Bestialità (film 1976)

film del 1976 diretto da Peter Skerl e George Eastman

Bestialità è un film del 1976 diretto da Peter Skerl. Il lungometraggio doveva far parte di una trilogia, mai completata a causa di problemi finanziari.

Bestialità
Leonora Fani in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1976
Durata75 min
Genereerotico
RegiaPeter Skerl
SoggettoLuigi Montefiori
SceneggiaturaLuigi Montefiori, Peter Skerl
Casa di produzioneI.P.R.A., Produzione U. Valenti
Distribuzione in italianoIndipendenti Regionali
FotografiaGiuseppe Berardini
MontaggioVirgilio Mattei
MusicheCoriolano Gori
ScenografiaMassimo Lentini
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

In un'isola del Mediterraneo, la piccola Jeanine assiste, involontariamente, al perverso rapporto sessuale che la madre intrattiene con il cane di famiglia. Il padre, scoperto il fatto, incendia la casa per vendetta. Ma l'animale rimane ancora in vita e la ragazza, traumatizzata, continua a convivere con la bestia, a distanza di anni. Nel frattempo, una coppia in crisi si trasferisce sul luogo del misfatto.

Produzione modifica

È l'unico film realizzato da Peter Skerl. Nella versione italiana, la direzione della pellicola è accreditata a Virgilio Mattei, curatore, in realtà, del montaggio. In alcune piattaforme, George Eastman (alias Luigi Montefiori) viene erroneamente ricordato come co-regista di Bestialità. Enrico Maria Salerno, che interpreta un pescatore muto, in tutto il film non parla mai.

Distribuzione modifica

Distribuito nelle sale italiane il 16 novembre del 1976, il film venne vietato ai minori di 18 anni, a causa del contenuto fortemente esplicito. Un giudice di Roma condannò Franca Stoppi per atti immorali, nonostante le scene di zoofilia fossero, chiaramente, di finzione.

Per molti anni l'opera di Skerl non venne edita in formato home video. Nel 2019 è uscita una versione DVD curata da Nocturno.

Accoglienza modifica

Paolo Mereghetti, nel suo dizionario omonimo, reputa la pellicola un «pessimo erotico troppo ambizioso».[1]

Note modifica

  1. ^ Paolo Mereghetti, Il Mereghetti, Milano, Baldini e Castoldi, 2014, p.475

Collegamenti esterni modifica

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