Bab el-Mandeb

stretto tra Medio Oriente e Africa orientale

Bāb el-Mandeb (in arabo ﺑﺎﺏ ﺍﻟﻤﻨﺪﺏ?, Bāb al-Mandab; in italiano: Porta del lamento funebre[1]) è lo stretto che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden e quindi con l'Oceano Indiano. Ai due lati delle sue sponde si fronteggiano Gibuti, sulla costa africana e lo Yemen, nella Penisola Arabica.

Bab el-Mandeb
Bab el-Mandeb
StatiBandiera di Gibuti Gibuti
Bandiera dell'Eritrea Eritrea
Bandiera della Somalia Somalia
Bandiera dello Yemen Yemen
Coordinate12°35′N 43°20′E / 12.583333°N 43.333333°E12.583333; 43.333333
Dimensioni
Superficie5200 km²
Lunghezza130 km
Larghezza40 km
Profondità massima310 m
Profondità media−186 m
Mappa di Bab-el-Mandeb

Etimologia modifica

 
Mappa batimetrica del Mar Rosso con lo stretto di Bab el-Mandeb in basso a destra

Il nome dello stretto deriverebbe dalla pericolosità della sua navigazione[2] oppure, secondo una leggenda araba ricordata dal geografo Yāqūt (XIII secolo), dal nome di un monte della costa araba, che sarebbe stato un tempo collegato al promontorio opposto della costa africana prima, che un re ne facesse eseguire il distacco[1], causando l'annegamento di molte persone[2]. Secondo un'altra leggenda araba, il nome sarebbe collegato al grande numero di persone che affogarono, quando un grande terremoto provocò la separazione dell'Eritrea e di Gibuti dalla Penisola Arabica.[2]

Geografia modifica

Nel punto più stretto il Bab el-Mandeb ha una larghezza complessiva di circa 30 km e separa lo Yemen (Ras Menheli) da Gibuti (Ras Siyyan). Nello stretto si trova l'isola di Perim, che divide il canale in due sezioni di ampiezza notevolmente differente. Il canale più piccolo, quello orientale, è detto Bab Iskander ("Porta di Alessandro") ed è largo circa 3 km e ha una profondità massima di 16 braccia (30 m). Il più vasto canale occidentale, che è la sezione effettivamente utilizzata per il transito delle navi, viene chiamato Dact el-Mayun (Daqqat al-Māyyūn), e ha una larghezza di circa 25 km e una profondità massima di 170 braccia (310 m).

Vicino alla costa di Gibuti si trova un piccolo gruppo di isole conosciute come le "Isole dei Sette Fratelli".

Il Bab-el-Mandeb funziona da collegamento strategico tra l'Oceano Indiano e il Mar Mediterraneo attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez. Si stima che nel 2006 il quantitativo giornaliero di petrolio movimentato attraverso lo stretto su navi cisterna, sia ammontato a circa 3,3 milioni di barili (520.000 m³), su un totale mondiale di circa 43 milioni di barili al giorno (6.800.000 m³).[3]

Il Bab el-Mandeb è anche un sub-regione della Lega araba, che comprende Gibuti, Yemen e Somalia.

Storia modifica

Secondo l'ipotesi sull'origine africana dell'Homo sapiens, attraverso lo stretto di Bab-el-Mandeb potrebbero essere passate le prime migrazioni di esseri umani moderni. Si presume che a quel tempo gli oceani fossero molto meno profondi e gli stretti avessero acque basse o fossero addirittura in secca, consentendo così una serie di migrazioni lungo la costa meridionale dell'Asia.

Secondo la tradizione della Chiesa ortodossa etiope, lo stretto di Bab el-Mandeb vide le prime migrazioni delle popolazioni semitiche di lingua Ge'ez in Africa, avvenute attorno al 1900 a.C. all'epoca del patriarca Giacobbe.[4]

Successivamente il Regno di Axum divenne una grande potenza regionale nel Corno d'Africa, estendendo il suo dominio attraverso lo stretto con la conquista di Himyar poco prima della nascita dell'Islam. Nel 1799, l'isola di Perim fu unilateralmente occupata dal Regno Unito a nome del suo Impero anglo-indiano. Il dominio fu riaffermato nel 1857 e nel 1861 vi fu costruito un faro per regolare il traffico commerciale marittimo attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez.

Ponte sul Mar Rosso modifica

Il 22 febbraio del 2008, una società di proprietà di Tarek bin Laden (fratellastro di Osama bin Laden) annunciò di voler costruire un ponte denominato Ponte dei Corni che, attraversando lo stretto, doveva collegare lo Yemen con Gibuti.[5] Il ponte attraverso il Mar Rosso doveva essere costruito dalla Middle East Development LLC e sarebbe stato il più lungo ponte sospeso nel mondo.[6]

Il progetto era stato assegnato alla società di ingegneria danese COWI in collaborazione con lo studio di architettura danese Dissing Weitling. Nel 2010 fu annunciato che la Fase 1 del progetto veniva rinviata, e dopo di allora non ci si sono stati altri aggiornamenti sul progetto.

Demografia modifica

Bab el-Mandeb:[7]
Nazione Superficie
(km²)
Popolazione
(2013 est.)
Densità
(per km²)
Capitale PIL PIL pro capite (PPP) $ USD
  Gibuti 23,200 792,198 96.4 Gibuti $2.379 $2,676
  Somalia 637,657 10,251,568 16.1 Mogadiscio $5,896 $600
  Yemen 527,829 23,833,000 44.7 Sana'a $58,202 $2,249
Totale 1,188,686 34,876,766 29.3 / km² Varie $66,477 $1841

Note modifica

  1. ^ a b BĀB el MANDEB, su treccani.it. URL consultato l'8 gennaio 2016.
  2. ^ a b c Bab-el-Mandeb, in Encyclopædia Britannica, III, 9 edizione, p. 179.
  3. ^ World Oil Transit Chokepoints, Energy Information Administration, US Department of Energy
  4. ^ Official website of EOTC Archiviato il 25 giugno 2010 in Internet Archive.
  5. ^ BBC NEWS | Africa | Tarek Bin Laden's Red Sea bridge
  6. ^ Tom Sawyer, Notice-to-Proceed Launches Ambitious Red Sea Crossing, su Engineering News-Record, 1º maggio 2007.
  7. ^ CIA World Factbook, su The World Factbook, Langley, Virginia, Central Intelligence Agency.

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Collegamenti esterni modifica

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