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Battista Visconti (... – 18 settembre 1516) è stato il figlio di Francesco, consignore di Somma Lombardo e Agnadello.

Battista Visconti
Stemma Visconti

Biografia modifica

Nato intorno alla metà degli anni '40 del XV secolo da Francesco Visconti (?-dopo 1474), figlio di Gianbattista e di Regola Galeazzi, e da Elisabetta Bussoni (figlia di Francesco, conte di Carmagnola, e Antonia Visconti di Ierago), sposò Giovanna Pusterla di Pietro. Fu uno dei più importanti esponenti del partito ghibellino milanese, per tutta la vita filo-sforzesco. Morì nell'autunno del 1516.

Nel 1467 a motivo di contrasti avuti con il duca Galeazzo Maria Sforza, fuggì da Milano con Girolamo Olgiati (poi tra gli assassini dello stesso duca nel complotto del 26 dicembre 1476); nel contempo il padre Francesco venne radiato dal Consiglio segreto e pure sui cugini Francesco Castiglioni di Casciago e Bernabò Sanseverino si abbatterono le ire del duca.

Dopo il fallimento della reggenza di Bona di Savoia e la caduta di Cicco Simonetta, voluta fortemente da Pietro Pusterla (suocero di Battista), il Visconti iniziò la sua ascesa politica all'ombra della corte di Ludovico il Moro e in parallelo alla carriera dei cugini Antonio e Galeazzo Visconti.

Discendenza modifica

Sposò Giovanna Pusterla, dalla quale ebbe cinque figli:[1]

  • Luigi, cavaliere
  • Ottone, religioso
  • Ermes (?-1521), sposò Bianca Maria Scapardone (1500-1526)
  • Lucia, sposò Antonio Pallavicino
  • Francesco (?-1526 ca.), uomo d'armi

Note modifica

  1. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Visconti di Milano, Torino 1819, vol. I, Tav. XVI.

Bibliografia modifica

  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia, Torino 1819, vol. I, Visconti, tav. XVI
  • Caterina Santoro, Gli uffici del dominio sforzesco (1450-1500), Milano 1948, pp. 22, 319, 408
  • Maria Francesca Peroni, Proprietà, diritti e giurisdizioni dei Visconti a Somma e nel suo territorio nel XV secolo, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, relatore G. Soldi Rondini, a.a. 1990-1991, pp. 29–30
  • Riccardo Fubini, Osservazioni e documenti sulla crisi del ducato di Milano nel 1477 e sulla riforma del consiglio segreto ducale, in Italia quattrocentesca. Politica e diplomazia nell'età di Lorenzo il Magnifico, Milano 1994, pp. 107–135, speciatim p. 125
  • Franca Leverotti, “Governare a modo e stillo de' Signori ...”. Osservazioni in margine all'amministrazione della giustizia al tempo di Galeazzo Maria Sforza duca di Milano (1466-67), Firenze 1994, pp. 24-25, nota 65
  • Letizia Arcangeli, Gentiluomini di Lombardia. Ricerche sull'aristocrazia padane del Rinascimento, Milano 2003, pp. 53, 57 e note, pp. 134-135 e note
  • Stefano Meschini, Luigi XII duca di Milano. Gli uomini e le istituzioni del primo dominio francese (1499-1512), Milano 2004, pp. 418-419, nota 429
  • Stefano Meschini, La Francia nel ducato di Milano. La politica di Luigi XII (1499-1512), Milano 2006, vol. I, pp. 157-161 e note, vol. II, pp. 1072-1073, e nota 43
  • Letizia Arcangeli, Alle origini del Consiglio dei sessanta decurioni: ceti e rappresentanza a Milano tra Massimiliano Sforza e Francesco I di Valois (maggio 1515-luglio 1516), in Con la ragione e col cuore. Studi dedicati a Carlo Capra, Milano 2008, pp. 33-75, alle pp. 40-46
  • Edoardo Rossetti, «Chi bramasse di veder il volto suo ritratto dal vivo». Ermes Visconti, Matteo Bandello e Bernardino Luni: appunti sulla committenza artistica al Monastero Maggiore,“Archivio Storico Lombardo” 2012.