Castelrotto

comune italiano
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Castelrotto (Kastelruth in tedesco, Ciastel in ladino) è un comune italiano di 6 995 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. È inoltre un comune mercato.

Castelrotto
comune
(IT) Castelrotto
(DE) Kastelruth
(LLD) Ciastel
Castelrotto – Stemma
Castelrotto – Veduta
Castelrotto – Veduta
Castelrotto visto dall'alto
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoCristina Pallanch (SVP) dal 13-11-2022
Lingue ufficialiItaliano, Tedesco
Territorio
Coordinate46°34′04.23″N 11°33′34.87″E / 46.567843°N 11.559685°E46.567843; 11.559685 (Castelrotto)
Altitudine1 060 m s.l.m.
Superficie117,9 km²
Abitanti6 995[2] (31-8-2020)
Densità59,33 ab./km²
FrazioniAlpe di Siusi (Seiser Alm), Bulla (Pufels, Bula), Oltretorrente (Überwasser, Sureghes), Roncadizza (Runggaditsch, Roncadic), San Michele (St. Michael), Sant'Osvaldo (St. Oswald), San Valentino (St. Valentin), San Vigilio (St. Vigil), Siusi allo Sciliar (Seis am Schlern), Tagusa (Tagusens), Tisana (Tisens)
Comuni confinantiBarbiano, Campitello di Fassa (TN), Fiè allo Sciliar, Laion, Ortisei, Ponte Gardena, Renon, Santa Cristina Valgardena, Tires
Altre informazioni
Cod. postale39040
Prefisso0471
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021019
Cod. catastaleC254
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 4 108 GG[4]
Nome abitanti(IT) castelrottesi
(DE) Kastelruther[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castelrotto
Castelrotto
Castelrotto – Mappa
Castelrotto – Mappa
Posizione del comune di Castelrotto nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Parte del suo territorio comunale si trova all'interno del parco naturale dello Sciliar, ai piedi dell'Alpe di Siusi, la cui vicinanza ha permesso lo sviluppo di un fiorente turismo, tanto estivo quanto invernale. Castelrotto è il comune più popoloso delle Dolomiti ed il secondo più popoloso dell'intero arco alpino italiano dopo Renon fra quelli al di sopra dei 1.000 metri di altitudine.

Origini del nome modifica

Il toponimo è attestato per la prima volta nel 982–987 come Castelruptum e nel 1173 come Castilrut[5], col significato di "castello diroccato"[6][7]. Nel 1490, Castelrotto è chiamato in un documento espressamente dorff zu Castellrutt, ovvero come villaggio rurale[8].

Storia modifica

 
Il centro del paese visto dall'alpe della Bullaccia
 
Castelrotto con il caratteristico campanile
 
Dettaglio del gruppo ligneo della cappella della flagellazione, facente parte della Via Crucis

Il nome di Castelruptum compare per la prima volta in un documento del 982987 nel quale il vescovo Albuino di Bressanone scambiò il reddito della chiesa locale con il vescovo Eticho di Augusta.[9] Prima di questa data sappiamo che era già presente in loco un insediamento, di cui però non ci è giunto il nome. Le tracce del Castelvecchio sono riconducibili all'epoca medioevale, rimane oggi solo una massiccia torre quadrata oltre ad alcune tracce di mura, capanne di mattoni e quindi la presenza di un villaggio fortificato.

Nell'XIII secolo l'area passa di proprietà al conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia e poi ai signori di Castelrotto. Nel 1348 il castello è di proprietà del duca Konrad Teck il quale è anche capitano del dipartimento dell'Adige. All'inizio del XV secolo il castello e l'abitato passano di proprietà alla famiglia Hauenstein ed è a quest'epoca che risalgono le prime fattorie stabili di grandi dimensioni impiantate nella zona.

