Baldassare Mormile

arcivescovo cattolico italiano

Baldassare Mormile (Napoli, 6 gennaio 1750Napoli, 26 luglio 1826) è stato arcivescovo di Bari e Canosa e successivamente arcivescovo di Capua.

Baldassare Mormile, C.R.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato6 gennaio 1750 a Napoli
Nominato arcivescovo26 giugno 1805 da papa Pio VII
Consacrato arcivescovo30 giugno 1805 dal cardinale Ferdinando Maria Saluzzo
Deceduto26 luglio 1826 (76 anni) a Napoli
 

Biografia modifica

Apparteneva alla famiglia nobile dei Mormile, patrizi di Portanova. Entrò fra i chierici regolari teatini, dove studiò lettere e teologia, materia che insegnò come professore successivamente alla sua ordinazione sacerdotale. Era fratello di Giuseppe Mormile, arcivescovo di Nazareth e di Raffaele Mormile, arcivescovo di Palermo.[1]

Fu nominato arcivescovo di Bari e Canosa nel giugno del 1805: prima di prendere possesso della diocesi, quest'ultima fu amministrata dall'arcidiacono Gaetano Maddalena fino a settembre. Il palazzo arcivescovile era occupato dai francesi di Bonaparte, che impedirono a Mormile di alloggiarvi.[1] Dovette recarsi in una casa di campagna, che era originariamente una torre feudale, allestita e ristrutturata dagli arcivescovi precedenti. Mons. Mormile fece fatica a rispettare le direttive del nuovo governo francese che dopo la battaglia di Austerlitz, decretò il nuovo Regno di Napoli, a stampo napoleonico. Tutti gli ordini religiosi maschili furono soppressi, e Mormile riuscì a stento a preservare i monasteri femminili, tranne le clarisse di Bari.[1]

Restò sempre fedele ai Borbone, e al ritorno del legittimo sovrano, Ferdinando I, venne nominato commendatore dell'Ordine reale delle Due Sicilie. Nel 1818, fu trasferito all'arcidiocesi di Capua, dove restò fino alla morte.[1] Negli anni della dominazione napoleonica fu sospettato di tradimento, vista la sua vicinanza ai Borbone e la parentela con l'arcivescovo Raffaele Mormile, suo fratello, con cui intratteneva una corrispondenza assidua. Si recò a Napoli, a corte, per stemperare le tensioni, dopo una perquisizione della gendarmeria nel palazzo arcivescovile.[1]

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e Michele Garruba, Serie critica de' sacri pastori baresi corretta, accresciuta ed illustrata da Michele Garruba, Tipografia fratelli Cannone, 1844, pp. 472-478. URL consultato il 4 luglio 2019.

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