Beretta MG 42/59

mitragliatrice ad uso generalizzato

La mitragliatrice Beretta MG 42/59 è una variante italiana della MG3 della Bundeswehr, a sua volta una copia ricalibrata della MG 42 tedesca della seconda guerra mondiale.

Beretta MG 42/59
Soldato della Brigata meccanizzata "Aosta" spara con una MG 42/59
TipoMitragliatrice Media

Mitragliatrice ad uso generale

OrigineBandiera dell'Italia Italia
Impiego
ConflittiGuerra fredda

Guerra civile in Libano

Guerra civile in Somalia

Guerra in Iraq

Guerra in Afghanistan

Guerra civile siriana

Guerra russo-ucraina

Produzione
Data progettazione1939 (MG42)
CostruttoreFabbrica d'Armi Pietro Beretta
Date di produzioneFino al 2000
Entrata in servizio1959
Ritiro dal servizioIn uso
Numero prodottoOltre 200.000
Descrizione
Peso10,5 Kg
Lunghezza1225 mm
Lunghezza canna531 mm
Calibro7,62 mm
Munizioni7,62 × 51 mm
Cadenza di tiro800 colpi/min o 1200 colpi/min (dipende dalla versione)
Velocità alla volata820 m/s
Tiro utile2200 m
Gittata massima3600m
AlimentazioneCaricatore a nastro disgregante o fisso
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Tecnica modifica

L'arma, prodotta su licenza dalla Beretta, con parti prodotte dalla Whitehead Motofides e dalla Franchi, è denominata MG 42/59 dall'anno della sua introduzione in servizio, il 1959 e adottata dall'Esercito Italiano. La modifica principale rispetto alla versione originale riguarda il calibro, che è passato dal 7,92 × 57 mm Mauser al 7,62 × 51 mm NATO. Inoltre si è ridotta sensibilmente la celerità di tiro, con l'installazione di due diversi otturatori e ammortizzatori, con l'effetto di variare la cadenza di tiro. Si tratta di un'arma a funzionamento automatico a corto rinculo di canna e alimentazione a nastro continuo o assemblato in moduli da 50 colpi. Arma molto versatile, può essere usata con bipede come arma di squadra, con un raggio d'azione di 300 metri, su treppiede per postazione fissa con un raggio d'azione di 600 metri o montata su veicoli come arma di bordo di cui il massimo tiro utile è di 3.000 metri.

Nella versione Beretta una modifica fondamentale, oltre al cambio di calibro, è l'otturatore intercambiabile per aumentare o diminuire la cadenza di tiro, che dal peso originale di 800 grammi è passato a quello di 1200 per rallentare la sua azione, poiché uno svantaggio dell'arma originale era il surriscaldamento della canna che non permetteva raffiche superiori ai 250 colpi. Rimase comunque il problema del surriscaldamento non del tutto risolto. La raccomandazione durante l’addestramento al tiro con l'arma indica che dopo lo sparo di 150 colpi la canna andrebbe sostituita, usando gli appositi guanti in dotazione per non bruciarsi. Tale operazione richiede pochi attimi se fatta in modo corretto.

Uso modifica

L'arma è stata ampiamente sostituita nella versione da supporto di squadra dalla FN Minimi belga, mentre è ancora ampiamente in uso montata su veicoli ed elicotteri e costituisce l'equipaggiamento anche di guardacoste della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera e di unità litoranee di Polizia e Carabinieri.[1][2]

In previsione dell'imminente sostituzione dell'armamento leggero dell'Esercito Italiano, prima dell'adozione della Minimi, la Stabilimento Militare Armi Leggere (SMAL) di Terni aveva progettato e realizzato un kit di modifica della mitragliatrice MG 42 calibro 7,62 mm al calibro 5,56 × 45 mm al fine di riutilizzare le MG già in dotazione. L'arma risultò funzionare discretamente dopo pochi mesi e la modifica fu dotata di brevetto, seppure fossero necessari ulteriori miglioramenti. La produzione non partì poiché l'arma nella versione modificata aveva pressappoco lo stesso peso della MG 42/59, risultando decisamente più pesante rispetto alle più moderne e collaudate mitragliatrici calibro 5,56 NATO.

 
Un'alpino con MG 42/59 su VTLM Lince in Afghanistan

Note modifica

  1. ^ G3 Defence Magazine August 2010, su en.calameo.com. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2012).
  2. ^ Esercito Italiano: Il Portale delle Armi dei Materiali e dei Mezzi Archiviato il 20 maggio 2011 in Internet Archive.. Esercito.difesa.it. Retrieved on 2010-10-18.

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