Carlo Fayer

pittore e decoratore italiano (1924-2012)

Carlo Fayer (Ripalta Nuova, 8 ottobre 1924Ripalta Cremasca, 27 gennaio 2012) è stato un pittore e scultore italiano.

Biografia modifica

Nato a Ripalta Nuova[1], in prossimità di Crema, frequentò le scuole nel paese natìo e, in seguito, a Crema, dove frequentò l'Istituto magistrale[2][3]. Sul cognome della famiglia, si suppone un'origine spagnola[3].

Nel 1940 il padre sottopose alcuni suoi lavori a Carlo Martini, il quale ne espresse un lusinghiero parere e scrisse una lettera di presentazione del ragazzo a Contardo Barbieri, direttore dell'Accademia Carrara di Bergamo. Fayer interruppe quindi gli studi magistrali e, a soli sedici anni, iniziò la frequentazione dell'Accademia[3].

Con gli anni si fecero sempre più numerose le mostre, personali e collettive, a cui partecipò in Italia e all'estero: Crema, Milano, Bergamo, Cremona, Mantova, Urbino, Ferrara, Palermo, Zurigo, Santander, Salamanca, Madrid, Barcellona e Düsseldorf[4].

Fayer ha sempre vissuto dividendosi fra la terra natale e i molti luoghi dei suoi soggiorni all'estero (Zurigo, Spagna, Provenza, Parigi)[2][5], fino alla morte nel 2012[6].

Produzione artistica modifica

 
La cappella con le scene della Via crucis realizzate in ceramica invetriata presso la chiesa parrocchiale di Castelnuovo.

Nei primi anni, lo stile pittorico di Fayer era semplice e influenzato, tramite Martini, dal chiarismo lombardo e dalla pittura impressionistica e post-impressionistica francese ed inglese[3]. Ancora al seguito di Martini, Fayer si avvicinò a quella diramazione del chiarismo nota come «Scuola di Burano». Nel 1950 Martini espose infatti alla Biennale di Venezia di quell'anno, portandosi dietro il giovane Fayer nella visita della città e dell'isola di Burano[7].

Con gli anni si fece strada uno stile pittorico più autonomo ed originale, definito «post-informale», dove «nella sua adesione al culto della materia mantiene l'esigenza di esprimere il visibile, spogliandolo però dell'osservazione esatta, rifiutando l'elenco infinitesimale dei particolari che nella sua sensibilità vengono giudicati inutili e ridondanti»[8].

Accanto alla pittura, a partire dal 1958 si avvicinò alla ceramica, dipingendo piatti o statue appena abbozzate e dal gusto primitivo ed informale[9], e della vetrata; a partire dagli anni ottanta inaugurò la tematica dei cosiddetti «muri», opere prima dipinte, poi «costruite», generalmente in terracotta[10].

Opere di Fayer sono conservate presso il Museo civico di Crema e del Cremasco e presso il Museo internazionale design ceramico di Laveno-Mombello[11].

Note modifica

  1. ^ Ora il comune di Ripalta Nuova è il principale centro, nonché sede, del nuovo comune di Ripalta Cremasca, municipio costituito e così battezzato nel 1927, e comprendente le frazioni di Ripalta Nuova, Zappello, Bolzone e San Michele.
  2. ^ a b Bombelli, pp. 283-284.
  3. ^ a b c d Toscani, p. 134.
  4. ^ S.a., pp. 165-169.
  5. ^ Toscani, pp. 134-164.
  6. ^ È morto il pittore Carlo Fayer, in Il Nuovo Torrazzo, 27 gennaio 2012. URL consultato il 26 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  7. ^ Toscani, p. 135.
  8. ^ Bettinelli, p. 41.
  9. ^ Mascherpa
  10. ^ Mascherpa
  11. ^ Fayer Carlo, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 agosto 2014.

Bibliografia modifica

  • Andrea Bombelli, I pittori cremaschi, Ceschina, 1957.
  • Paolo Campiglio e Chiara Gatti (a cura di), Carlo Fayer. I luoghi dello sguardo e della mente, Silvana editoriale, 2010.
  • Giorgio Mascherpa, Carlo Fayer 1960-1980, Crema, 1988.
  • Giorgio Mascherpa, Carlo Fayer. Ceramiche, Leonardo - De Luca editori, 1992.
  • Roberto Bettinelli, La nostalgia illustre. Arte cremasca tra '800 e '900, Crema, 2006.
Controllo di autoritàVIAF (EN260667484 · ISNI (EN0000 0003 8138 6007 · SBN CFIV089045 · GND (DE1024064522 · WorldCat Identities (ENviaf-260667484