Burro

parte grassa del latte, separata dal siero e condensata
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Burro (disambigua).

Il burro è la parte grassa del latte, separata dal latticello tramite un processo di inversione di fase, derivante dalla panna[1]. Il risultato del procedimento è un'emulsione, principalmente di acqua, in cui risultano disciolti zuccheri e proteine, nei grassi, nella cui fase fluida cristallizzano in parte.

Un panetto di burro
Burro artigianale

Si tratta di un fluido con punto di rammollimento prossimo alla temperatura ambiente (32-35 °C), di aspetto solido e consistenza morbida con un colore variabile da bianco latte fino a giallo pallido o giallo deciso, ricavato dalla parte lipidica del latte di diversi animali per inversione della panna ed eventuale fermentazione, nella tradizione europea continentale, o salatura, nei paesi anglosassoni. Viene usato come condimento e in cucina, analogamente agli oli vegetali e allo strutto. A parte l'uso alimentare, ha trovato uso come ingrediente in cosmetici, medicinali e lubrificanti. Nei climi temperati, a temperatura ambiente il burro è morbido; grazie ad un punto di fusione compreso tra 28 e 33 °C fonde facilmente. Indicativamente, per quanto riguarda il prodotto naturale e nelle produzioni derivanti da latte di animali ad alimentazione fresca, è bianco d'inverno e più giallo d'estate, a causa della diversa alimentazione degli animali da latte, fonte di carotenoidi naturali. Il colore giallo può anche essere conseguenza di alterazioni, dall'irrancidimento fino all'eventuale aumento della carica batterica acquisita, a causa di un periodo di tempo relativamente lungo trascorso tra la mungitura e la burrificazione, inoltre può essere colorato artificialmente con carotene ed altre sostanze. Il colore bianco, può invece riottenersi per procedimenti industriali di rifusione.

Secondo la legge italiana (l. 202/1983) la denominazione senza aggettivi di burro "è riservata al prodotto ottenuto dalla crema ricavata dal latte di vacca e al prodotto ottenuto dal siero di latte di vacca" e non può contenere grassi diversi aggiunti; come sovrascritto esistono varietà di burro di altre origini. Il burro di bufala (Bubalus bubalis), ad esempio, è un prodotto tipico campano, mentre il burro di yak (Bos grunniens), è ingrediente tradizionale di piatti e bevande tibetane, come la tsampa, e viene aggiunto al tè costituendo la bevanda principale del paese, così come in Bhutan, dove esiste il famoso tè al burro.

Viene normalmente chiamato burro anche un grasso vegetale tipicamente solido a temperatura ambiente come il burro di cacao, il burro di karité, il burro di illipé.

Tipologia produttiva e qualità modifica

Per quanto riguarda la qualità, a livello produttivo ma non merceologico, visto il non obbligo dell'indicazione, la produzione del burro si può suddividere in:

  • Burro centrifugato. Di alta qualità, prodotto direttamente dalla centrifugazione del latte appena munto, e proveniente da una filiera sempre a bassa temperatura.
  • Burro di affioramento o burro di caseificio. Di minore qualità, prodotto generalmente come sottoprodotto della produzione casearia, dove l'affioramento spontaneo, a temperatura ambiente, genera una certa carica microbica che obbliga ad ulteriori trattamenti industriali.
  • Burro grezzo, prodotto intermedio stoccato in attesa di rifusione e pastorizzazione. Denominato anche "zangolato di creme fresche"[2] per la burrificazione, prodotto da affioramento da inviare a ulteriori processi.
  • Burro di siero, prodotto non direttamente dal latte, ma come sottoprodotto dei grassi residui nel siero di origine casearia, di qualità ulteriormente inferiore.

Diverse disposizioni di legge, successive nel tempo, permettono in Italia la miscela, in modo normato, dei diversi tipi.

Il burro italiano è generalmente di bassa qualità, poiché le tecniche di lavorazione del latte sono principalmente orientate a produrre formaggi di qualità (come il Parmigiano-Reggiano), così il burro in Italia viene prevalentemente prodotto per affioramento e ad alte temperature invece che per centrifuga e a basse temperature, e spesso viene utilizzato anche il siero del latte.[3][4]

Diversamente da quanto avviene in Italia, dove il burro salato è poco diffuso, negli Stati Uniti e nel nord Europa il burro in vendita può essere normale o salato. Negli Stati Uniti può inoltre contenere conservanti.

