Bufotes boulengeri siculus

specie di animali della famiglia Bufonidae
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Il rospo smeraldino siciliano (Bufotes boulengeri siculus Stöck et al., 2008) è un anfibio della famiglia dei Bufonidi, endemico della Sicilia[2][3].

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Rospo smeraldino siciliano
Esemplari in accoppiamento.
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Amphibia
Sottoclasse Lissamphibia
Ordine Anura
Famiglia Bufonidae
Genere Bufotes
Specie B. boulengeri
Sottospecie B. boulengeri siculus
Nomenclatura trinomiale
Bufotes boulengeri siculus
(Stöck et al., 2008)
Sinonimi

Bufo siculus
Bufotes siculus
Pseudepidalea sicula
Pseudepidalea viridis

Descrizione modifica

È un anuro di taglia medio-grande, le cui dimensioni sono mediamente superiori, di circa 2 cm, delle specie peninsulari del gruppo B. viridis. Presenta un modesto dimorfismo sessuale: le femmine possono raggiungere i 10 cm di lunghezza e un peso di 110 g, mentre i maschi non superano gli 8,6 cm e i 70 gr.
La livrea presenta colorazione variabile dal bianco grigiastro al marrone, con delle caratteristiche chiazze irregolari verde smeraldo.

Biologia modifica

Ha abitudini crepuscolari e notturne.
È una specie terrestre, che utilizza gli ambienti acquatici solo per la riproduzione. Nei periodi post-riproduttivi i maschi tendono ad occupare le aree più vicine al sito riproduttivo mentre le femmine occupano aree più periferiche[4].

Alimentazione modifica

La dieta di B. siculus risulta costituita in massima parte da artropodi e molluschi terrestri.

Uno studio effettuato sulla popolazione del gorgo di Santa Rosalia (Riserva naturale di Monte Pellegrino), locus typicus della specie, ha mostrato un alto numero di taxa ingeriti, indice di una dieta abbastanza generalista.

Tra le prede censite in campioni di contenuto stomacale i più rappresentati sono risultati i crostacei isopodi e gli imenotteri (Formicidae spp.). Ma erano presenti in discrete quantità anche araneidi di grandi dimensioni (Lycosidae spp.), scolopendre, coleotteri (Curculionidae spp., Carabidae spp.), larve di lepidotteri e molluschi (Limacoidea spp.). In oltre il 50% dei campioni analizzati erano presenti inoltre resti vegetali.[5]

Riproduzione modifica

La stagione riproduttiva del rospo smeraldino siciliano va da gennaio a giugno ma talora si può osservare, a differenza delle specie peninsulari, un secondo periodo di attività da settembre a novembre. Questa modalità rappresenta un carattere comune alla specie nordafricana B. boulengeri[6][7].
Nel periodo riproduttivo il maschio e la femmina di B. siculus migrano verso i siti di riproduzione, rappresentati da stagni e pozze d'acqua temporanee. Il maschio arrivato nelle vicinanze del sito emette un richiamo, una sorta di trillo sostenuto[8], che attira la femmina. Raggiunto dalla compagna si adagia sul suo dorso stringendola in una sorta d'abbraccio detto amplesso ascellare. Man mano che la femmina va deponendo le uova, disposte in cordoni gelatinosi nastriformi, il maschio le feconda con i propri spermatozoi. Dalle uova si sviluppano in meno di una settimana i girini che completano la metamorfosi in circa due mesi.

Distribuzione e habitat modifica

Specie endemica della Sicilia, è diffusa ampiamente in quasi tutta l'isola. Nella Sicilia nord-orientale condivide l'areale con Bufotes balearicus. È presente anche nelle isole minori Ustica, Favignana e Pantelleria.[3]

Popola differenti habitat in una fascia altitudinale che va da 0 a 1200 m s.l.m.
Predilige le aree costiere, planiziali e collinari, ma è stato rinvenuto sui Nebrodi sino a 1230 m. È presente anche in ambienti aridi come la costa sabbiosa di Capo Passero, che rappresenta il limite meridionale del suo areale.[9]

Tassonomia modifica

Il rospo smeraldino siciliano, in precedenza attribuito alla specie Bufotes viridis, è da alcuni autori riconosciuto come specie a sé stante (Bufotes siculus). Studi filogenetici sulle popolazioni mediterranee di Bufo spp. hanno infatti dimostrato che il taxon siciliano si differenzia, sotto il profilo dell'aplotipo mitocondriale, da quelli peninsulari ed è invece strettamente imparentato con la specie nordafricana Bufotes boulengeri, da cui si sarebbe separata circa due milioni di anni fa, in un periodo compreso tra il Medio Pliocene (3,6 Ma) e il Pleistocene (0,16 Ma)[10]. Uno studio del 2019 [11] invece la considera solamente una sottospecie di Bufotes boulengeri che così comprende gli esemplari nord africani e quelli siciliani.

