Ave Verum Corpus (Mozart)

Mottetto di Wolfgang Amadeus Mozart

Ave Verum Corpus K 618 in Re maggiore è un mottetto di Wolfgang Amadeus Mozart, basato sull'inno eucaristico omonimo del XIV secolo. Questa di Mozart è di gran lunga la composizione più celebre basata su questo testo. Il mottetto per coro misto, archi e organo, è stato composto dall'autore salisburghese a Baden, nei pressi di Vienna, nel 1791, pochi mesi prima della prematura morte.

Ave Verum Corpus
CompositoreWolfgang Amadeus Mozart
TonalitàRe maggiore
Tipo di composizionemottetto
Numero d'operaK 618
Epoca di composizioneBaden 1791
Prima esecuzioneBaden, Chiesa parrocchiale, 19 giugno 1791
PubblicazioneAndré Offenbach 1808
Durata media4 minuti
Organicocoro, archi, organo
Partitura autografa di Mozart

Storia modifica

Nell'estate del 1791 Mozart aveva raggiunto la moglie Constanze a Baden dove lei, in attesa del sesto figlio, si trovava per delle cure termali;[1] qui il compositore scrisse in poco tempo, probabilmente fra il 17 e il 18 giugno, un breve mottetto, l'Ave Verum Corpus, affinché venisse eseguito per la solennità del Corpus Domini nella chiesa di Baden. Mozart, per sdebitarsi di alcuni favori ricevuti, dedicò il lavoro all'amico Anton Stoll, Kapellmeister e direttore del coro della parrocchia di Baden.[2]

Analisi modifica

Mozart non aveva mai amato molto scrivere musica sacra, la sua produzione in tal senso non è molto numerosa rispetto ad altri generi da lui trattati, anche se annovera diverse messe, Litanie, mottetti e altre composizioni. La maggior parte della musica sacra era stata scritta da Mozart durante il periodo in cui era al servizio presso la corte dell'arcivescovo Colloredo; all'ultimo periodo della sua vita appartengono invece tre composizioni: l'Ave Verum, la Messa in do minore K 427 e il Requiem K 626.[3]

Il mottetto è scritto per coro misto, orchestra d'archi e organo; sulla partitura autografa Mozart indicò soltanto la data in cui lavorò alla composizione, il 17 giugno, e una sola indicazione: "sotto voce".

Il brano è molto semplice ed è di sole 46 battute. Dopo l'introduzione orchestrale segue l'entrata del coro; dopo un lineare sviluppo, l'orchestra porta il brano alla conclusione. La grande semplicità del pezzo è dovuta in parte alle indicazioni date dalla corte di Vienna che esigeva la massima essenzialità per le opere religiose; questa caratteristica non ha certo privato la piccola composizione di una grande espressività, che seppure nella sua linearità, l'ha resa un gioiello. L'attenzione alla pulizia dei timbri e la grande cura data all'utilizzo delle parole nel loro significato, la grazia della scrittura chiara e sommessa ne fanno uno dei momenti più alti del genio mozartiano.[2]

Rivisitazioni successive modifica

  • Franz Liszt trascrisse nel 1862 il mottetto per pianoforte e successivamente per organo.
  • Pëtr Il'ič Čajkovskij rielaborò questa celebre pagina nella preghiera che costituisce il terzo movimento della Suite n. 4, op. 61, nota come Mozartiana.

Note modifica

  1. ^ Britannica, Ave Verum Corpus K 618
  2. ^ a b Arrigo Quattrocchi, Ave Verum Corpus, su flaminioonline.it. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  3. ^ Gianfranco Sgrignoli, Invito all'ascolto di Mozart, Milano, Mursia, 2017

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Collegamenti esterni modifica

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