Battaglia di Novi

battaglia delle guerre napoleoniche

La battaglia di Novi, svoltasi il 15 agosto 1799, vide affrontarsi i francesi dell'Armata d'Italia, comandati inizialmente dal generale Barthélemy Joubert (che morì in principio di scontro) e poi dal generale Jean Victor Moreau contro l'esercito austro-russo guidato dal feldmaresciallo russo Aleksandr Suvorov durante la sua campagna in Italia.

Battaglia di Novi
parte della Guerra della Seconda coalizione
La battaglia di Novi, raffigurata in un quadro di Alexander Kotzebue (1815-1889)
Data15 agosto 1799
LuogoNovi Ligure (Piemonte)
EsitoVittoria austro-russa
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
51.547 uomini34.930 uomini
Perdite
1.300 morti
4.700 feriti
1.200 prigionieri
12.000 tra morti e feriti
4.600 prigionieri
37 cannoni persi
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Conclusasi con la vittoria di questi ultimi, determinò la ritirata generale delle forze francesi presenti in Italia.

Preludio modifica

La seconda coalizione antifrancese, passata all'offensiva nel 1799 mentre Napoleone si trovava in Egitto, aveva battuto le forze dell'Armata d'Italia a Cassano d'Adda. I francesi si erano così ritirati nel territorio della Repubblica Ligure, utilizzando la fortezza di Gavi come perno difensivo, mentre gli austro-russi si erano dispiegati nella zona tra Novi e Pozzolo conquistando il forte di Serravalle.

Schieramenti modifica

Esercito imperiale modifica

Posto il quartier generale a Bosco Marengo, l'esercito era così schierato:

  • l'ala destra, al comando del generale Kray, composta dalle divisioni Bellegarde e Ott e posizionata di fronte all'abitato di Fresonara, con la divisione Bellegarde appoggiata sulla riva sinistra dell'Orba;
  • il centro, al comando del feldmaresciallo Aleksandr Vasil'evič Suvorov, disposto di fronte all'abitato di Pozzolo, con l'avanguardia di Bagration, e il rinforzo di sei battaglioni russi provenienti dal corpo di Derfelden;
  • l'ala sinistra, al comando di Rosemberg e Hohenzollern, situata intorno a Viguzzolo e composta da dieci battaglioni di fanteria, due reggimenti di cosacchi e sei squadroni di dragoni del Württemberg.

La riserva era situata dietro Pozzolo Formigaro a Rivalta Scrivia ed era comandata dal generale Melas.

Nel complesso scesero in campo 66.840 uomini (93 battaglioni di fanteria e 52 squadroni di cavalleria)

Esercito francese modifica

 
Il generale Joubert

Posto il quartier generale a Novi, l'Armata d'Italia era così schierata:

  • l'ala sinistra, agli ordini del generale Pérignon, composta dalla divisione Grouchy (brigate Grandjean e Charpentier) e dalla divisione Lemoine (brigate Garreau e Clausel). Lo schieramento sulle colline a occidente di Novi raggiunse Basaluzzo passando di fronte all'abitato di Pasturana;
  • il centro, al comando del generale Saint-Cyr, composto dalla divisione Laboissierare (brigate Quesnel e Gardanne) disposta a sud e a est dell'abitato di Novi. Più arretrati la brigata Colli, una riserva di fanteria e una di cavalleria comandata dal generale Guérin;
  • l'ala destra, ancora al comando di Saint-Cyr, composta dalla divisione Watrin (avanguardia di Calvin, brigate Arnaud e Petitot). In questo settore anche la divisione Dąbrowski, composta da soldati polacchi, italiani e francesi.

Schierati in totale 34.930 uomini (52 battaglioni di fanteria e 11 reggimenti di cavalleria).

Eventi modifica

 
Il feldmaresciallo Suvorov.

All'alba del 15 agosto, il generale Kray attaccò l'ala sinistra francese di Pérignon, sulla pianura tra Fresonara e Basaluzzo. Il generale Joubert, colto di sorpresa dall'improvviso attacco, si recò sulla posizione del generale Lemoine per meglio rendersi conto della situazione, ma venne colpito nella mischia da una palla nemica e morì poco dopo. Nonostante la scomparsa di Joubert la battaglia non rallentò. L'ala sinistra di Lemoine resistette all'assalto austriaco, a costo di gravissime perdite, mentre fallì il tentativo di Bellegarde di aggirare le posizioni francesi, risalendo il Lemme e deviando verso Pasturana.

Nel frattempo Moreau assunse il comando delle forze francesi, mentre il generale Colli venne mandato in soccorso di Lemoine. La resistenza francese spense l'attacco austriaco e consentì ai francesi di contrattaccare.