Alcuni autori attribuiscono questa specie, assieme alle altre del gruppo B. viridis, al genere Pseudepidalea (Pseudepidalea sicula)[2] ma tale attribuzione è stata duramente contestata da più parti e la sua adozione considerata quantomeno prematura[10][12][13][14][15][16].

Stato di conservazione modifica

Il rospo smeraldino siciliano, che come Bufotes viridis era tutelato dalla Convenzione di Berna e dalla direttiva Habitat, in seguito al riconoscimento del suo status di specie endemica manca di specifiche norme di tutela.

Nonostante l'ampia diffusione della specie in quasi tutta l'isola, le popolazioni appaiono frammentate e legate, per la loro sopravvivenza, alla protezione delle relative aree di riproduzione. Alcune sottopopolazioni, quali quella dell'Etna, sono state classificate come vulnerabili[3].

Note modifica

  1. ^ (EN) Bufotes boulengeri siculus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) Frost D.R. et al., Bufotes boulengeri siculus, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.0, New York, American Museum of Natural History, 2014. URL consultato il 7 ottobre 2019.
  3. ^ a b c Belfiore, Buckley, Lo Brutto, Lo Valvo et Arcoleo, Rospo smeraldino siciliano - Bufo siculus (PDF), in Atlante della biodiversità della Sicilia: Vertebrati Terrestri, Palermo, ARPA Sicilia, 2008, pp.271-272, ISBN 978-88-95813-02-8.
  4. ^ Lillo F., Mercurio E., Cumbo V., Licata F. & Lo Valvo M, Differenze stagionali e sessuali nell’utilizzo dello spazio in Bufo siculus. Implicazioni per la conservazione., in Herpetologia Sardiniae, Latina, Societas Herpetologica Italica/Edizioni Belvedere, 2008.
  5. ^ Faraone F.P., Lillo F., Giacalone G. & Lo Valvo M, Primi dati sul comportamento alimentare di Bufo siculus Stöck et al., 2008, in Herpetologia Sardiniae, Latina, Societas Herpetologica Italica/Edizioni Belvedere, 2008.
  6. ^ Lo Valvo, M., and Giacalone, G, Dati e considerazioni sulla biologia riproduttiva della popolazione di Rospo smeraldino, Bufo viridis Laurenti, 1768, della Riserva Naturale di Monte Pellegrino (Palermo), in Annali Museo Civico Storia Naturale di Ferrara 2005; 6(2003): 61-65.
  7. ^ Sicilia, A., Lillo, F., Zava, B., and Bernini, F, Breeding phenology of Bufo viridis Laurenti, 1768 in Sicily, in Acta Herpetologica 2006; 2: 107-117.
  8. ^ Bufo siculus - call details Archiviato il 10 agosto 2011 in Internet Archive. Amphibia Web
  9. ^ Turrisi G.F. e Vaccaro A, Contributo alla conoscenza degli Anfibi e dei Rettili di Sicilia, in Boll. Acc. gioenia Sci. nat. Catania 1998; 30 (353): 5-88.
  10. ^ a b Stöck, M., Sicilia, A., Belfiore, N., Buckley, D., Lo Brutto, S., Lo Valvo, M., and Arculeo, M, Post-Messinian evolutionary relationships across the Sicilian channel: Mitochondrial and nuclear markers link a new green toad from Sicily to African relatives, in BMC Evolutionary Biology 2008; 8: 56-74.
  11. ^ Dufresnes, C., G. O. Mazepa, D. Jablonski, R. C. Oliveira, T. Wenseleers, D. A. Shabanov, M. Auer, R. Ernst, C. Koch, H. E. Ramírez-Chaves, K. P. Mulder, E. Simonovo, A. Tiutenko, D. Kryvokhyzhar, P. L. Wennekes, O. I. Zinenko, A. V. Korshunov, A. M. Al-Johany, E. A. Dunayev, R. Masroor, C. Betto-Colliard, M. Denoël, L. J. Borkin, D. V. Skorinov, R. A. Pasynkova, L. F. Mazanaeva, J. M. Rosanov, S. Dubey, and S. N. Litvinchuk. 2019. Fifteen shades of green: The evolution of Bufotes toads revisited. Molecular Phylogenetics and Evolution 141: 1–25.
  12. ^ Wiens JJ, The Amphibian Tree of Life - Book review, in Q. Rev. Biol. 2007; 82: 55-56. URL consultato l'8 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2013).
  13. ^ Speybroeck J, Crochet PA, Species list of the European herpetofauna. A tentative update (PDF) [collegamento interrotto], in Podarcis 2007; 8: 8-34.
  14. ^ Lanza B. et al., Fauna d'Italia - Vol. XLII - Amphibia, Bologna, Calderini, 2007.
  15. ^ Vences M, The amphibian tree of life: Ideologie, Chaos oder biologische Realität? (PDF), in Z. Feldherpetol. 2007;14: 153-162.
  16. ^ Smith HM, Chiszar D, Dilemma of name-recognition: why and when to use new combinations of scientific names (PDF), in Herpetol. Conserv. Biol. 2006; 1: 6-8.

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