Boogie (genere musicale)

genere musicale

Il boogie (a volte chiamato post-disco[1][2][3] ed electro-funk)[1] è un genere dell'R&B nato a cavallo fra gli anni settanta e ottanta. Il boogie viene suonato con strumenti musicali acustici ed elettronici, dà un ruolo di primo piano alla voce solista e risente l'influenza della musica dance elettronica. Secondo molti, esso avrebbe gettato le basi dell'electro e della house.[4][5][6][7][8]

Boogie
Origini stilistichepost-disco, funk, new wave, contemporary R&B, jazz
Origini culturalianni 1970, Stati Uniti d'America
Strumenti tipicivoce, sintetizzatore, tastiere, basso, campionatore, sequencer, percussioni
Popolaritàscarsa
Sottogeneri
electro
Generi derivati
nu-disco, city pop
Categorie correlate
Gruppi musicali boogie · Musicisti boogie · Album boogie · EP boogie · Singoli boogie · Album video boogie

Etimologia modifica

La parola boogie sembra risalire almeno al 1929.[9] Secondo l'American Dictionary of the English Language, la parola indicherebbe una situazione in cui la gente balla al ritmo di musica rock fortemente ritmica che incoraggia le persone a ballare.[10]

Storia modifica

Anni 1970-1980 modifica

Benché fosse già stato precedentemente usato con un'accezione diversa nel contesto del blues, del rock 'n' roll e del rockabilly, il termine boogie veniva utilizzato anche durante gli anni settanta e ottanta nell'ambito della disco music e della post-disco, come confermano ad esempio molti titoli di canzoni e vinili di disco/funk del periodo che presentano quella parola.[1][2][5] Durante gli anni 1980, diversi artisti boogie di New York come i Peech Boys, i D Train e Sharon Redd iniziarono ad applicare la tecnica del dub al basso, anticipando così la house a venire. Nel frattempo, produttori come François Kevorkian e Larry Levan cercarono di coniare una forma di boogie dal forte sound urbano, mentre altri, come Arthur Baker e John Benitez, si lasciarono ispirare dal technopop dei Kraftwerk e degli Yellow Magic Orchestra. Secondo alcuni, furono questi ultimi artisti boogie ad aprire le porte all'electro e, in un secondo momento, al freestyle.[11]

Anni 2010: revival modifica

Molto più tardi, negli anni 2000 e all'inizio del decennio successivo 2010, gruppi indietronica e artisti come James Pants, Juice Aleem e i Sa-Ra Creative Partners si lasciarono contaminare dal boogie e, più in generale, dalla musica elettronica degli anni 1980.[12][13][14] Il duo canadese dei Chromeo pubblicò un album orientato al boogie chiamato She's in Control (2004).[15] Dâm-Funk, un artista di Los Angeles che si era anch'egli ispirato allo stile, pubblicò Toeachizown (2009).[16]

Tra la metà e la fine degli anni 2010, il boogie avrebbe contribuito alla nascita della nu-disco, e del future funk. Il primo è una forma di EDM europea che fonde French house, disco music americana degli anni settanta, boogie, e dance elettronica europea degli anni ottanta,[7] il secondo è invece una variante della vaporwave. Uno degli artisti più noti ad aver risentito gli influssi del boogie è Bruno Mars, che pubblicò il successo Uptown Funk.[17]

Caratteristiche modifica

Così come la post-disco, il boogie non ha un ritmo four-on-the-floor, che è quello tipico della disco music,[18] ma enfatizza il secondo e il quarto battito della sequenza ritmica, e ogni traccia si aggira fra i 110 e i 116 bpm.[2] I brani boogie hanno un ritmo mid-tempo, fanno un massiccio uso dello slapping (per basso elettrico durante i primi anni 1980, e / o sintetico - dalla metà del decennio), suoni di applausi, accordi melodici e suoni sintetizzati.[5][4][19][20] Pur attingendo all'R&B, al funk e al jazz,[6] il boogie non disdegna certi influssi new wave e synthpop, e presenta una strumentazione elettronica.[21]

Varianti modifica

Electro modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Electro (musica).

