Bruxismo

fenomeno odontoiatrico
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Il bruxismo (dal greco βρύχω, brùcho, «digrignare (i denti)») consiste nel digrignamento dei denti facendoli stridere, dovuto alla contrazione della muscolatura masticatoria, soprattutto durante il sonno.[1]

Bruxismo
Bruxismo
Specialitàodontoiatria
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD002012
MedlinePlus001413

Il digrignamento perdura per 5-10 secondi e, durante la notte, questo evento può ripetersi varie volte. Tipicamente, l'episodio compare nella fase II del sonno (il che può anche essere evidenziato da artefatti che compaiono sul tracciato elettroencefalografico), da non confondere con il trisma, che è caratterizzato solo da un serraggio della bocca.

Epidemiologia modifica

 
Modello di durasoft
 
Modello dopo 8 anni di utilizzo

Si tratta di un fenomeno abbastanza diffuso presso la popolazione (5-20%)[2] e generalmente non viene avvertito dalla persona interessata. Il rumore causato dallo sfregamento dei denti, invece, può disturbare il sonno del partner di letto e talvolta può essere talmente forte da potersi udire anche in altre camere.

Per molto tempo si è pensata che il bruxismo fosse un'attività parafunzionale estranea alla normale funzione come mangiare o parlare, ma è stato dimostrato che il contatto dei denti attiva, attraverso specifici recettori, il nucleo trigemino mesencefalico (MTN), uno dei nuclei centrali del il nervo trigemino, che a sua volta attiva i nuclei del Sistema Attivante Reticolare Ascendente (ARAS) che rilasciano i principali neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale (SNC): dopamina, acetilcolina, serotonina, istamina, orexina, glutammato e, in particolare, noradrenalina. Pertanto il bruxismo ha una funzione attivante sul SNC, sia il bruxismo del sonno che il bruxismo della veglia ma quando è eccessivo può avere effetti patologici: bruxismo patologico, o semplicemente "bruxismo".[3]

Eziologia modifica

I fattori eziologici del fenomeno non sono noti: in alcuni casi si è notata una predisposizione familiare, talvolta si è fatto riferimento a malformazioni mandibolari o a problemi d'occlusione dentari e anche a stati psicopatologici alterati (tensione emotiva, stress, aggressività) o ad alterazioni del sistema extrapiramidale.

Clinica modifica

Generalmente al risveglio la persona non avverte nessun disturbo tranne nei casi di bruxismo intenso in cui si può avvertire una sensazione dolorosa alle mascelle o più correttamente all'articolazione temporo-mandibolare, che può indurre alla sindrome di Costen e quindi dolore all'orecchio[4][5]. Il digrignamento, però, può creare dei danni a causa dell'usura della superficie masticatoria dei denti sia dell'arcata superiore sia di quella inferiore e questa condizione, il più delle volte, viene notata dal dentista. Col tempo il bruxismo può produrre alterazioni importanti dei denti, che perdono dimensione verticale e più in generale lo strato di smalto, e ciò può facilitare l'insorgenza di carie. Talvolta lo smalto può essere talmente abraso da esporre la dentina, il che può velocizzare la successiva erosione. A lungo termine si possono verificare fratture o perdite dentali. Si può anche avere difficoltà ad aprire la bocca completamente e aumento della sensibilità dei denti al caldo o al freddo. È, infine, da notare che la dolorabilità dell'articolazione temporo-mandibolare, se continuativa, può produrre comparsa di cefalea o arrivare alla disfunzione articolare vera e propria.

Trattamento modifica

Al momento non esiste una terapia specifica per questa condizione ma vengono utilizzati degli opportuni dispositivi, detti bite, che possono essere duri o morbidi a seconda delle necessità, che proteggono di notte i denti dall'erosione. Tali dispositivi possono essere preparati appositamente per la persona interessata (tramite rilevazione delle impronte delle due arcate, un test sull'equilibrio della muscolatura masticatoria e catena cinetica). Tali apparecchi oltre a proteggere lo smalto dall'abrasione, prevengono un possibile danneggiamento dell'articolazione temporo-mandibolare. Questi dispositivi devono essere necessariamente prescritti, controllati e modificati solo dall'odontoiatra.

Note modifica

  1. ^ Wassell R, Naru A, Steele J, Nohl F, Applied occlusion, London, Quintessence, 2008, pp. 26–30, ISBN 978-1-85097-098-9.
  2. ^ Manfredini D, Winocur E, Guarda-Nardini L, Paesani D, Lobbezoo F, Epidemiology of bruxism in adults: a systematic review of the literature, in Journal of Orofacial Pain, vol. 27, n. 2, 2013, pp. 99–110, DOI:10.11607/jop.921, PMID 23630682.
  3. ^ Andrisani Giovanni e Andrisani Giorgia, The neurophysiological basis of bruxism, in Heliyon, vol. 7, n. 7, luglio 2021, DOI:10.1016/j.heliyon.2021.e07477. URL consultato il 19 aprile 2022.
  4. ^ Bruxismo, l'ansia che spacca i denti, su repubblica.it, 27 dicembre 2016. URL consultato il 16 gennaio 2017.
  5. ^ Sindrome di Costen: sintomi, cause e cura

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 59245 · LCCN (ENsh85017369 · BNF (FRcb121171641 (data) · J9U (ENHE987007292553805171
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina