Bristol Beaufighter

aereo da combattimento Bristol Aeroplane Company
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo modello di autovettura, vedi Bristol Beaufighter (auto).

Il Bristol Beaufighter, spesso chiamato semplicemente il Beau era un aereo da caccia pesante britannico derivato dal precedente aerosilurante Beaufort prodotto dalla stessa azienda, la Bristol Aeroplane Company. Il nome Beaufighter deriva dalla fusione di "Beaufort" e "fighter" (aereo da caccia in lingua inglese).

Bristol Type 156 Beaufighter
Una formazione di Beaufighter del No. 404 Squadron della Royal Canadian Air Force nel febbraio 1945.
Descrizione
Tipocaccia pesante
caccia notturno
caccia/aerosilurante
aereo da attacco al suolo
Equipaggio2
CostruttoreBandiera del Regno Unito Bristol
Data primo volo17 luglio 1939
Data entrata in servizio27 luglio 1940
Data ritiro dal servizio1960 (Australia)
Utilizzatore principaleBandiera del Regno Unito RAF
Altri utilizzatoriBandiera del Canada RCAF
Bandiera dell'Australia RAAF
Esemplari5 928
Sviluppato dalBristol Beaufort
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza12,6 m (41 ft 4 in)
Apertura alare17,65 m (57 ft 10 in)
Altezza4,84 m (15 ft 10 in)
Superficie alare46,73 (503 ft²)[1]
Peso a vuoto7 072 kg (15 592 lb)
Peso max al decollo11 521 kg (25 400 lb)
Propulsione
Motore2 Bristol Hercules
radiali 14 cilindri doppia stella raffreddati ad aria
Potenza1 600 hp (1 193 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max515 km/h (320 mph, 278 kt) a 3 048 m (10 000 ft)
Velocità di salita488 m/min (1 600 ft/min) (senza siluro)
Autonomia2 816 km (1 750 mi, 1 521 nmi)
Tangenza5 795 m (19 000 ft) (senza siluro)
Armamento
Mitragliatriciuna Browning calibro .303 in (7,7 mm)
Cannoni4 Hispano Mk II calibro 20 mm
Bombe2 da 250 lb o
Razzi8 RP-3 da "60 lb" (27 kg) o
Siluriuno da 18 in o
un Mk 13
Notedati relativi alla versione Beaufighter TF X

dati estratti da Jane's Fighting Aircraft of World War II[2]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

A differenza del Beaufort, il Beaufighter ebbe una lunga carriera e venne impiegato in quasi tutti i teatri di guerra del secondo conflitto mondiale, dapprima come caccia notturno, in seguito come cacciabombardiere e infine come sostituto del Beaufort come aerosilurante.

Ne è stata costruita un'unica variante al modello base in Australia, dal locale Department of Aircraft Production (DAP) con il nome di DAP Beaufighter.

Storia del progetto modifica

Di fronte all'avvento della Seconda guerra mondiale, il bimotore Beaufighter aveva ricevuto attenzione sporadica in più paesi; il Beaufighter fu immaginato primariamente come un caccia, un compito che avrebbe potuto essere adempiuto più efficacemente dagli intercettatori monoposto[3]. L'idea di un aereo da combattimento pesante (eccetto in Germania dove i caccia pesanti ricevettero l'attenzione degli ingegneri dalla metà degli anni trenta dando vita al Messerschmitt Bf 110), fu estranea alla RAF fino all'inizio della guerra e la mancanza di caccia pesanti tra le linee dell'aviazione inglese fu fonte di imbarazzo per i piloti dei caccia monoposto[3]. Il progetto del Beaufighter fu quasi per essere abbandonato nel momento in cui gli ingegneri della RAF si resero conto che esso non avrebbe potuto eseguire la stessa quantità di compiti degli Hawker Typhoon o degli Hurricane MKII[3], ma la necessità di un caccia pesante portò a un risultato davvero improvvisato[3]. Nonostante ciò, il Beaufighter si mostrò un caccia pesante molto affidabile grazie alla sua ottima autonomia e la sua manovrabilità[3].

Impiego operativo modifica

Il 12 giugno 1942 un Beaufighter fu protagonista di una missione inutile dal punto di vista bellico ma dall'altissimo valore propagandistico: il decollo avvenne nella tarda mattinata dall'isola di Thorney e, dopo un volo a bassissima quota, fu raggiunta Parigi le cui difese antiaeree furono sorvolate a pochi metri di altezza. Il pilota, Alfred Gatward, lanciò un tricolore sull'Arco di Trionfo quindi sorvolò gli Champs Élysées e prese a colpi di mitragliatrice l'edificio del Ministero della marina occupato dalla Gestapo, senza causare vittime o feriti e tra l'approvazione dei cittadini di Parigi. Infine, lanciò un secondo tricolore. L'aeroplano tornò alla base di Ruislip, vicino a Londra, privo di danni tranne un uccello che aveva colpito uno dei motori. Al pennuto, identificato come un corvo francese, fu data degna sepoltura a Northolt.[4]