Dopo essere stato profondamente demonizzato negli ultimi decenni del XX secolo, specialmente nell'Europa Meridionale, il burro sta lentamente riacquistando popolarità, e gli specialisti ne consigliano un consumo non eccessivo ma nemmeno troppo ridotto, alternandolo all'olio extravergine d'oliva.[5] [6] Il burro è infatti meno calorico degli oli, non idrogenato o ottenuto chimicamente come molte margarine e ricco di fondamentali nutrienti come calcio, proteine del latte e vitamina A. Ne è sconsigliato un utilizzo consistente nei casi di ipercolesterolemia.[7]

I maggiori produttori di burro nel 2018[8]
Paese Produzione (tonnellate)
  Stati Uniti 892.801
  Nuova Zelanda 502.000
  Germania 484.047
  Francia 352.400
  Russia 257.883
  Irlanda 237.800
  Turchia 215.431
  Iran 183.125
  Polonia 177.260
  Messico 153.674
  Regno Unito 152.000
  Canada 116.144
  Bielorussia 115.199
  Brasile 109.100

Composizione e caratteristiche nutrizionali modifica

La composizione tipica di un prodotto commerciale definita dal Codex Alimentarius[9] è:

  • grasso: minimo 80% con fosfolipidi (0,35%) steroli (0,21%) acidi grassi liberi(0,12%)[10]
  • acqua: max 16%
  • Solidi non lipidi: max 2% di cui lattosio (0,5-1,0%), proteine (0,4-0,8%), sali (0,1-0,2%)

I grassi presenti nel burro hanno la caratteristica di vedere una dominanza di acidi grassi volatili, solubili o insolubili in acqua, fatto che rende il burro differente dagli altri analoghi prodotti alimentari, per digeribilità (più digeribile a crudo e prestare attenzione a caldo per il suo basso punto di fumo, 150 °C contro i 238 °C dell'olio di semi di soia) e per le vie metaboliche che caratterizzano la digestione degli stessi.
Il pur relativamente alto grado di saturazione dei grassi presenti, ma su catene molecolari più brevi (elevato tenore di C3-C10) ne fa un alimento differente dagli altri grassi ricchi di saturi di derivazione animale (lardo, strutto, grassi carnei) o vegetale (oli di cocco, palma e palmisti, margarine). Gli acidi grassi a corta e media catena, più solubili in acqua, si assorbono infatti a livello intestinale per proseguire nel fegato il processo metabolico, senza passare dalla fase di chilomicroni e dalle vie linfatiche dei grassi più pesanti.

Distribuzione tipica degli acidi grassi del latte/burro secondo le “Norme dei Grassi e dei Derivati”, della Commissione Tecnica della Stazione Sperimentale delle Industrie degli Oli e dei Grassi[11]
acido grasso notazione breve %
acido butirrico 4:0 3,0 – 3,5
acido capronico 6:0 1,6 – 3,0
acido caprilico 8:0 1,1 – 1,8
acido caprico 10:0 1,8 – 3,7
acido caproleico 10:1 0,2 – 0,4
acido laurico 12:0 2,3 – 3,9
acido miristico 14:0 8,0 – 12,0
acido miristoleico 14:1 0,2 – 1,2
acido pentadecanoico ramificato 15 iso 0,2 – 0,4
acido pentadecanoico ramificato 15 anteiso 0,3 – 0,7
acido pentadecanoico 15:0 0,2 – 1,3
acido esadecanoico ramificato 16 iso 0,1 – 0,4
acido palmitico 16:0 25,0 – 33,0
acido palmitoleico 1 16:1 1,0 – 2,0
acido eptadecanoico ramificato 17 iso 0,2 – 0,4
acido eptadecanoico ramificato 17 anteiso 0,2 – 0,6
acido eptadecanoico 17:0 0,3 – 0,7
acido eptadecenoico 17:1 0,1 – 0,3
acido stearico 18:0 9,0 – 13,0
acido oleico 1 18:1 19,0 – 29,0
acido linoleico 18:2 1,0 – 3,5
acido linolenico 18:3 0,2 – 1,3
acido rumenico 18:2 coniugato 0,3 – 1,5
acido arachico 20:0 0,1 – 0,3 25
acido gadoleico 20:1 0,1 – 0,3
Nota 1: Somma degli isomeri (es: acido palmitoleico + acido palmitelaidico) che potrebbero non essere separati

Sono presenti isomeri trans e coniugati, in particolare l'acido rumenico (dal 75% al 90% di tutti gli acidi coniugati) e l'acido vaccenico (dal 80% al 90% di tutti gli acidi trans).