Tra i pionieri dell'electro-boogie (a cui si dà oggi il nome di electro) ci sono gli Zapp,[22] i D. Train,[23] le Sinnamon e altri musicisti post-disco/boogie; specialmente quelli influenzati dalla new wave e dagli act synthpop come Human League o Gary Numan, combinati con il suono R&B di Herbie Hancock e George Clinton.[23] Con il trascorrere del tempo, veniva dato sempre più risalto agli arrangiamenti elettronici: il basso e altri strumenti acustici furono infatti rimpiazzati da sintetizzatori prodotti in Giappone e da drum machine come la nota Roland TR-808, usata ad esempio dagli Yellow Magic Orchestra nei primi anni 1980, su Planet Rock di Afrika Bambaataa e su Sexual Healing di Marvin Gaye.[24]

Riferendosi alle origini dell'electro, Greg Wilson dichiarò:[23]

«Si trattava di estendere i confini che stavano iniziando a soffocare la musica nera, e le sue influenze non risiedevano solo in maghi del technopop come i tedeschi Kraftwerk, gli antenati della musica elettronica più autentica, ma anche in futuristici britannici come la Human League e Gary Numan, e in certi pionieri di colore. Grandi artisti come Miles Davis, Sly Stone, Herbie Hancock, Stevie Wonder, il leggendario produttore Norman Whitfield e, naturalmente, George Clinton e la sua brigata P-Funk (i Parliament e i Funkadelic), avrebbero tutti contribuito a plasmare questo nuovo sound attraverso il loro uso innovativo di strumenti elettronici durante gli anni settanta (e già alla fine dei sessanta come nel caso di Miles Davis).»

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Electro Funk Roots: The Building Blocks of Boogie (history), su electrofunkroots.co.uk. URL consultato il 30 marzo 2021.
  2. ^ a b c (EN) Name it on the 'boogie' – the genre tag that won't sit still (2011), su theguardian.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  3. ^ (EN) DJ Spinna: The Boogie Back: Post Disco Club Jams (by Andrew Martin), su popmatters.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  4. ^ a b (EN) Explore music...Genre: Post-disco, su allmusic.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  5. ^ a b c (EN) XLR8R, su xlr8r.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  6. ^ a b (EN) Boogie, Funk & Modern Soul from the 80s, su danceclassics.net. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2015).
  7. ^ a b (EN) Beatport launches nu disco / indie dance genre page, su beatportal.com. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2008).
  8. ^ (EN) Archived copy, su globaldarkness.com. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2009).
  9. ^ Oxford English Dictionary
  10. ^ (EN) Term "Boogie" on Merriam-Webster, su merriam-webster.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  11. ^ (EN) Simon Reynolds, Generation ecstasy: into the world of techno and rave culture, Taylor & Francis, 1999, p. 35.
  12. ^ (EN) BasicSoul.co.uk, su basic-soul.co.uk. URL consultato il 30 marzo 2021.
  13. ^ (EN) Stone Throw Records - Website, su stonesthrow.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  14. ^ (EN) Tensnake - In The House, su pitchfork.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  15. ^ (EN) Rich Juzwiak, Chromeo - She's In Control", in CMJ, febbraio 2004.
  16. ^ (EN) Dam Funk - Toeachizown, su theguardian.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  17. ^ (EN) From Sugarhill Gang to Trinidad James, a Look at the Influences of Mark Ronson & Bruno Mars' 'Uptown Funk', su billboard.com. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2014).
  18. ^ (EN) Peter Shapiro, Modulations: a History of Electronic Music: Throbbing Words on Sound, Distributed Art, 2000, p. 40.
  19. ^ (EN) "Back to the Future: Dam-Funk in Wax Poetics" by Danny Holloway, su stonesthrow.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  20. ^ (EN) Theo Cateforis, Are We Not New Wave?: Modern Pop at the Turn of the 1980s, University of Michigan, 2011, p. 10.
  21. ^ (EN) Various Artists—Disco Discharge: Disco Boogie, su allmusic.com. URL consultato il 30 marzo 2021.
  22. ^ (EN) Zapp, in Vibe, agosto 1999.
  23. ^ a b c (EN) Electro-Funk > WHAT DID IT ALL MEAN ?, su electrofunkroots.co.uk. URL consultato il 30 marzo 2021.
  24. ^ (EN) Slaves to the rhythm, su cbc.ca. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2008).

Voci correlate modifica

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