Poco dopo la proprietà passa di proprietà a Michael Kraus, nobile ungherese giunto qui per matrimonio e già infeudato di alcune terre presso il lago Balaton. Questi divenne famoso in particolar modo per la ricchezza accumulata dai suoi feudi e per le opere caritatevoli che estese ai poveri di Castelrotto prima della propria morte, stabilendo che tale usanza fosse continuata nei secoli nel mese di ottobre con la distribuzione di una pagnotta di pane e di un sacchetto di sale ad ogni povero della comunità. Egli venne sepolto successivamente nella cappella della torre ove ancora oggi la sua tomba si trova. Suo nipote, Jakob Kraus, venne nobilitato dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo il 2 giugno 1607 e fu lui che procedette in gran parte alla demolizione dell'antico castello, creandovi una cappella ad uso per il villaggio dedicata a Sant'Antonio, oltre alla realizzazione da parte del figlio Georg Kraus di un parco naturale (1675) corredato da sette piccole cappelle e tre grandi crocefissi (Cristo e i due ladroni) che riprendono alcune tappe della via crucis. Nel 1847 la famiglia si estinse.

Sino al 1924, inoltre, Castelrotto ebbe un proprio tribunale distrettuale, poi trasferito a Chiusa.

La fruttuosa fonte di reddito per gli abitanti di questo paese era l'allevamento del bestiame, grazie alla presenza di vasti pascoli alpini circostanti, superando nell'anno 1600 di quattro volte la vendita dei capi di bestiame che si teneva a Bolzano.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Architetture civili modifica

Architetture militari modifica

Società modifica

Ripartizione linguistica modifica

La sua popolazione è in maggioranza di madrelingua tedesca, con una significativa percentuale di ladini, tradizionalmente concentrati nelle frazioni ladine Bulla, Roncadizza, Oltretorrente[10]. Fino al XIX secolo la lingua ladina era parlata anche nel paese di Castelrotto.[11]

Ripartizione linguistica 1991[12] 2001[12] 2011[13]
Madrelingua italiana 2,61% 3,43% 3,69%
Madrelingua tedesca 83,03% 81,83% 80,94%
Madrelingua ladina 14,35% 14,74% 15,37%

Secondo il censimento del 1921 il 19,4% della popolazione era ladina mentre lo 0,81% era di lingua italiana.[14]

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[15]

Cultura modifica

Eventi modifica

Matrimonio contadino tradizionale modifica

A Castelrotto si rappresenta ogni inverno un tradizionale "matrimonio contadino" (Bauernhochzeit). Questa manifestazione fa rivivere gli usi antichi che si avevano quando i contadini della zona si sposavano.[16] Infatti dai primi anni del Novecento, fino agli anni 50, i matrimoni avvenivano in inverno, ovvero quando i contadini non erano impegnati nei loro lavori agricoli. Oggi questo evento tradizionale è entrato a far parte del circuito turistico, in cui tutta la popolazione locale indossa quindi gli abiti dell'epoca, in particolare la sposa indosserà un cappello che ricorda i colori dell'erba e lo sposo porterà un garofano di dimensioni maggiori rispetto a quelli portati dagli altri uomini invitati ai festeggiamenti per l'unione.

 
Giorno del Ringraziamento

Le donne invece si dividono in quelle che portano un copricapo spesso in lana, il Turmkappe e quelle nubili che portano un cappello luccicante e adornato con foglie dorate. Inoltre vi è colui che è addetto alla cerimonia, che porta un grande cappello ornato da piume di struzzo bianche e nere.[17]

Solitamente la manifestazione prevede che diverse coppie partecipino ad un corteo nuziale, formate da slitte trainate a cavallo, cui partecipano anche i parenti e gli amici delle coppie, tutti "addobbati" per l'evento con i Trachter. Al corteo che parte dalla chiesetta di San Valentino, segue la cerimonia religiosa, e quindi un tradizionale banchetto, seguito da balli tipici tirolesi.[18]

Banchetti nuziali di Castelrotto modifica

Assieme alla celebrazioni del matrimonio contadino, sempre a Castelrotto si tengono pressoché nello stesso periodo i "Banchetti nuziali di Castelrotto". In quest'occasione i principali ristoranti deliziano i turisti con piatti tipici che un tempo venivano mangiati durante un matrimonio contadino.[19]

Geografia antropica modifica

Frazioni modifica

Le tre frazioni di Bulla (ted. Pufels, lad. Bula), Roncadizza (ted. Runggaditsch, lad. Runcadic) ed Oltretorrente (ted. Überwasser, lad. Sureghes) si trovano sul versante sinistro della Val Gardena. Oltretorrente fa parte del complesso urbanistico e della parrocchia di Ortisei.