La distribuzione di acidi grassi del burro è sostanzialmente analoga a quella del latte vaccino da cui viene ricavato e può variare sia per l'animale, la stagionalità e l'alimentazione. In particolare per fini salutistici oltre che per realizzare burri più spalmabili è possibile aumentare il tenore di acidi omega3 e coniugati integrando l'alimentazione animale con semi di lino e semi di soia[12].

È un alimento ricco di vitamina A e di sali minerali e, come tutti i grassi animali, ha un elevato contenuto di colesterolo. Per legge il burro deve avere una percentuale di grassi superiore all'80% (eccettuato il burro a ridotto tenore di grassi che ha il 60-62% di grassi e il burro a basso tenore di grassi con il 39-41% di grassi) e acqua non superiore al 16%.

Il motivo per cui, quando viene sciolto in padella a calore sostenuto, il burro ordinario sfrigola, è da ricercarsi proprio nella percentuale di acqua contenuta nel prodotto (l'effetto si produce a causa delle diverse caratteristiche di punto di ebollizione e peso specifico dell'acqua e del grasso).

La burrificazione modifica

La burrificazione è il processo di produzione del burro, in cui 100 litri di latte vengono trasformati in 4-5 chili di prodotto finito. Si diversifica a seconda del tipo di burro prodotto. In Italia il principale tipo è da affioramento, mentre in altri paesi d'Europa prevale il migliore tipo da centrifugazione.

Estrazione della crema di latte modifica

La panna, o crema di latte nella terminologia specialistica, nient'altro che un'emulsione di grassi in acqua (che, secondo il regolamento CEE 2991/94, deve avere un tenore minimo di grassi lattieri del 10 %), è la materia prima da cui viene preparato il burro; essa viene ottenuta tramite diversi processi industriali come centrifugazione e affioramento.

Da centrifugazione - crema dolce modifica

Uno dei migliori processi produttivi consiste nella centrifugazione del latte a una velocità di 6500-7000 giri al minuto. Durante questa fase i globuli di grasso si portano verso l'asse di rotazione in virtù della loro minor densità. Tale processo viene condotto a una temperatura di 32-55 °C, che facilita la separazione del grasso.

Attualmente esistono macchinari (scrematrici) appositi che possono venir utilizzati in ciclo continuo e che permettono di raggiungere una resa del 35-40 %.

La crema di latte che viene ottenuta tramite questo processo rapido viene detta "dolce" in quanto ancora non è iniziato alcun processo fermentativo.

Da affioramento - crema acida modifica

A confronto, la crema che invece si raccoglie in vasche in cui il latte viene fatto riposare a una temperatura di 15 °C per circa 20 ore, viene detta "acida" in quanto tale stazionamento favorisce lo sviluppo di batteri e miceti e la produzione conseguente di metaboliti. Necessita di ulteriori processi, neutralizzazione dell'acidità e pastorizzazione.

Da siero di latte modifica

Un'ultima modalità di collezionamento dei grassi, ma non più definiti come crema di latte, può anche avvenire dal siero di caseificio.

Ovviamente la composizione della crema varierà a seconda della sua provenienza ed estrazione.

Processo di burrificazione modifica

Crema di latte proveniente da affioramento modifica

Una volta estratta la crema di latte, il metodo industriale di burrificazione consta di alcuni passi:

