Le calcarelle sono dei rudimentali forni di fusione del minerale di zolfo estratto dalle miniere con lo scopo di separare lo zolfo puro dalle impurità.

Minerale di zolfo

La calcarella è il sistema di raffinazione tramite fusione più antico e quello che presenta il minor rendimento complessivo, arrivando a malapena a produrre il 30 % di zolfo raffinato rispetto alla quantità di minerale estratto.

Consiste essenzialmente in un cumulo di minerale di circa 40 q nel quale vengono previste delle canalizzazioni di colatura verso un punto di raccolta. Il minerale viene incendiato e giunge rapidamente alla fusione separandosi dalle impurità.[1]

Questa tecnologia "arcaica" ha lo svantaggio di produrre grandi quantità di anidride solforosa e altri composti fortemente inquinanti e nocivi per la salute degli addetti, per l'agricoltura e per tutto l'ambiente circostante; per questo esistevano disposizioni che obbligavano a installare questi impianti rudimentali ad una distanza di almeno 3 chilometri dagli abitati.[2] Il metodo, adottato in Sicilia, venne abbandonato intorno alla metà del XIX secolo.

Voci correlate

modifica