Brown-eyed Handsome Man

singolo di Chuck Berry del 1956

Brown-eyed Handsome Man è un brano musicale di Chuck Berry pubblicato nel 1956 dalla Chess Records come lato lato B del singolo Too Much Monkey Business/Brown-eyed Handsome Man

Brown-eyed Handsome Man
ArtistaChuck Berry
Autore/iChuck Berry
GenereRock and roll
Rhythm and blues
Esecuzioni notevoliBuddy Holly, Johnny Cash, Carl Perkins, Johnny Rivers, Nina Simone, Waylon Jennings
Data1956

Il titolo del brano è stato usato per intitolare una biografia di Chuck Berry.[1]

La canzone è stata inserita alla posizione numero 383 nella "classifica delle 500 migliori canzoni di sempre" redatta dalla rivista Rolling Stone[2].

Rilevanza nelle relazioni razziali modifica

Lo scrittore Glenn C. Altschuler afferma che il testo della canzone "gioca astutamente con gli stereotipi razziali e le paure connesse al razzismo".[3] Nondimeno, la studiosa Martha Bayles fa notare che il vantarsi di Berry di essere un "Brown-eyed Handsome Man" (un "bell'uomo dagli occhi marroni" con evidente gioco di parole sul colore della pelle) appetito dalle femmine bianche, all'epoca oltraggiò moltissimo un sacco di persone.[4]

Cover modifica

La canzone è stata reinterpretata da diversi artisti, incluso Buddy Holly, che ebbe con essa un successo postumo da top-five in classifica in Gran Bretagna.[5] Johnny Rivers reinterpretò il brano sul suo primo album At the Whisky à Go Go nel 1964, come anche Nina Simone nell'album, High Priestess of Soul del 1967, e Waylon Jennings in Waylon del 1970. Altre cover sono state fatte da Robert Cray, Paul McCartney, Johnny Cash e Carl Perkins. Inoltre, il cosiddetto "Million Dollar Quartet", costituito da Carl Perkins, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash ed Elvis Presley, eseguì la canzone il 4 dicembre 1956 durante una jam session in studio di registrazione alla Sun Records.[6]

Note modifica

  1. ^ See Bruce Pegg, Brown Eyed Handsome Man: The Life and Hard Times of Chuck Berry : an Unauthorized Biography (Routledge, 2002).
  2. ^ 500 Greatest Songs of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone, 11 dicembre 2003. URL consultato il 16 maggio 2021.
  3. ^ Glenn C. Altschuler, All Shook Up: How Rock 'n' Roll Changed America (Oxford University Press US, 2003), 64.
  4. ^ Martha Bayles, Hole in Our Soul: The Loss of Beauty and Meaning in American Popular Music (University of Chicago Press, 1996), 149-150.
  5. ^ Dave McAleer, Hit Singles: Top 20 Charts From 1954 To The Present Day (Hal Leonard Corporation, 2004), 84.
  6. ^ The Million Dollar Quartet - The Million Dollar Quartet | AllMusic

Collegamenti esterni modifica

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