  1. rigenerazione a 80 °C della crema, in ambiente alcalino, al fine di abbatterne l'acidità data dai processi fermentativi.
  2. pastorizzazione della crema, che avviene a 90-95 °C per 30 secondi. Tale processo ha lo scopo di stabilizzare il prodotto e liquefare maggiormente la materia grassa, favorendo la successiva cristallizzazione.
  3. cristallizzazione, in cui la crema viene raffreddata rapidamente fino a 6-7 °C
  4. addizione delle colture, in cui vengono inoculate colture di batteri che conferiscono l'aroma al burro
  5. maturazione, in questa fase la crema viene lasciata a riposo per 12-15 ore a 15-20 °C: questo processo serve ad ottenere un pH di 4.7-5.1, grazie alla proliferazione batterica.
  6. zangolatura: la crema viene messa in recipienti detti zangole, dove è sbattuta energicamente per 40-50 minuti alla temperatura di 12 °C affinché il grasso formi agglomerati delle dimensioni di un chicco di mais circa, separandosi dal liquido che lo conteneva (il latticello)
  7. lavaggio con abbondante acqua potabile, che ha lo scopo di separare il burro dal latticello
  8. impasto, modellatura, confezione: La massa di burro, che ha una consistenza granulosa, viene poi impastata e resa omogenea; infine viene modellata, tagliata e impacchettata

Per il burro industriale si usa il "metodo Fritz" che usa un'unica macchina che compie da sola tutte le operazioni appena descritte.

Crema di latte proveniente da centrifugazione modifica

La produzione del burro da centrifugazione, secondo normativa europea, deve seguire un percorso che fino a questa fase non interrompa mai la catena del freddo (massimo 6 °C), per impedire fermentazioni non desiderate. I processi successivi sono semplificati dall'assenza di una carica batterica rilevante, che portano ad un prodotto di partenza per la burrificazione meno acido. L'aroma del prodotto finale viene conferito da proliferazioni controllate di ceppi batterici dei generi Lactococcus e Leuconostoc, che trasformano i glucidi in acido lattico ed altri composti profumati.

Crema di latte proveniente da siero modifica

La burrificazione della panna da siero, residuo finale della produzione casearia, porta alla produzione del cosiddetto "burro da siero", merceologicamente differente dai precedenti due definiti "burro da latte". Oltre alla produzione diretta del burro di questo tipo differente, la legge italiana ne permette oggi la miscela con gli altri tipi, a partire dal 1983 (legge 202/83 a modifica della legge 23 dicembre 1956 n. 1526).

Tipi di burro modifica

 
Burro a ridotto contenuto di colesterolo
  • burro ordinario
  • burro salato
  • burro anidro, si ottiene da creme con almeno il 99,8% di grassi ed un massimo di 0,1% di acqua. Inoltre deve avere gli acidi grassi liberi sotto al 0,3% di e valore di perossidi inferiore a 0,3[13].
  • burro chiarificato o ghi (ghee) ha più del 99,6% di grassi. Inoltre deve avere gli acidi grassi liberi sotto al 0,4% di e valore di perossidi inferiore a 0,6[13].
  • butteroil, simile al burro anidro, ha più del 99,6% di grassi. Inoltre deve avere gli acidi grassi liberi sotto al 0,4% di e valore di perossidi inferiore a 0,6[13].

Tutti i tipi di burro a ridotto tenore di acqua comportano anche un ridotto tenore di solidi non grassi, in particolare proteine, ma non c'è uno standard che ne definisca una soglia[13].

Il principale utilizzo dei burri a basso tenore di acqua è per l'industria alimentare e dolciaria. Grazie al frazionamento possono essere forniti all'industria burri a basso tenore di acqua (concentrati) con punto di fusione da 5°, quindi liquidi a temperatura ambiente, a 45°.

La principale differenza tra il ghee ed il butteroil risulta nel leggero aroma caramellato del ghee dovuto al processo di bollitura molto prolungato ed alle reazioni di Maillard, specialmente tra caseina e lattosio. Aroma analogo si ottiene con il cosiddetto beurre noisette francese[14]

In alcuni casi il produttore specifica sulla confezione se è stato ottenuto dalla centrifugazione del latte o da affioramento della panna. Col primo metodo, riducendo il tempo tra la mungitura e la burrificazione, si ottiene una qualità migliore, consistente in una minore carica batterica contenuta nel burro; indicativamente un colore giallo molto intenso può significare il secondo metodo di lavorazione.

Anche in Italia, da pochi anni[non chiaro], si producono alcune varianti del burro ordinario: dal burro a ridotto tenore di grassi e/o di colesterolo, a quello da allevamenti biologici, a burri composti, arricchiti con erbe aromatiche.

