Bernardino Licinio

pittore italiano

Bernardino Licinio (Venezia, 1485 circa – ante 1560 circa) è stato un pittore italiano.

Bernardino Licinio (1528), Ritratto di donna, Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro

Biografia modifica

Bernardino e il fratello Arrigo,[1] documentati tra 1511 e il 1515, appartenevano a una famiglia di ascendenza bergamasca, con origini nel comune di Poscante (poi Zogno), stabilitasi a Venezia nell'alveo di una tradizione che vedeva da generazioni un consolidato nucleo di artisti bergamaschi operare in laguna.[2] Bernardino era il secondogenito di “ser Antonio”. Il primo figlio fu Arrigo o Rigo, il terzo Zuane Battista divenne sacerdote della chiesa di San Cassiano di Venezia e il quarto Niccolò risulta fosse parroco della chiesa di San Biagio sempre a Venezia. Dalle informazioni sulle date di nascita dei fratelli si deduce che Bernardino nacque intorno al 1489. Nel 1511 risulta fosse già orfano di padre e esercitante l'attività di pittore.[3]

«Io Bernardin che fo de sier Antonio de Licinii depertor testimonio zurado scrisse»

Il periodo iniziale della sua attività pittorica Bernardino lo dedicherà prevalentemente alla ritrattistica su modelli giorgioneschi di cui è esempio la prima opera datata dell'artista, il Ritratto di fanciulla con il libro conservato al Museo di belle arti di Budapest in cui manifesta anche esiti semplificativi delle "strutture formali" di Tiziano e Palma il Vecchio, in una visione più naturalistica, dal brillante cromatismo e di superficiale e immediato effetto da rilevarsi maggiormente in altri ritratti di pochi anni più tardi come il Gentiluomo con antifonario della City art gallery di York.[2]

Incostante nei suoi riferimenti, per un lungo periodo prediligerà "la monumentalità strutturale di derivazione tizianesca"[2] che tuttavia stempera, a partire dal 1530, nella successiva produzione sacra per committenze pubbliche e private riavvicinandosi all'impianto compositivo e al ductus più tradizionale di Palma il Vecchio, come nel trittico dedicato alla Madonna col Bambino in trono tra i santi, Antonio, Lodovico da Tolosa, Francesco e Bonaventura nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, ritenuto il suo capolavoro, a cui si aggiungeranno nella produzione tarda anche contaminazioni da Bonifacio Veronese.[2] La reale dimensione di Bernardino fu resa possibile solo a partire dal primo Novecento, grazie all'intervento chiarificatore di Gustav Ludwig nel 1903, quando si diradarono alcuni fraintendimenti provocati dal Vasari che in entrambe le edizioni delle Vite, confuse Bernardino Licinio con Giovanni Antonio de Sacchis, finendo per oscurare per più di tre secoli tanto la vita quanto le opere di Bernardino Licinio.[4]

Non si conosce la data della sua morte ma non esistono più documenti e atti notarili dolo il 1550 che potrebbe essere considerato la sua data di morte.[3]

Opere modifica

 
Madonna col Bambino in trono Frari Venezia
 
Ritratto di famiglia (1524), Londra, Hampton Court Palace, Royal Collection
 
Ritratto di famiglia 1520 circa, San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage.

Note modifica

  1. ^ Arrigo nominerà nel 1540 procuratore testamentario l'artista bergamasco Giovanni Cariani
  2. ^ a b c d Miklós Boskovits, Giorgio Fossaluzza, p. 180.
  3. ^ a b Vertova.
  4. ^ L. Bortolotti, Bernardino Licinio, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005).
  5. ^ The Royal collection - A family group, su royalcollection.org.uk. URL consultato il 6 dicembre 2010.
  6. ^ Portrait of Stefano Nani, su nationalgallery.org.uk. URL consultato il 7 dicembre 2010.
  7. ^ La pinacoteca Malaspina, su malaspina.museicivici.pavia.it. URL consultato il 28 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2021).

Bibliografia modifica

  • Miklós Boskovits, Giorgio Fossaluzza, La collezione Cagnola. I dipinti, Busto Arsizio, Nomos Edizioni, 1998.
  • Sergio Momesso, Bernardino Licinio, “Pittori bergamaschi, 19”, Bergamo, 2009.
  • Luisa Vertova, Bernardino Licinio, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, Poligrafiche Bolis Bergamo, 1975, pp. 373–467.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN67533645 · CERL cnp00522031 · Europeana agent/base/159794 · ULAN (EN500018969 · LCCN (ENno2019008763 · GND (DE129005681 · WorldCat Identities (ENviaf-67533645