Bombardamento di Napoli del 1918

Il bombardamento su Napoli dell'11 marzo 1918 fu il primo bombardamento che colpì la città di Napoli.

Bombardamento di Napoli del 1918
DataNotte tra il 10 marzo e l'11 marzo 1918
LuogoNapoli
Coordinate40°50′00″N 14°15′00″E / 40.833333°N 14.25°E40.833333; 14.25
Mappa di localizzazione: Italia
Bombardamento di Napoli del 1918
Forze in campo
Eseguito daMarina Imperiale Tedesca
Ai danni diCivili e militari
Forze attaccantiDirigible LZ 104
Comandate daLudwig Bockholt
Forze di difesaContraeree del Regio Esercito e della Regia Marina
Bilancio
Perdite civili16 - 18 ca.
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Contesto storico e premesse modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Italia nella prima guerra mondiale.

L'Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915, dichiarando dapprima guerra all'Austria-Ungheria, dopo essere uscita dalla Triplice Alleanza, per schierarsi a favore della Triplice intesa. Dopo la battaglia di Caporetto vi fu una riorganizzazione dell'esercito italiano impegnato sul fronte, sia a livello direttivo che a livello organizzativo. Il 9 novembre 1917 Luigi Cadorna fu rimpiazzato alla guida dell'esercito dal generale Armando Diaz, che dedicò molti sforzi a ricostruire le forze italiane. Le forze armate erano impegnate prevalentemente sul fronte, e gli attacchi nemici erano indirizzati nei confronti del Regio Esercito. Ma durante la prima guerra mondiale i civili erano stati coinvolti con la fame, le malattie, le deportazioni forzate lontane dalle linee del fronte; alcuni bombardamenti e cannoneggiamenti avevano colpito, però, già alcune grandi città, come Londra e Parigi. Ma molte furono le incursioni aeree da parte di aerei e dirigibili austriaci e tedeschi, rivolti contro i centri abitati nelle immediate vicinanze del fronte italiano, come quelli che coinvolsero le città di Padova e di Venezia, o in prossimità di centri industriali. Tra il 1915 e il 1918, le città italiane subirono circa 500 incursioni aeree nemiche che provocarono 984 morti e 1.100 feriti.[2]

La popolazione civile di Napoli non fu totalmente coinvolta nella Grande Guerra, al contrario della seconda guerra mondiale, vista anche la sua lontananza dalle trincee. C'è da dire, però, che anche Napoli ebbe un importante ruolo, durante la Grande Guerra, nella fabbricazione di armi ed elementi chimici ad uso bellico: dal 1916, all'Università di Napoli, si produceva la cloropicrina usata, appunto, per gli scopi sopraccitati.

Il bombardamento modifica

La notte tra il 10 e l'11 marzo 1918, il dirigibile tedesco LZ 104 partì dalla base di Jambol per compiere il raid aereo su Napoli. Gli obiettivi del bombardamento erano il porto, l'Ilva di Bagnoli, le industrie di Napoli e i cantieri Armstrong di Pozzuoli (che producevano un immane numero di munizioni di guerra). Verso le ore 1.30, il comandante diede l'ordine di sganciare l'esplosivo da un'altezza di 4.800 metri. Ma a causa di errori di calcolo, gli esplosivi (quotati a 6.400 kg) non colpirono gli obiettivi prefissati.

Dopo il bombardamento: danni e vittime modifica

Le bombe colpirono la zona dei Granili (alle spalle del porto), i Quartieri Spagnoli, la zona di Piazza del Municipio e Via Toledo e zone tra il quartiere Posillipo e il Corso Vittorio Emanuele.

 
Fermalettera a memoria del bombardamento subito da Napoli

Reazioni modifica

Napoli era totalmente impreparata a subire un attacco del genere. Inizialmente, le forze dell'ordine credevano che si trattasse di esplosioni provocate da una rivolta popolare o da anarchici: per questo motivo non ci fu nessuna reazione dalla contraerea. Il Prefetto inviò solo delle guardie con il compito di presidiare i quartieri colpiti. Solo il giorno dopo fu appurata la natura del raid aereo nemico, tuttavia senza appurare né gli obiettivi, né i responsabili. Il fatto che gli esplosivi abbiano colpito le zone del centro e, non il porto e le industrie come prefissato, indignò l'opinione pubblica accusando gli autori del raid di voler seminare terrore tra la popolazione civile.

Sviluppi successivi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: LZ 104.

La notte dell'11 marzo il dirigibile, essendo ad altissima quota, fu oscurato dalle tenebre, ed è anche per questo nessuno pensò subito ad un attacco aereo. La verità venne scoperta solo nel 1920, quando un Comunicato del Ministero della Marina Tedesca trasmise un'informativa in cui si accertava che tra il 1917 ed il 1918 il dirigibile L104 aveva compiuto 3 crociere di guerra, la prima fino a Khartum (fallita), la seconda proprio su Napoli e la terza sul Canale di Suez. Successivamente venne istituita un'apposita Commissione di inchiesta, che chiese il rinvio a giudizio, presso il tribunale militare di Napoli, degli ufficiali che dovevano essere in servizio la notte del bombardamento e del radiotelegrafista di turno. Il Commissario Generale del Corpo Aeronautico esonerò i comandanti della difesa antiaerea di Napoli, Foggia e Termoli.[3]

Note modifica

Voci correlate modifica