Il But (Bût in friulano[1], Pooch in tedesco timavese) è un corso d'acqua friulano, immissario di sinistra del fiume Tagliamento.

But
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Friuli-Venezia Giulia
Lunghezza33 km
Altitudine sorgente1 656 m s.l.m.
NasceAlpi Carniche, Passo di Monte Croce Carnico
46°34′52.04″N 12°53′25.8″E / 46.581122°N 12.8905°E46.581122; 12.8905
AffluentiFontanon, Pontaiba, Chiarsò, rio Randice, Gladegna, rio di Saustri, rio Buede
Sfociada sx nel fiume Tagliamento
46°23′33.27″N 13°00′02.64″E / 46.392575°N 13.000733°E46.392575; 13.000733

Nomi e grafia modifica

In friulano il corso d'acqua ha un nome femminile: si dice, dunque, la Bût.

Nell'uso attestato dai documenti storici, il tratto più a monte (sino alla confluenza con la Pontaiba, presso Paluzza, se non addirittura a quella col Chiarsò, presso Cedarchis) era chiamato semplicemente Fiume o addirittura fiume detto Fiume (friulano Flum). Una traccia di ciò rimane nell'uso dialettale timavese, che continua a denominare il corso d'acqua Pooch, che come termine generico significa semplicemente "torrente".

Percorso modifica

Nasce nell'alta Carnia, nei pressi di Timau e del passo di Monte Croce Carnico, e percorre con direzione nord-sud il Canale di San Pietro, detto anche, appunto, Val But, bagnando i comuni di Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme e Zuglio, prima di gettarsi nel Tagliamento presso Caneva, frazione di Tolmezzo.

Come confine modifica

Il corso d'acqua funge, in alcuni suoi tratti, da confine tra i comuni di Paluzza e di Cercivento; di Paluzza e di Sutrio; di Arta Terme e di Zuglio.

Affluenti modifica

I principali affluenti sono, a sinistra, il rio Fontanon, la Pontaiba, il Chiarsò, il rio Randice; a destra la Gladegna, il rio di Saustri, il rio Buede.

Sfruttamento idroelettrico modifica

La Bût ed alcuni dei suoi affluenti sono utilizzati per la produzione idroelettrica dall'Enel e dalla SECAB.

Navigazione modifica

Sino al XIX secolo il corso d'acqua ospitava alcuni porti per la fluitazione del legname. La portata del fiume, allora maggiore di quella attuale, consentiva una navigazione (esclusivamente in discesa e con zattere) a partire da Rivo di Paluzza; altri porti erano ubicati a Cedarchis ed a Tolmezzo.

Note modifica