In questa fase della battaglia, il centro degli schieramenti non era ancora entrato in azione, anche per una serie di incomprensioni e rivalità tra i generali russi e austriaci. Verso le otto del mattino Suvorov ordinò al centro di investire Novi, ma l'artiglieria francese, posta sulle alture intorno alla città, riuscì a contenere l'attacco e di fronte alle gravi perdite subite, i russi furono costretti a riprendere le posizioni iniziali di fronte a Pozzolo.

Verso le nove Kray tentò un secondo attacco sul fianco, alla conquista delle colline: le posizioni vennero conquistate e perdute per ben due volte, sotto il fuoco dell'artiglieria, ma alla fine Kray fu costretto a desistere di fronte alla resistenza francese, anche perché l'aiuto da parte di Bagration tardava ad arrivare.

Anche il secondo attacco russo sul centro, con l'appoggio dei battaglioni di Derfelden provenienti da Pozzolo, si infranse contro la resistenza francese di Watrin. Verso la fine della mattina il conflitto si estese anche sull'ala destra francese verso Serravalle, dove il generale Melas tentò di attaccare sul fianco ed aggirare il nemico. Ma anche questo assalto fallì.

La tattica adottata da Suvorov a questo punto fu quella di concentrare l'assalto sull'ala sinistra francese con l'obiettivo di conquistare le colline e aggirare la città di Novi. Venne così ordinato a Kray di effettuare un terzo attacco, mentre Suvorov premeva sul centro a sostegno dell'offensiva del primo e Melas sulla sinistra si dirigeva verso Novi per proteggere la ritirata delle truppe russe e affrontare l'avanzata dei francesi.

Gli scontri ebbero luogo alla Collinetta, alla Buffalora, alla Pomela e al Belvedere, alture circostanti la città; sebbene gli attacchi fallissero, i francesi cominciarono a risentire dell'eccessivo sforzo difensivo e registrarono i primi cedimenti. Decisivo si rivelò l'attacco di Melas sul fianco sinistro dell'ala destra francese di Watrin che, padrone del campo fino a quel momento, fu costretto a indietreggiare, mentre un contingente austriaco, marciando dietro il borgo di Serravalle, iniziò una manovra di aggiramento.

Fu a questo punto che Suvorov ordinò l'attacco generale da tutti i lati: erano ormai le cinque del pomeriggio. I francesi, stremati, privi della forza di contrattaccare, riuscirono a malapena a difendersi. Moreau ordinò la ritirata generale e l'abbandono di Novi attraverso la via di Pasturana, l'unica possibile, che però non era difesa, per cui la ritirata si trasformò in disfatta, sotto i colpi dell'artiglieria nemica, nel tentativo di superare il torrente Riasco.

Conclusioni modifica

La battaglia, sebbene non decisiva dal punto di vista strategico, si rese famosa per la crudezza dei combattimenti, che la rese una delle battaglie più sanguinose dell'epoca napoleonica. I francesi persero 6.500 soldati tra morti e feriti ed ebbero 2.000 dispersi. Le perdite austro-russe, mai del tutto accertate per la presunta mancanza di veridicità dei rapporti, furono di oltre 5.000 per gli austriaci e circa 1.500 per i russi, tra morti e feriti.

Plastico della battaglia modifica

 
Mappa dello svolgimento della battaglia di Novi dedicata dal Gen. Jomini all'imperatore Alessandro I

È di proprietà dell'amministrazione comunale di Novi Ligure un plastico della battaglia. Il plastico, ad opera dell'Associazione Storica Modellistica Novese - Compagnia della Picca e del Moschetto si trova all'interno del Laboratorio Solferino curato dall'associazione stessa.[1]

Note modifica

  1. ^ https://www.oggicronaca.it/2017/11/plastico-della-battaglia-novi-venerdi-24-novembre-ore-21-apertura-al-pubblico/, Plastico della Battaglia di Novi: venerdì 24 novembre, ore 21, apertura al pubblico

Bibliografia modifica

  • Temistocle Celotti, La Battaglia di Novi, 1952
  • Resi Cibabene, Cesare Simonassi, Da Novi a Marengo. Due scontri con uguali vicende, ma diversa fortuna, Novi Ligure, Litoservice, 2000
  • (FR) Édouard Gachot, Les campagnes de 1799: Souvarow en Italie, Perrin et cie., 1903, ISBN non esistente.
  • Istituto comprensivo medio superiore “A. Doria” e “G. Boccardo”, Luoghi, protagonisti, fatti ed animazione storica della Battaglia di Novi 15 agosto 1799, Novi Ligure, Tipografia Litoservice, 2001. pdf
  • Angelo Francesco Trucco, Battaglia di Novi 15 agosto 1799, Novi Ligure, Edizioni di Novinostra, 1999. Estratto da: Gallia contra ommnes, Treves, 1904
  • Vincenzo A. Trucco, La battaglia di Novi (15 agosto 1799). Le armi, I'equipaggiamento e la tattica dei combattenti, Ed. Tettamanti tip. Viscardi, Alessandria 1979

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