, ישבו, ייצאו - וירצחו, su ערוץ 7. URL consultato il 27 aprile 2021.
  5. ^ (EN) Daniel Fisher, Jury Will Put A Price On Terrorism -- And Stick A Bank With The Bill, su Forbes. URL consultato il 27 aprile 2021.

Voci correlate modifica