Avanspettacolo

genere teatrale
Disambiguazione – Se stai cercando il programma televisivo Rai del 1992, vedi Avanspettacolo (programma televisivo).

Il teatro di avanspettacolo, o, più comunemente, avanspettacolo, è un genere di spettacolo teatrale comico sviluppatosi in Italia fra gli anni trenta e gli anni cinquanta del Novecento.

I fratelli De Rege

Caratteristiche modifica

Questo genere derivò storicamente dal varietà, a cui iniziò a sostituirsi quando il regime fascista emanò provvedimenti (per esempio sgravi fiscali) per favorire i teatri che si convertivano alla più moderna realtà del cinematografo.

In questo contesto, alcune compagnie di varietà dovettero elaborare una forma di spettacolo più semplice e abbreviato, che potesse intrattenere il pubblico in sala in attesa del film (o del "filmo" secondo il termine usato dai fascisti in ossequio al principio dell'autarchia).

L'avanspettacolo, assieme al cabaret - ad esso affine - era considerato il "fratello povero" del teatro di rivista e del varietà per la brevità dei numeri e la scarsità dei mezzi: molte volte, in senso spregiativo, si utilizzava il termine avanspettacolo per indicare teatro comico di scarsa qualità. In realtà fu trampolino di lancio per molti noti attori teatrali e cinematografici italiani, che si produssero in tale genere con impegno artistico e molto successo.

Più avanti nel tempo, tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, il genere variò dai numeri comici agli spogliarelli, in quel mutamento di costume che portò alla diffusione di film pornografici o softcore.[senza fonte]

L'avanspettacolo nel cinema e in televisione modifica

L'avanspettacolo è stato una sorta di serbatoio per il cinema italiano; in particolare offrendo al pubblico:

«... una partecipazione che il cinema non potrà mai dargli. Il cinema è lontano, offre un onirico e sublimante sfogo all'immaginario più ardito, mentre l'avanspettacolo riporta con i piedi per terra: le luci del palcoscenico non nascondono le facce della sala, e tra il pubblico e la sala c'è lo strizzar d'occhi di chi capisce e s'intende, e tutto riporta alla materialità pesante, dove il fuori è vicino, e a esso, alle sue difficoltà, dopo mezz'ora o tre quarti d'ora di rumore e musica e risa dovranno tutti tornare, gli spettatori come gli attori.»

Tra questi attori vi sarebbero stati, fra gli altri, Eduardo De Filippo, Totò, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Ciccio Ingrassia, Franco Franchi, Erminio Macario, Lino Banfi.

Cinema modifica

Televisione modifica

Bibliografia modifica

  • Angelo Olivieri, Le stelle del varietà: rivista, avanspettacolo e cabaret dal 1936 al 1966, con la collaborazione di Alberto Castellano, Roma, Gremese, 1989, ISBN 88-7605-410-3.
  • Mario Quargnolo, Dal tramonto dell'operetta al tramonto della rivista: mezzo secolo di fasti e miserie del varietà e dell'avanspettacolo, Milano, Pan, 1980, SBN IT\ICCU\SBL\0287024.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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