Infrastrutture e trasporti modifica

Tra il 1898 e il 1970 Castelrotto è stato servito dall'omonima stazione sita in località Sant'Osvaldo e facente parte della ferrovia del Brennero. La stazione, che dal 1994 è tagliata fuori dalla linea, deviata in una vicina galleria, è stata lungamente in rovina, per poi essere restaurata a fini conservativi negli anni 2010.

La frazione di Roncadizza, tra il 1916 e il 1960, fu invece servita dall'omonima stazione, posta lungo la ferrovia della Val Gardena.

Cessati i servizi ferroviari, il comune è servito dalle autolinee gestite dalla SAD.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2005 2010 Hartmann Reichhalter SVP Sindaco
2010 2022 Andreas Colli SVP Sindaco
2022 Andreas Fraccaro Commissario straordinario Sindaco

Gemellaggi modifica

Sport modifica

 
Il campo del centro sportivo Laranz; sullo sfondo il Massiccio dello Sciliar

A Castelrotto è presente un campo da calcio, sede di molti ritiri di squadre professionistiche: il centro sportivo Laranz.

Nell'estate del 2010 ha trascorso il ritiro a Castelrotto la squadra di calcio saudita Al Nassr, allora allenata dall'ex portiere dell'Inter e della Nazionale italiana, Walter Zenga.[20]

Dal 2015 al 2017 e nel 2019, Castelrotto è sede del ritiro estivo del Bologna Football Club 1909.[21]

Note modifica

  1. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 176.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Friedrich Helmer (a cura di), Die Traditionen des Stiftes Polling, Monaco di Baviera: Beck, 1993, n. 38.
  6. ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004
  7. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano: Athesia, 1995, p. 187s. ISBN 88-7014-634-0
  8. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd – Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500, vol. 2, Bolzano, Città di Bolzano, 2008, pp. 205, n. 1261, ISBN 978-88-901870-1-8.
  9. ^ Oswald Redlich (a cura di), Die Traditionsbücher des Hochstifts Brixen (Acta Tirolensia, 1), Innsbruck, Wagner, 1899, n. 4.
  10. ^ Comune di Castelrotto
  11. ^ Walter Belardi, Breve storia della lingua e della letteratura ladina, Ora, Istitut Ladin "Micurà de Rü", 2005, pp. 30
  12. ^ a b | Istituto provinciale di statistica (ASTAT) | Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
  13. ^ | Istituto provinciale di statistica (ASTAT) | Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
  14. ^ Emeroteca - Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, su digitale.bnc.roma.sbn.it. URL consultato il 6 marzo 2021.
  15. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  16. ^ (DE) Kastelruther Bauernhochzeit Archiviato il 2 marzo 2014 in Internet Archive.
  17. ^ Il matrimonio contadino a Castelrotto - Tempo Libero 2.0, su tempolibero.blogosfere.it. URL consultato il 13 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2009).
  18. ^ Matrimonio contadino di Castelrotto - Alto Adige, Provincia di Bolzano, su suedtirolerland.it. URL consultato il 14 marzo 2024.
  19. ^ Redazione, Matrimonio contadino a Castelrotto, su Sposalicious, 1º dicembre 2010. URL consultato il 14 marzo 2024.
  20. ^ Il calcio lega l'Arabia all'Alto Adige, su corriere.it. URL consultato il 18 luglio 2019.
  21. ^ Il Bologna in ritiro a Castelrotto, su bolognafc.it. URL consultato il 18 luglio 2019.

Bibliografia modifica

  • (DE) Leo Santifaller (a cura di), Regesten des Kirchenarchivs Kastelrut 1295–1570 (Schlern-Schriften, 2), Innsbruck-Monaco di Baviera, 1923.
  • (DE) Josef Nössing (a cura di), Gemeinde Kastelruth – Vergangenheit und Gegenwart. Ein Gemeindebuch zum 1000-Jahr-Jubiläum der Ernstnennung der Orte Seis und Kastelruth, Castelrotto: Comune, 1983.
  • (DE) Helmut Stampfer, Kastelruth, Völs: Bauernhöfe in Südtirol, vol. VI/2, Bolzano: Athesia, 2007. ISBN 978-88-8266-418-3.

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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