Cacajao ayresi

specie di animali della famiglia Pitheciidae

Lo uacari di Ayres (Cacajao ayresi Boubli, 2008) è un primate platirrino della famiglia dei Pitecidi, di recentissima scoperta.

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Uacari di Ayres
Immagine di Cacajao ayresi mancante
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
(clade) Euarchonta
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Parvordine Platyrrhini
Famiglia Pitheciidae
Sottofamiglia Pitheciinae
Genere Cacajao
Specie C. ayresi
Nomenclatura binomiale
Cacajao ayresi
Boubli, 2008

La specie venne scoperta in Brasile da un team di ricerca dell'Università di Auckland mentre seguiva dei cacciatori Yanomami sulle loro piste lungo il Rio Aracá, immissario del Rio Negro. In particolare, questi animali vennero scoperti laddove non ci si aspettava di trovare degli uacari, a causa della presenza di numerose specie competitrici per il cibo.

La descrizione della nuova specie venne a breve pubblicata sull'International Journal of Primatology: il nome scientifico della specie è stato scelto in onore del primatologo brasiliano José Márcio Ayres, scomparso nel 2003[2].

Nonostante la mancanza di studi esaurienti sul numero di esemplari esistenti e sullo stato di salute della popolazione e dell'ecosistema in cui essa si trova, lo scopritore ha suggerito di dare a titolo precauzionale questi animali lo status di vulnerabili per la IUCN, adducendo come motivo il fatto che il loro areale si trovi al di fuori di un'area protetta e la caccia a cui questi animali vengono sottoposti dalle popolazioni locali[3].

Note modifica

  1. ^ (EN) Cacajao ayresi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Hansford, Dave. (2008) New Monkey Species Found in Remote Amazon. National Geographic News (available online Archiviato il 16 febbraio 2018 in Internet Archive.)
  3. ^ New monkey species is already endangered, in New Scientist, 19 gennaio 2008. URL consultato il 19 gennaio 2008 (archiviato il 23 gennaio 2008).

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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