Birra d'abbazia

birra prodotta in un'abbazia oppure seguendo le antiche ricette

Con il termine commerciale birra d'abbazia si definiscono genericamente quelle birre che sono o erano prodotte presso un'abbazia, monastero o in stretta relazione con esso.

L'abbazia di Leffe, luogo originario di produzione dell'omonima birra

Definizione modifica

La definizione non è regolata da uno specifico disciplinare, a differenza delle birre trappiste, pertanto è comune leggere tale dizione anche su prodotti che non hanno mai avuto rapporto con strutture monastiche o religiose o che, pur essendo stati, nel passato, prodotti all'interno di abbazie, successivamente sono transitate sotto il marchio di aziende o birrifici "laici" che li fabbricano su licenza[1] seguendo, nella maggior parte dei casi, le antiche ricette.[2]

Caratteristiche modifica

Pur non essendo un vero e proprio stile, tuttavia è possibile ricomprendere le birre d'abbazia all'interno di una classe omogenea caratterizzata da alcuni elementi:

  • birre prevalentemente belghe;[2][3]
  • alta fermentazione:[3]
  • gusto aromatico e corposo, grazie anche all'aggiunta di aromi quali coriandolo, bucce di arancia amara, scorze di laraha e ulteriore luppolo a fine bollitura;[3]
  • gusto complesso, aromatico, pieno e strutturato;[2]
  • il lievito, depositato sul fondo della bottiglia, non influisce sulla limpidezza;[3]
  • a differenza delle birre trappiste, la rifermentazione in bottiglia, seppure pratica comune, non è caratterizzante.[3]

Le birre d'abbazia, seguono la stessa classificazione delle trappiste, dividendosi in:[3]

  • dubbel, double o doppel, dal colore che parte dall'ambrato e arriva fino al bruno scuro, gradazione alcolica compresa tra 6% vol al 7,5% vol ;
  • tripel, triple o trippel, dal colore chiaro e gradazione alcolica compresa tra 7% vol 10% vol. Per raggiungere l'alta gradazione alcolica, si ricorre a una terza rifermentazione in bottiglia o in fusto.

Note modifica

  1. ^ Birre
  2. ^ a b c Marco Bolasco e Marco Sabellico (a cura di), Belgio, in Almanacco del Berebene birra, Roma, Gambero Rosso Editore, 1999, p. 27.
  3. ^ a b c d e f Il glossario della birra dalla A alla Z!, su enciclopediadellabirra.it. URL consultato il 31 luglio 2022.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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