Utilizzatori modifica

  Australia
  Canada
  Rep. Dominicana
  Israele
il 103 Squadron operò con 4 TF.X tra il luglio ed il novembre 1948.[5]
  Italia
  • Regia Aeronautica
    • operò con un esemplare catturato il 7 gennaio 1942 in Sicilia. Tale aereo andò perduto per incidente il 29 gennaio 1943
  Nuova Zelanda
  Polonia
  Portogallo
 
Un Bristol Beaufighter con le invasion stripes.
  Sudafrica
  Turchia
  • Türk Hava Kuvvetleri
  • I primi Beaufighters TF.X (almeno nove) furono consegnati nel 1944 direttamente dalle unità al fronte. Altri 23 aerei della versione TF.X furono comprati nel 1946.[5]
  Regno Unito
Stati Uniti

Note modifica

  1. ^ March 1998, p. 57.
  2. ^ Bridgeman 1946, pp. 110-111.
  3. ^ a b c d e http://www.aviation-history.com/bristol/beaufite.html Il Beaufighter su aviation-history.com.
  4. ^ Copia archiviata, su warhistoryonline.com. URL consultato il 27 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2018).
  5. ^ a b c Scutts 1995.

Bibliografia modifica

  • (EN) Victor Bingham, Bristol Beaufighter, Shrewsbury, UK, Airlife Publishing, Ltd., 1994, ISBN 1-85310-122-2.
  • (EN) Chaz Bowyer, Beaufighter, London, William Kimber, 1987, ISBN 0-7183-0647-3.
  • (EN) Chaz Bowyer, Beaufighter at War, London, Ian Allan Ltd., 1994, ISBN 0-7110-0704-7.
  • (EN) Leonard Bridgeman (ed.), The Bristol 156 Beaufighter, in Jane's Fighting Aircraft of World War II, London, Studio edition, 1946, ISBN 1-85170-493-0.
  • (EN) V. Flintham, Air Wars and Aircraft: A Detailed Record of Air Combat, 1945 to the Present, New York, Facts on File, 1990, ISBN 0-8160-2356-5.
  • (EN) Richard A. Franks, The Bristol Beaufighter, a Comprehensive Guide for the Modeller, Bedford, UK, SAM Publications, 2002, ISBN 0-9533465-5-2.
  • William Green, Dimensione cielo - Aerei stranieri nella 2ª Guerra Mondiale - Caccia - Gran Bretagna 21, Roma (London), Edizioni Bizzarri; Macdonald & Co, Ltd, 1972, ISBN non esistente.
  • (EN) Alan W. Hall, Bristol Beaufighter (Warpaint No. 1), Dunstable, UK, Hall Park Books, 1995.
  • (EN) Davis J. Innes, Beaufighters over Burma - 27 Sqn RAF 1942-45, Poole, Dorset, UK, Blandford Press, 1985, ISBN 0-7137-1599-5.
  • (EN) Daniel J. March (ed.), British Warplanes of World War II, London, Aerospace Publishing, 1998, ISBN 1-874023-92-1.
  • (EN) Francis K. Mason, Archive: Bristol Beaufighter, Oxford, UK, Container Publications.
  • (EN) Philip J.R. Moyes, The Bristol Beaufighter I & II (Aircraft in Profile Number 137), Leatherhead, Surrey, UK, Profile Publications Ltd., 1966.
  • (EN) Simon W. Parry, Beaufighter Squadrons in Focus, Walton on Thames, Surrey, UK, Red Kite, 2001, ISBN 0-9538061-2-X.
  • (EN) Jerry Scutts, Bristol Beaufighter (Crowood Aviation Series), Ramsbury, Marlborough, Wiltshire, UK, The Crowood Press Ltd., 2004, ISBN 1-86126-666-9.
  • (EN) Jerry Scutts, Bristol Beaufighter in Action (Aircraft number 153), Carrollton, Texas, Squadron/Signal Publications, 1995, ISBN 0-89747-333-7.
  • (EN) Dennis A. Spencer, Looking Backwards Over Burma: Wartime Recollections of a RAF Beaufighter Navigator, Bognor Regis, West Sussex, UK, Woodfield Publishing Ltd., 2009, ISBN 1-84683-073-7.
  • (EN) Andrew Thomas, Beaufighter Aces of World War 2, Botley, UK, Osprey Publishing, 2005, ISBN 1-84176-846-4.
  • (EN) Stewart Wilson, Beaufort, Beaufighter and Mosquito in Australian Service, Weston, ACT, Australia, Aerospace Publications, 1990, ISBN 0-9587978-4-6.

Riviste modifica

  • (EN) Howard, Bristol Beaufighter: The Inside Story, in Scale Aircraft Modelling, Vol. 11, No. 10, luglio 1989.

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