Conservazione e cucina modifica

 
Salsa olandese su asparagi bianchi e patate

Il burro generalmente inizia ad ammorbidirsi attorno ai 15°, molto al di sopra delle temperature dei normali frigoriferi. Il "cassetto del burro" che si può trovare in molti frigoriferi può essere una della parti più calde all'interno dell'elettrodomestico, ma lascia comunque il burro piuttosto duro. Mantenere il burro strettamente incartato ritarda l'irrancidimento, causato dall'esposizione alla luce o all'aria, ed evita che il burro assuma altri odori. Il burro, se ben incartato, può essere conservato diversi mesi in un normale frigorifero.

Una volta che il burro si è ammorbidito si possono aggiungere spezie o erbe (per esempio aglio, rosmarino, basilico), o anche acciughe sotto sale, creando ciò che viene chiamato burro composto. Il burro composto può essere usato come crema da spalmare, oppure come salsa su un piatto caldo. Il burro composto, una volta zuccherato, può anche essere servito come dessert.

Il burro sciolto gioca un importante ruolo nella preparazione di salse, soprattutto nella cucina francese. Il burro nero (beurre noir in francese) ad esempio è una salsa che si ottiene sciogliendo il burro e cuocendolo a fuoco lento fino a che non assuma una colorazione nocciola. Non appena il burro cambia colore si aggiunge dell'acido, in genere succo di limone o aceto. Alcune ricette prevedono l'uso di prezzemolo, che però va tolto prima dell'aggiunta dell'acido. Di solito il burro nero si serve con uova ("œuf au beurre noir") o pesce.

La salsa olandese e la salsa bernese sono emulsioni di tuorlo d'uovo e burro sciolto, in sostanza sono una maionese preparata usando il burro invece dell'olio[15]. Il beurre blanc, o burro bianco, si produce frustando il burro con aceto o vino ridotto, formando un'emulsione con la consistenza di una crema spessa. Il burro viene usato per saltare o per friggere, sebbene esso si scurisca e bruci attorno ai 150 °C, una temperatura piuttosto bassa per la maggior parte delle ricette. In genere si usa burro chiarificato, che ha un punto di fumo più elevato (200°).

Il burro ricopre un importante ruolo in pasticceria, dove è usato analogamente ad altri grassi solidi (come lo strutto), mantenendo una posizione privilegiata in virtù del suo sapore, particolarmente adatto alla preparazione di dolci. Talvolta, per alcuni prodotti dolciari, viene utilizzato un particolare burro, prodotto per winterizzazione, che ha un punto di fusione più alto

Altri utilizzi modifica

Il burro ha anche altri usi, tradizionali e non legati alla cucina. Per esempio, nei Paesi Bassi il burro rancido era utilizzato come lubrificante degli ingranaggi dei mulini a vento, mentre nell'area himalayana è tuttora utilizzato per produrre lampade a burro, accese nei monasteri con finalità sia religiose che pratiche. Viene anche utilizzato, specie in territori come gli Stati Uniti e il Tibet, per realizzare delle sculture destinate ad avere vita breve.[16]

Normativa europea modifica

La norma europea classifica diversi tipi di burro in funzione della qualità e produzione[17].

Burro: prodotto avente un tenore di materie grasse del latte uguale o superiore all'80 % ma inferiore al 90 %, un tenore massimo di acqua del 16 % ed un massimo del 2  % di materie secche e non grasse del latte. Comprende anche il burro contenente minime quantità di erbe, di spezie, di profumi, ecc. a condizione che il prodotto conservi il carattere di burro.

Burro tradizionale: prodotto ottenuto direttamente ed esclusivamente dalla crema pastorizzata, avente un tenore di materie grasse del latte uguale o superiore all'80 % ma inferiore al 90 %, un tenore massimo di acqua del 16 % ed un massimo del 2 % di materie secche e non grasse del latte.

Burro ricombinato: prodotto ottenuto a partire dal burro anidro (butteroil), dal residuo secco non grasso e dall'acqua, avente un tenore di materie grasse del latte uguale o superiore all'80 % ma inferiore al 90 %, un tenore massimo di acqua del 16 % ed un massimo del 2 % di materie secche e non grasse del latte.

Burro di siero di latte: prodotto ottenuto dalla crema del siero di latte o da una miscela di crema di siero di latte e di crema, avente un tenore, in peso, di materie grasse del latte uguale o superiore all'80 % ma inferiore al 90 %, un tenore massimo di acqua del 16 % ed un massimo del 2 % di materie secche e non grasse del latte.

Burro fuso: il burro fuso ha un tenore, in peso, di materie grasse del latte superiore all'85 %. Con questa denominazione, oltre al burro fuso propriamente detto, si indica una quantità di altri tipi similari di burro disidratato, designati più comunemente con denominazioni varie, quali: "burro disidratato", "burro anidro", "butteroil", "grasso butirrico" (materia grassa del latte) e "burro concentrato".

Burro anidro (butteroil): prodotto ottenuto dal latte, dalla crema o dal burro con un processo di estrazione dell'acqua e del residuo secco non grasso, avente un tenore minimo di materie grasse del latte pari al 99,3 % del peso totale e un tenore massimo in acqua pari allo 0,5 % del peso totale. Comprende anche il "ghee".

Mentre in molti paesi, soprattutto nord-europei, le norme nazionali o il costume fanno sì che venga commercializzato come burro solo quello di qualità prodotto per centrifugazione della crema, in Italia è facile trovare sul mercato burro di qualità inferiore[18]. In Italia, la comunicazione al consumatore della qualità del burro, ad esempio con la dizione "burro tradizionale", è volontaria e possibile solo previa autorizzazione a seguito di verifiche[19].

Note modifica

  1. ^ Burro - Origine ed Evoluzione di un Prodotto Antico per la Cucina - Assolatte
  2. ^ A.Serraino et al.: Zangolato di creme fresche: aspetti normativi e caratteristiche microbiologiche Industrie alimentari ISSN 0019-901X CODEN INALBB 2000, vol. 39, no388, pp. 29-37, Editore Chiriotti, Pinerolo
  3. ^ Dario Bressanini, Bugie nel carrello, Chiarelettere, 2013, ISBN 978-88-6190-356-2.
  4. ^ Giorgia Nardelli, Vi spiego perché il burro italiano è di bassa qualità, su ilsalvagente.it. URL consultato il 5 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2013).
  5. ^ http://www.mu-edu.it, su mu-edu.it. URL consultato l'11 giugno 2011.
  6. ^ L'unico divieto della dieta italiana: i cibi nocivi, su La salute in pillole. URL consultato l'11 giugno 2011.
  7. ^ Il colesterolo «cattivo» si vince con una buona alimentazione, su Fondazione Umberto Veronesi. URL consultato il 5 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2021).
    «Alimenti da limitare o evitare - Grassi animali quali burro»
  8. ^ Statistiche sulla produzione di burro por la FAO
  9. ^ Codex 279-1971 STANDARD FOR BUTTER
  10. ^ Walstra P., e al., 2006
  11. ^ NGD2010, Norme dei Grassi e dei Derivati della Commissione Tecnica della Stazione Sperimentale delle Industrie degli Oli e dei Grassi, su innovhub-ssi.it. URL consultato il 10 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2017).
  12. ^ A. Nudda, A. Mereu, S. Fancellu, A. Cappio-Borlino, Meta analysis of nutritional effects on conjugated linoleic acid (CLA) in milk fat of dairy cows, in Italian Journal of Animal Science, vol. 6, 2007, pp. 330-332.
  13. ^ a b c d CODEX STANDARD FOR MILKFAT PRODUCTS
  14. ^ Dario Bressanini, La scienza in cucina, Il burro chiarificato - 2007
  15. ^ Per approfondire: Le ricette di Wikibooks: Salsa bernese.
  16. ^ (EN) Butter Cows and Butter Buildings: A History of an Unconventional Sculptural Medium (PDF), su panam1901.org. URL consultato il 29 giugno 2023.
  17. ^ Eur-lex:DECISIONE DEL CONSIGLIO del 6 ottobre 1998
  18. ^ D.Bressanini: Affioramento o centrifuga?...ovvero, perché il burro italiano è spesso di bassa qualità
  19. ^ Manuale per i controlli ed il riconoscimento alla fabbricazione e commercializzazione del burro tradizionale

Bibliografia modifica

  • G.Paci, R.Paci, Vanna Vannucchi, Progettare e fare Tecnologia, Zanichelli, 2011.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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